“Con pillola abortiva la donna diventa sarcofago del proprio figlio”: bufera sulla Lega in Toscana
Bufera intorno alla Lega di Salvini in Toscana, dove il consigliere comunale del Carroccio di Firenze Andrea Asciuti ha diffuso un comunicato in cui non ha usato mezze parole per ribadire la propria contrarietà alla scelta di Palazzo Vecchio di diffidare la pubblicità contro la pillola abortiva promossa da Pro Vita e Famiglia onlus e apparsa su alcuni camion vela in diverse città. "Con la Ru486 la donna diventa il ‘sarcofago' del proprio figlio prima di espellerlo e gettarlo chissà dove. Per la donna l'assunzione di questo farmaco in piena solitudine può essere molto pericoloso", si legge nel testo, che ha immediatamente scatenato la reazione in primis del Partito democratico che ha rilanciato le dichiarazioni. E poi ancora, nello stesso comunicato: "Forse Palazzo Vecchio ignora gli effetti collaterali della pillola: nausea, vomito, diarrea, vertigini, oltre a possibili infezioni ed emorragie gravi. E, seppur rara in termini assoluti, può sopravvenire anche la morte, per non parlare della morte certa del figlio".
"Non bastavano i manifesti di Pro vita che definivano la Ru486 un veleno. Oggi anche il consigliere comunale della Lega di Firenze, Andrea Asciuti, attacca i diritti e la salute delle donne. Un mix di odio e fake news. Una vera e propria aggressione alla libertà della donna", è stata la replica del Pd in un post pubblicato sulla propria pagina ufficiale su Facebook , che ha raccolto numerosi attacchi nei commenti al consigliere leghista. Il quale, a sua volta, non è sembrato voler fare alcun passo indietro rispetto alle sue dichiarazioni. "Confermo parola per parola – ha specificato Asciuti -. La Ru486 è un veleno e le controindicazioni presenti nel bugiardino lo dicono chiaramente. La donna deve prendere due pillole per completare l’operazione e il travaglio può durare fino a 48 ore: dopodiché si ritroverà completamente sola (non assistita da nessun ospedale) con il feto in mano e dovrà gettarlo chissà dove. In quel momento realizzerà quello che è successo e potrebbe avere un forte trauma psicologico".
A smorzare un po' i toni ci ha pensato il vicepresidente del consiglio comunale e consigliere della Lega, EmanueleCocollini: "Quella pubblicità non mi piace, ma difendo la libertà di espressione. Non è compito dell'amministrazione giudicare una pubblicità pagata da un'associazione. L'amministrazione ha il compito di vigilare soltanto il rispetto delle regole sull'affissione e nessuno si può arrogare il diritto di censurare quello che discrezionalmente considera scomodo. Solo nei regimi si entra nel merito di ciò che si può o non si può scrivere, per fortuna a Firenze siamo ancora in democrazia".