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Opinioni

Con la Gpa reato universale il governo Meloni vuole imporre a tutti la sua morale

La proposta di rendere la Gpa un reato universale non chiarisce nulla, se non la passione per questo governo di imporre agli italiani non solo ciò che devono o non devono fare, ma anche ciò che devono pensare. Rendere “reato universale” ciò che è già reato è un accanimento ideologico che ha del paradossale, se non fosse l’ennesimo tentativo del governo di imporre a tutti la propria visione del mondo.
A cura di Jennifer Guerra
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La Commissione giustizia del Senato ha dato il via libera al disegno di legge per rendere la gestazione per altri reato universale, con il testo già approvato dalla Camera un anno fa. Si tratta di uno dei cavalli di battaglia di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni, che aveva presentato personalmente la stessa legge già nel 2018.

Secondo la senatrice di AvS Ilaria Cucchi, la Commissione avrebbe lavorato con “estrema urgenza” sul ddl, nonostante non vi sia alcuna ragione apparente. In Italia infatti la Gpa, o maternità surrogata, è già vietata secondo la Legge 40, approvata ormai 20 anni fa, e punita con la reclusione fino a 2 anni di carcere e una multa fino a un milione di euro. La legge proposta dal partito di governo vuole invece punire il ricorso alla Gpa anche se commesso all’estero. Nel preambolo del ddl, non si fa alcuna distinzione tra la surrogazione commerciale e quella altruistica o solidale (che non prevede un compenso per la gestante), che anzi viene definita una “favola” […] “lontana dalla realtà, mentre la verità è che si tratta di un banale mercimonio di madri e di bambini”.

Nonostante l’approvazione della Commissione giustizia, molti giuristi hanno espresso grande perplessità rispetto al ddl. Innanzitutto, nonostante si parli di “reato universale” dando per scontato che vi sia una condanna generalizzata verso tale pratica, la gestazione per altri è legale in diversi Paesi del mondo, con regolamentazioni diverse: alcuni Paesi consentono solo quella solidale, altre la riservano solo ai cittadini residenti per evitare forme di “turismo procreativo”, altri ancora permettono qualsiasi forma di surrogazione. C’è poi il problema della giurisdizione: un fatto commesso all’estero, per essere punibile in Italia, deve essere considerato reato anche nel Paese straniero.

I problemi sono tanti: è costituzionale? È retroattivo? E che fine fanno i figli nati da Gpa commessa all’estero? Vale anche per loro il principio sancito dalla Legge 40 secondo cui si tratta comunque di figli legittimi che non possono essere tolti ai genitori? La Lega aveva proposto di adottarli, affidandoli a una terza famiglia che non fosse né quella della gestante né quella dei genitori intenzionali. Ma anche senza arrivare a uno scenario così inquietante, la questione della separazione di figli e genitori è legata al destino di questa legge, che è un chiaro tentativo del governo di colpire le famiglie arcobaleno, sebbene la stragrande maggioranza delle coppie che accedono alla Gpa sia eterosessuale.

Il ddl infatti è arrivato quasi in contemporanea con la richiesta di alcune prefetture di interrompere la trascrizione degli atti di nascita di figli di coppie omosessuali nati all’estero tramite procreazione medicalmente assistita e gestazione per altri, richiesta che sarebbe pervenuta direttamente dal ministero dell’Interno. Al momento la giurisprudenza su questo tema è ampia e contraddittoria, con alcune sentenze in favore della trascrizione o formazione e altre no. Tuttavia, dovrebbe prevalere sempre il principio dell’interesse supremo del minore. Due diverse sentenze della Corte costituzionale hanno definito “ormai indifferibile” una legge in materia che garantisca tutti i diritti ai bambini delle famiglie arcobaleno, e per tutta risposta il governo si accanisce ulteriormente contro di loro.

Come ha illustrato molto bene Michela Murgia nel suo libro postumo Dare la vita, la surrogazione apre una serie di interrogativi che restano perlopiù irrisolti: cosa vuol dire essere madre? Avere figli è un diritto? È giusto pagare per questa pratica? È giusto che lo stato intervenga su una questione così intima? La proposta di rendere la Gpa un reato universale non chiarisce nulla, se non la passione per questo governo di imporre agli italiani non solo ciò che devono o non devono fare, ma anche ciò che devono pensare. La pretesa in questo caso si estende a tutto il mondo: siccome noi abbiamo deciso che questa pratica è immorale, scavalchiamo il vostro ordinamento e decidiamo che quello che voi permettete è un reato universale.

È un atteggiamento paternalista, come l’ha definito il professore ordinario di diritto penale presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Foggia Adelmo Manna, che esprime “un’idea di Stato tutore della moralità dei suoi cittadini ovunque vadano e in contrasto con i principi del liberalismo politico”.

Secondo le stime, ogni anno circa 250 coppie si recano all’estero per realizzare il loro progetto di genitorialità. Ma con questa legge non riguarda solo loro. Riguarda innanzitutto i bambini e i genitori delle migliaia di famiglie arcobaleno in Italia, indipendentemente che si tratti di padri gay o madri lesbiche. Di fronte alle critiche per l’impugnazione dei loro atti di nascita, il governo si giustificò dicendo di voler colpire la Gpa. Eppure, moltissime di quelle famiglie erano composte da due madri e dai loro figli, che non hanno mai fatto ricorso alla surrogazione di maternità.

Ma riguarda anche tutta la società civile. Rendere "reato universale" ciò che è già reato è un accanimento ideologico che ha del paradossale, se non fosse l'ennesimo tentativo del governo di imporre a tutti la propria visione del mondo.

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Jennifer Guerra è nata nel 1995 in provincia di Brescia e oggi vive in provincia di Treviso. Giornalista professionista, i suoi scritti sono apparsi su L’Espresso, Sette, La Stampa e The Vision, dove ha lavorato come redattrice. Per questa testata ha curato anche il podcast a tema femminista AntiCorpi. Si interessa di tematiche di genere, femminismi e diritti LGBTQ+. Per Edizioni Tlon ha scritto Il corpo elettrico. Il desiderio nel femminismo che verrà (2020) e per Bompiani Il capitale amoroso. Manifesto per un Eros politico e rivoluzionario (2021). È una grande appassionata di Ernest Hemingway.
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