Con i dazi di Trump la crescita economica frena e l’inflazione aumenta: cosa rischia l’Italia

I dazi di Donald Trump pesano sulla crescita economica globale. A certificarlo è l'Ocse, che oggi a Parigi ha presentato le sue Prospettive economiche intermedie. Nello specifico, la crescita globale scenderà "dal 3,2% nel 2024, al 3,1% nel 2025 e al 3,0% nel 2026, con barriere commerciali più elevate in diverse economie del G20 e una maggiore incertezza geopolitica e politica che grava sugli investimenti e sulla spesa delle famiglie", si legge.
Sull'economia mondiale "permangono rischi significati" secondo cui "un'ulteriore frammentazione dell'economia globale è una preoccupazione fondamentale". L'Organizzazione mette in guardia sulle tariffe imposte dal presidente americano e sottolinea che "aumenti più elevati e più ampi delle barriere commerciali colpirebbero la crescita in tutto il mondo e aumenterebbero l'inflazione". Un clima politico più stabile "ridurrebbe l'incertezza", mente una diminuzione delle tariffe rispetto ai livelli attuali unita a "riforme politiche strutturali più ambiziose potrebbero rafforzare la crescita".
L'Ocse spiega che "i recenti indicatori di attività hanno iniziato a indicare una flessione delle prospettive di crescita globale". In particolare, "la fiducia di imprese e consumatori si è indebolito in alcuni Paesi e gli indicatori di incertezza della politica economica sono aumentati notevolmente" in tutto il mondo. "Le pressioni inflazionistiche continuano a persistere in molte economie. L'inflazione dei servizi è ancora elevata, con mercati del lavoro tesi e l'inflazione dei beni sta risalendo da livelli molto bassi", prosegue.
I dazi minacciano anche l'Italia. Il nostra "è un Paese molto esportatore", ha dichiarato il capo economista dell'Ocse, Alvaro Santos Pereira, durante la conferenza stampa. "Se il pianeta diventa più protezionista ovviamente l'Italia ne soffrirà", ha allarmato. "Fino ad oggi i dazi non hanno avuto un impatto enorme sull'Italia", ha sottolineato ricordando che i dati sulla crescita presentati oggi non tengono conto degli ultimi annunci di Washington. Al momento infatti, la possibilità di dazi è stata soltanto evocata dall'attuale amministrazione Usa ma non ancora messa in pratica. "Speriamo che ciò non accada", ha ribadito Pereira.
Nelle sue stime, l'Ocse ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita economica per l'Italia, in linea con i dati relativi l'economia globale. Per il 2025 l'organizzazione pronostica un aumento dello 0,7% del Pil, cui dovrebbe seguire un aumento dello 0,9% nel 2026. Le previsioni quindi, risultano, rispettivamente, di 0,2 e 0,3 punti percentuali più basse rispetto alle stime dello scorso dicembre. Anche i numeri sull'inflazione sono stati rivisti al ribasso. Quest'anno dovrebbe crescere dell'1,7% e nel 2026 dell'1,9%, rispetto al 2,1% e al 2% previsti a dicembre.