"Le cose sono andate così: io avevo deciso di andarmene, l'avevo scritto anche a Luigi de Magistris. È stato lui a dirmi di ripensarci, che il momento era difficile e così per spirito di servizio ho deciso di restare. Ma la consideravo una esperienza purtroppo finita. E dire che sono stato fra quelli che l'hanno convinto a candidarsi sindaco". Bernardino Tuccillo risponde al telefono alla domanda "come va?" con un sospiro e una constatazione amara: "Come va? Sono sollevato". Il dimissionario assessore comunale di Napoli al Patrimonio era stato trattenuto per la giacchetta dal sindaco. Che poi qualche ora fa ci ha ripensato e l'ha convocato. E per tutta risposta Tuccillo – che le parole le pondera e le pesa – non si è proprio presentato all'appuntamento. Ora parla ma dice solo poche cose: "Non voglio fare dichiarazioni fiume, preferisco scrivere" e annuncia un libro da pubblicare a breve, sulla sua esperienza da assessore alle Case e al Personale, due drammatiche deleghe che a Napoli regalano un problema al giorno.
Il quinto assessore in fuga da Palazzo San Giacomo nel corso di 24 mesi lascia a poche ore dall'annuncio di un rimpasto che vedrà l'addio anche dell'assessore alla Cultura Antonella Di Nocera, con tutta probabilità sostituita da Nino Daniele, l'ex sindaco antiracket di Ercolano, storico esponente dei Democratici di Sinistra prima e del Partito democratico poi. Dunque il Pd entra in giunta? "Ribadisco che non entriamo in giunta, se qualcuno lo farà saranno scelte assolutamente personali che non coinvolgono né impegnano il partito" afferma Gino Cimmino, segretario provinciale del Pd. E intanto al secondo piano di Palazzo San Giacomo c'è ancora un andirivieni di alcuni esponenti del Pd e alcuni dell'Udc che sperano in un posticino al sole nella sgarrupata giunta arancione.