Comunali, Vassallo (Ist. Cattaneo): “Csx vince solo se unisce le forze, Cdx ha scelto meglio i candidati”
Il direttore dell'istituto Cattaneo, Salvatore Vassallo, ha commentato a Fanpage.it la vittoria schiacciante del centrodestra ai ballottaggi e al primo turno delle amministrative 2023 in Sicilia e Sardegna. Al momento il pallottoliere è nettamente a favore della maggioranza, che può vantare un risultato di 11 a 4.
La coalizione al governo si è aggiudicata infatti la vittoria al primo turno delle comunali a Imperia, Latina, Sondrio e Treviso, il 14 e 15 maggio scorsi, e al secondo round ha conquistato anche Ancona, Pisa, Siena, Massa e Brindisi. Il centrosinistra, dopo aver vinto a Brescia e Teramo, questa volta ha colorato di rosso solo Vicenza. Per quanto riguarda il primo turno in diversi comuni sardi e siciliani, a Catania e Ragusa si è imposto da subito il centrodestra, mentre Trapani è andata al centrosinistra (anche se il sindaco uscente Giacomo Tranchida era sostenuto da 10 liste civiche, tra cui una lista civica leghista, senza simboli di partito). A Siracusa il vincitore tra centrodestra e centrosinistra si deciderà al ballottaggio tra due settimane, ma in questo momento è avanti Ferdinando Messina, candidato espressione della maggioranza.
Direttore, lei ha messo in evidenza questa volta la perizia del centrodestra nella selezione delle candidature, è questo l'elemento di maggiore novità di questa tornata elettorale?
Premetto che si tratta di un'impressione, non ho dati sistematici su questo. La mia percezione è che ci sia una crescente perizia nell'indicazione dei candidati rispetto alla fase pre-politiche, quando nelle grandi città ci furono diversi passi falsi da parte del centrodestra, penso al caso di Michetti candidato sindaco a Roma. Questo era dovuto a diversi fattori: innanzi tutto c'era un conflitto molto pronunciato all'interno del centrodestra, perché c'era una competizione in corso, soprattutto tra Lega e Fdi, non era ancora chiaro come sarebbe andata, anche se c'era una netta aspettativa di un'affermazione del partito di Meloni. Ma Fratelli d'Italia non aveva ancora incassato il risultato, e anche con Forza Italia c'erano tensioni, perché Berlusconi doveva ancora interiorizzare il cambiamento della leadership nella coalizione.
E poi?
È stato anche difficile per il centrodestra in una prima fase trovare figure adeguate, perché non c'era una grande disponibilità, che invece si riscontra maggiormente oggi, da parte di figure qualificate che possano allargare il campo. Oggi invece il consenso e la leadership di Fratelli d'Italia sono stati certificati e c'è un clima di fiducia nei confronti di Meloni ancora stabile, sulla scia delle politiche di settembre 2022. In questo quadro è emerso il professionismo politico di lunga data del gruppo dirigente di Fdi.
Ci può fare qualche esempio?
Per esempio ad Ancona, dove il gruppo di Fratelli d'Italia, quantitativamente ristretto ma coeso, con una lunga storia di attivismo e militanza, è riuscito a fare un'operazione di allargamento del consenso e conquistare la città. Anche a Siena è stata trovata una candidatura adatta per quel contesto, Nicoletta Fabio: professoressa in pensione, che si è presentata come una candidata di buonsenso, che conosce bene i problemi amministrativi, le contrade, è riuscita a vincere anche se c'erano concrete possibilità che il centrosinistra si riprendesse la città. Sono indizi, ma sicuramente questa è una fase in cui il centrodestra è più stabile, fa meno errori, e ha una maggiore disponibilità da parte di componenti della società a esporsi a loro favore anche in ambiti locali.
Al momento abbiamo una situazione di 11 a 4 per il centrodestra. Una débâcle attesa per il centrosinistra?
Il risultato complessivo di queste amministrative è abbastanza in linea con quello che ci si poteva aspettare, anche se sulle comunali è molto difficile fare previsioni e valutazioni sul risultato, perché i colori politici non sono sempre distinguibili. La mia percezione, sulla base anche di quanto sapevamo attraverso sondaggi, è che sia stata un po' esagerata l'aspettativa del cosiddetto ‘effetto Schlein', nella comunicazione pubblica, soprattutto nei media più vicini al centrosinistra. E paradossalmente oggi è sovradimensionata dagli stessi veicoli l'idea che ci sia stata una bocciatura definitiva, una sconfitta abnorme.
Ma rispetto al 2018, il centrodestra è elettoralmente più largo e politicamente più coeso. Ha anche appreso come gestire questo nuovo equilibrio determinato dalla prevalenza di Fdi, mentre le opposizioni sono divise. Non dimentichiamoci che nel 2018 c'era un M5s più largo, che prendeva voti anche al centrodestra. Oggi era prevedibile che le cose andassero peggio.
C'è stato un ‘effetto schlein' al contrario? Ovvero, detto in altre parole, è vero che una sinistra troppo radicale ha spostato gli elettori verso destra?
Il fatto che la presenza di Schlein possa spostare gli elettori verso destra francamente ancora non si è visto. Però si può notare che laddove l'effetto Schlein avrebbe potuto apparire, non si è visto. Ad esempio in una città come Pisa, dove il centrodestra alle europee, alle politiche e alle regionali prende normalmente il 35% dei voti, c'è invece un elettorato diviso tra il Pd, il M5s e componenti a sinistra del Pd. In questo contesto avremmo dovuto vedere gli effetti di una svolta identitaria e radicale del Pd. Invece queste elezioni a Pisa hanno dimostrato che anche gli elettori di sinistra votano sulla base di categorie meno ideologiche.
D'altra parte l'unico caso in cui il centrosinistra ha vinto ai ballottaggi è Vicenza, in cui Possamai è riuscito a rosicchiare quella piccola quota di elettorato mobile o astensionista rivendicando le sue capacità, la sua conoscenza della città, il suo pragmatismo. Ha vinto portando al voto tutti gli elettori di centrosinistra, ma senza sbandierare la nuova collocazione più a sinistra del Pd, anzi ha cercato esplicitamente di evitare che questa apparisse.
Si può dire quindi che non esistono più le roccaforti rosse, come ha detto Meloni?
In certa misura è certamente vero. Pensiamo ai casi di Pisa e Siena. Ma questo è meno vero se guardiamo alle grandi città, come Milano. Le vere roccaforti del centrosinistra oggi sono le grandi aree metropolitane del Centro Nord. A Bologna è difficile che il centrodestra, anche con le migliori condizioni, possa vincere. È più difficile del 1999, quando in effetti la destra vinse, per via della demografia che è cambiata, e che ha spostato verso le grandi città un elettorato più orientato a sinistra.
Schlein ha lanciato un appello, dicendo che bisogna unire le forze. Conte invece ha risposto picche, sostenendo che non basta salire insieme su un palco, ci vuole una proposta alternativa convincente. Chi ha ragione?
Siccome è plausibile che il centrodestra rimanga così come è configurato, in termini partitici ed elettorali, le opposizioni possono sfidarlo solo se si mettono insieme. I numeri sono questi: oggi il centrodestra da solo ha il 46% dell'elettorato; tutti gli altri messi insieme se va bene stanno al 48%, nell'ipotesi che si mettano insieme Pd, M5s, Azione, Iv, Pd, Sinistra e Verdi, Più Europa. A meno che non si scommetta sull'estinzione di alcuni di questi soggetti, l'unico modo per competere è unirsi. Ad oggi l'estinzione del Pd o del M5s, oppure del cosiddetto Terzo Polo, nonostante la loro attitudine autolesionista, non è sul tavolo.
Cosa dobbiamo aspettarci da ora alle elezioni europee 2024?
Da qui alle europee 2024 la competizione non sarà tra destra e sinistra, ma sarà all'interno del centrodestra, su quanto reggerà la predominanza di Fdi rispetto a Lega e Forza Italia. E sarà all'interno del centrosinistra, su quanto Pd, Terzo Polo e M5s riusciranno a strapparsi fra loro. Dunque i movimenti degli elettori tra destra e sinistra sembrano destinati a essere ridottissimi.
È plausibile pensare che non ci saranno variazioni nei sondaggi nei prossimi mesi? Dopo queste elezioni comunali la situazione resterà cristallizzata?
Non mi aspetto rilevanti cambiamenti. Qualcosa potrebbe cambiare nel medio termine. Una volta completato questo tentativo faticoso di spendere i soldi del Pnrr per esempio potremmo accorgerci che la crescita economica si è ridotta drasticamente e il debito pubblico è schizzato alle stelle, perché con quelle risorse il governo non è riuscito a rimettere in moto il Paese. Ma ad oggi non vedo fattori che possano incrinare da un lato il rapporto tra il centrodestra e il suo elettorato e dall'altro che possano generare cambiamenti drastici negli equilibri tra le opposizioni.