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Comunali, accordo Pd-M5s in salita: divisi a Roma, si punta a coalizione a Bologna e Napoli

Mentre il centrodestra è ancora in cerca dei nomi per i candidati sindaci nelle principali città italiane coinvolte nelle elezioni comunali, il Pd e il Movimento 5 Stelle cercano un accordo per unirsi e presentare una candidatura unitaria: potrebbe succedere a Bologna e Napoli, quasi impossibile a Milano e Torino. A Roma il dem Roberto Gualtieri sfida la pentastellata Virginia Raggi.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il centrodestra è ancora senza nomi, il Pd prova a costruire le primarie e intanto l’alleanza con il Movimento 5 Stelle è tutt’altro che decisa. In vista delle prossime elezioni comunali la prima svolta si è avuta sulle candidature a Roma, dove Pd e M5s si presenteranno divisi. Mentre per Bologna e Napoli la partita è ancora in corso e l’ipotesi di un’alleanza è più vicina. Contrariamente a quanto succede a Milano e Torino. La partita a Roma si è sbloccata con la candidatura dell’ex ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri: sarà lui il candidato dem, primarie permettendo (i pronostici sono tutti dalla sua parte, difficile un exploit di Tobia Zevi, Giovanni Caudo o Paolo Ciani). La trattativa con il M5s qui è finita male: il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, sarebbe sceso in campo solo in caso di sostegno pentastellato. Ma Giuseppe Conte ha confermato che la candidata dei 5 Stelle è Virginia Raggi.

A Roma Gualtieri e Raggi avranno come avversario anche Carlo Calenda, leader di Azione. Mentre il centrodestra non ha ancora scelto il candidato, così come a Milano, tra veti incrociati e nomi bruciati. Nella Capitale, quindi, un’eventuale convergenza tra Pd e M5s sarà possibile solo al ballottaggio e il nome di Gualtieri da questo punto di vista sembra favorire i dem, considerando che ha fatto parte di un governo guidato dall’attuale leader pentastellato, Giuseppe Conte, a cui è considerato vicino. Nel resto d’Italia, invece, si gioca una partita completamente diversa. A Napoli, per esempio, l’accordo tra i due partiti sembra vicino. Si fa il nome del presidente della Camera, Roberto Fico, gradito al Pd nazionale ma meno al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. In ballo c’è anche il nome dell’ex ministro dell’Istruzione, Gaetano Manfredi, vicino al Pd e anche lui ex ministro nel governo Conte.

A Milano Beppe Sala, sindaco uscente, ha aderito ai Verdi ma sarà comunque il leader del fronte progressista di cui farà parte anche il Pd, ma senza il Movimento 5 Stelle: niente accordo, qui, al primo turno. Così come a Torino, dove il Pd ha detto no ai pentastellati dopo i cinque anni di giunta guidata da Chiara Appendino. Diverso il discorso a Bologna, città in cui Letta e Conte cercano un accordo, che finora è certo solo a Varese. Nel capoluogo emiliano il centrosinistra terrà le primarie e il candidato ufficiale del Pd è Matteo Lepore: se a vincere dovesse essere lui l’accordo con i 5 Stelle sembra possibile sin dal primo turno. Se, invece, dovesse vincere la renziana Isabella Conti, il Movimento 5 Stelle non dovrebbe sostenere la candidata del centrosinistra.

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