Comprare merce “taroccata” è rischioso: multe fino a 7.000 euro
Comprare merce contraffatta è vietato e l'acquirente rischia una vera e propria maxi multa. Per la normativa vigente, infatti, non è solo la vendita di prodotti taroccati – borse, portafogli, scarpe e oggetti di ogni tipo ispirati ai modelli creati dalle varie case di moda e grandi marchi – a essere considerata condotta punibile, ma anche l'acquisto. Il fenomeno sembra anche essere piuttosto pervasivo e non risparmia alcun luogo d'Italia. Specialmente d'estate, si assiste a una vera e propria impennata del giro d'affari di questa particolare "nicchia di mercato": al 1° luglio al 15 agosto si stima infatti che le autorità abbiano sequestrato 12 milioni di prodotti contraffatti in tutto il Paese. Sebbene l'acquisto, a differenza della vendita, non sia sempre considerato un illecito penale, la condotta comporta comunque il rischio di vedersi elevare una salatissima sanzione pecuniaria. Come spiega Studio Cataldi, infatti, in alcuni casi "gli acquirenti di merce contraffatta rischiano, laddove ne ricorrano i presupposti, anzitutto di essere incriminati per il reato di ricettazione: la fattispecie prevista dall'art. 648 c.p., infatti, si realizza laddove, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, si acquista merce proveniente da un qualsiasi delitto, ad esempio capi rubati, con la consapevolezza della provenienza delittuosa del bene".
Molto spesso, però, l'acquirente in realtà rischia solamente una multa, ma di importo molto alto. "Anche se si rimane fuori dal perimetro di questo illecito penale, tuttavia, l'acquisto della merce contraffatta non è del tutto privo di conseguenze: infatti, la legge 23 luglio 2009, n. 99punisce con la sanzione amministrativa pecuniaria da 100 euro fino a 7.000 euro l'acquirente finale che acquista a qualsiasi titolo cose che, per la loro qualità o per la condizione di chi le offre o per l'entità del prezzo, inducano a ritenere che siano state violate le norme in materia di origine e provenienza dei prodotti e in materia di proprietà industriale", spiega Studio Cataldi.
Nonostante la legge sia molto chiara in relazione alla vendita di oggetti contraffatti, esistono alcuni casi in cui i giudici "chiudono un occhio". Recentemente, per esempio, un giudice monocratico del tribunale di Tempio Pausania, in Sardegna, in una sentenza di archiviazione relativa a un sequestro di merce contraffatta operato dai vigili urbani sulle spiagge della Costa Smeralda, ha sostenuto che siccome il settore del lusso non è in crisi e la vendita di borse e oggetti "taroccati" non costituisce per le aziende un grave danno, la condotta non sarebbe passibile di condanna.