Compagnie aeree contro il decreto sul prezzo dei voli aerei in Italia, lettera all’Ue: “Precedente pericoloso”
Dopo che il governo Meloni ha fissato un tetto ai prezzi dei biglietti aerei, le compagnie colpite hanno deciso di prendere l'iniziativa e contestare la norma, rivolgendosi direttamente alla Commissione europea. A poco più di una settimana dalla decisione dell'esecutivo italiano di limitare le tariffe per alcuni voli, a Bruxelles è arrivata una lettera che chiede di intervenire in difesa delle aziende.
La norma in questione prevede questo: se, in un periodo di picco della domanda, i biglietti tra Sicilia/Sardegna e resto dell'Italia vengono a costare più del 200% in più rispetto alla tariffa media, allora parte un ‘blocco'. La compagnia che vende i biglietti non può più superare questo prezzo e deve limitare gli algoritmi che solitamente determinano i prezzi. Di fatto, quindi, si pone un tetto (molto alto) alla tariffa di questi voli.
Immediatamente dopo l'approvazione della norma, lo scontro più acceso è stato con il Ceo di Ryanair, che ha definito il decreto "ridicolo e illegale" e ha minacciato di tagliare le tratte interessate. Per le altre aziende del settore il malcontento è stato perlopiù silenzioso, ma si è poi espresso nella lettera alla Commissione europea.
Secondo quanto riportato dal Financial times, Airlines for Europe (A4e, organizzazione che promuove gli interessi delle compagnie nel continente) ha scritto a Bruxelles chiedendo che la Commissione "chiarisca con l'Italia che questo intervento colpisce il mercato del trasporto aereo libero e liberalizzato" in Europa. "Siamo molto preoccupati per il modo in cui questa disposizione è stata introdotta attraverso una legislazione d'emergenza", e perché "contrasta con il principio della libertà tariffaria". La preoccupazione, si legge, è che "se questa legge sarà adottata, potrebbe stabilire un precedente e portare a un effetto domino, che porterebbe regolamenti simili a essere adottati anche in altri Paesi membri dell'Ue".
La lettera, firmata dalla direttrice di A4e Ourania Georgoutsakou, continua: un tetto ai prezzi "violerebbe" un diritto fondamentale delle compagnie, cioè quello di "competere ovunque possibile, stabilire i propri prezzi e definire i propri servizi nel modo che ritengono più opportuno". E per questo, in tutela di questo diritto, la Commissione sarebbe chiamata a intervenire. La liberalizzazione del trasporto aereo nell'Ue "ha permesso alle compagnie di innovare e di operare su più basi operative a vantaggio della connettività, della competitività e dei passeggeri. Riteniamo che sia necessaria un’azione immediata prima che questa legge diventi applicabile. Un simile risultato minerebbe il mercato unico dell’Ue e annullerebbe tre decenni di progressi nei servizi aerei europei".
Da parte sua, l'Ue ha già fatto sapere che intende confrontarsi con il governo italiano per stabilire se la misura sia legale. "La Commissione supporta misure per la promozione della connettività a prezzi abbordabili", purché che siano in linea "con le leggi del mercato interno dell'Ue", ha fatto sapere un portavoce. Una condizione necessaria è permettere "un'impostazione libera dei prezzi", ma ci sono "casi specifici, come ad esempio le tratte da e per regioni remote", in cui le regole europee "consentono di porre obblighi ai servizi pubblici, anche con la regolazione dei prezzi, per assicurare continuità territoriale e accessibilità, con l'aiuto dei finanziamenti pubblici".
Nell'attesa di un verdetto, le compagnie aeree hanno quindi deciso di mettere pressione a Bruxelles. Il confronto tra il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, e le compagnie continuerà a settembre, mentre il Parlamento avrà tempo fino a inizio ottobre per modificare (eventualmente) e approvare la norma.