Commissione Ue critica Italia su premierato e libertà di stampa: il rapporto sullo Stato di diritto
L'Unione europea lancia più di un monito all'Italia, e lo fa nel quinto rapporto sullo Stato di diritto, pubblicato oggi. Il documento analizza la situazione dello Stato di diritto in ogni Stato membro, e include una serie di raccomandazioni specifiche che, pur non legalmente vincolanti per i governi, richiamano l'attenzione dei media su alcune criticità.
La Commissione Ue ha ritardato la pubblicazione del rapporto ad un momento successivo alla rielezione di Ursula von der Leyen: non essendo certa della propria maggioranza, ha dovuto procacciarsi voti all'esterno, e la pubblicazione del rapporto nelle scorse settimane avrebbe potuto interferire con le trattative.
Dall'indipendenza dei media alla legge sui conflitti d'interessi alla creazione di un'istituzione nazionale per i diritti umani. Sono le principali raccomandazioni della Commissione europea all'Italia nell'ambito del rapporto annuale appena pubblicato.
Bruxelles raccomanda a Roma di impegnarsi nella digitalizzazione per tribunali penali e procure; adottare la proposta legislativa in sospeso sui conflitti di interessi e istituire un registro operativo per le lobby; regolamentare le informazioni sui finanziamenti a partiti e campagne elettorali; tutelare i giornalisti e garantire l'indipendenza dei media; creare un'istituzione nazionale per i diritti umani in linea con i principi Onu.
Europa boccia riforma costituzionale del premierato
Anche la riforma del premierato finisce sotto la lente del report sullo Stato di diritto della Commissione Ue. "Con questa riforma, non sarebbe più possibile per il Presidente della Repubblica trovare una maggioranza alternativa e/o nominare una persona esterna al Parlamento come Primo Ministro. Alcuni stakeholder hanno espresso preoccupazione per modifiche proposte all'attuale sistema di pesi e contrappesi istituzionali, nonché dubbi sul fatto che ciò possa portare maggiore stabilità", si legge nel paragrafo IV del "Country Report" dedicato all'Italia.
Ue preoccupata per la libertà di stampa in Italia
In Italia "i giornalisti continuano ad affrontare diverse sfide nell'esercizio della loro professione" e il governo è chiamato a "proseguire l'iter legislativo sul progetto di riforma sulla diffamazione, la tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, evitando ogni rischio di impatti negativi sulla libertà di stampa e garantendo che tenga conto delle norme Ue sulla tutela dei giornalisti", si specifica nelle raccomandazioni a Roma contenute nel report.
Un passaggio anche sulla Rai. L'efficacia del sistema di governance italiano nel garantire la piena indipendenza della tv pubblica "rappresenta una fonte di preoccupazione di lunga data in Italia", recita rapporto sullo Stato di diritto.
"Il contratto di servizio, stipulato tra la Rai e il Governo, specifica le modalità di adempimento della missione di servizio pubblico della Rai e prevede che la Rai fornisca un'offerta indipendente, imparziale e pluralistica. Tuttavia, come indicato nel Rapporto sullo Stato di diritto 2023 e nel Media pluralism monitor 2024, l'efficacia del sistema di governance nel garantire la piena indipendenza della Rai rappresenta una fonte di preoccupazione di lunga data in Italia", si legge ancora nel rapporto. "A questo proposito, gli stakeholder sottolineano la necessità di una riforma globale per garantire che la Rai sia maggiormente protetta dai rischi di interferenza politica e hanno inoltre riferito che, dopo la nomina del nuovo amministratore delegato della Rai e di altre figure di alto livello, tra cui i redattori dei telegiornali, si è verificato un cambiamento editoriale che ha portato alle dimissioni di diversi giornalisti e conduttori", continua il testo della Commissione europea.
Ue contro lo stop al reato di abuso d'ufficio
"In Italia, una nuova legge che abroga il reato di abuso d'ufficio e limita la portata del reato di traffico d'influenza potrebbe avere implicazioni per l'individuazione e l'investigazione di frodi e corruzione", si legge nel report della Commissione Ue sullo stato di diritto nel paragrafo relativo alla lotta contro la corruzione. Il documento aggiunge, sempre relativamente all'Italia, che "le modifiche proposte alla prescrizione potrebbero ridurre il tempo a disposizione per condurre procedimenti giudiziari per reati penali, compresi i casi di corruzione".
Commissione preoccupata per il frequente ricorso ai decreti legge
"Gli stakeholder hanno espresso il timore che il Governo ricorra troppo spesso ai decreti legge. Gli stakeholder hanno sottolineato che l'uso dei decreti legge da parte dei governi (non solo di quello in carica) è aumentato negli ultimi decenni e si è intensificato eccessivamente negli ultimi anni", si legge in uno dei paragrafi dedicati all'Italia. "Il frequente ricorso a decreti legge da parte dei governi potrebbe incidere sull'equilibrio dei poteri tra il governo (in quanto potere esecutivo) e il Parlamento (in quanto potere legislativo)", osserva la Commissione nel rapporto.
Dubbi su separazione carriere magistrati
Secondo il documento, la riforma sulla separazione della carriere giudiziarie non sembra garantire che "i membri dei Consigli superiori siano eletti dai loro pari e, pertanto, solleva alcuni interrogativi al riguardo".
"Il 29 maggio 2024, il Governo ha approvato una bozza di riforma costituzionale della giustizia, volta a introdurre la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri e a istituire due Consigli superiori separati. La separazione delle carriere ha suscitato un dibattito sul fatto che la riforma possa incidere sull'indipendenza dei giudici", si legge nel rapporto. "Come già affermato nella Relazione sullo Stato di diritto 2023, sebbene non esista un modello unico nell'Ue per l'assetto istituzionale delle procure, sono necessarie garanzie istituzionali per assicurare che i pubblici ministeri siano in grado di adempiere ai propri doveri e responsabilità professionali in condizioni giuridiche e organizzative adeguate e senza interferenze o influenze politiche indebite", continua il testo.
"Le autorità italiane hanno sottolineato che l'indipendenza del pubblico ministero non deriverebbe dall'astratta appartenenza alla stessa carriera dei giudici, ma dalle norme procedurali che regolano la sua funzione e il suo ruolo. Queste norme rimarrebbero invariate e così la cultura della giurisdizione del pubblico ministero. Tuttavia, l'Associazione nazionale dei magistrati ha espresso preoccupazione per l'istituzione di due Consigli superiori distinti, ritenendo che ciò indebolirebbe la loro autorità come organi di autogoverno della magistratura e che la nuova procedura di nomina minerebbe la rappresentanza dei magistrati nei Consigli superiori", prosegue il rapporto della Commissione europea.
"Secondo gli standard europei, non meno della metà dei membri dei Consigli della magistratura dovrebbe essere costituita da giudici scelti dai loro pari. Sebbene l'obiettivo perseguito attraverso la procedura di nomina per sorteggio sia quello di garantire l'obiettività nella selezione dei membri giudiziari dei Consigli superiori, la procedura proposta non sembra garantire che tali membri siano eletti dai loro pari e, pertanto, solleva alcuni interrogativi al riguardo", conclude il testo.
Ungheria maglia nera: 8 raccomandazioni
Il rapporto assegna ancora una volta all'Ungheria la maglia nera. Budapest colleziona nel 2024 il maggior numero di raccomandazioni, ben otto, oltre a registrare "nessun progresso" in diversi ambiti, tra cui la lotta alla corruzione ad alto livello, la riforma sul lobbismo, l'indipendenza dei media del servizio pubblico, la promozione di uno spazio civico sicuro. La sospensione dei fondi europei "persiste poiché – si legge nel report – non sono state adottate nuove misure per risolvere le questioni in sospeso relative allo Stato di diritto e alla lotta alla corruzione".