Commissione inchiesta Moro, proposta Fioroni-Grassi firmata dai partiti
Dal parlamento nella giornata di oggi, con un consenso quasi unanime, è provenuta la richiesta di dare vita ad una Commissione di inchiesta parlamentare che possa aiutare a risolvere i misteri e gli enigmi che continuano a rendere poco limpide le circostanze per le quali si è consumato uno dei casi più amari della storia recente,ovvero l'omicidio di Aldo Moro. Si tratta di un'iniziativa promossa dai deputati del Pd Giuseppe Fioroni e Gero Grassi e sottoscritta dai capigruppo del PD Speranza, PDL Brunetta, SEL Migliore, Scelta Civica Dellai, Fratelli d'Italia Meloni, Centro Democratico Pisicchio; inoltre del dal vice capogruppo della Lega Nord Pini, da Bersani, Bindi, Fitto, Cesa, Tabacci, Cecconi e da altri novanta deputati.
Le motivazioni, a fronte delle novità recentemente emerse, come la riapertura dei fascicoli relativi al caso Moro, proprio in relazione all'uccisione di Moro, risalente a 35 anni fa, risalgono al sospetto che la possibilità di salvarlo esistesse concretamente. Ecco la comunicazione di Fioroni e Grassi riportata letteralmente:
A 35 anni di distanza il caso Moro è ancora una pagina densa di misteri e di enigmi. Nuove rivelazioni e dichiarazioni hanno riacceso i riflettori sul ‘caso Moro'. Sembrano emergere rilevanti elementi di novità, che riguardano azioni ed omissioni. Ruotano sul sospetto, sempre più connotato da certezza, che la morte di Moro poteva essere evitata. Impegnarsi per ricercare tutta la verità è uno dei migliori servizi che come deputati possiamo fare per il rafforzamento e la credibilità delle nostre istituzioni. Ricercare tutta la verità vuol dire continuare a rendere giustizia ad Aldo Moro, alla sua famiglia e a tutti coloro che credono e amano la democrazia e la libertà e proprio per questo non temono la verità. Spiace purtroppo constatare che, fatti salvi alcuni importanti servizi radiotelevisivi e molti libri scritti sull'evento, ancora oggi esiste una reticenza generale a discutere del ‘Caso Moro', di cui si parla solo in occasione delle ricorrenze del 16 marzo e 9 maggio. Nonostante il trascorrere degli anni, permane un senso di colpa su quello che lo Stato poteva e doveva fare per la liberazione dello statista Dc e che invece non ha fatto o non ha fatto completamente