Come votano i più giovani e cosa si aspettano dal prossimo governo: 1 su 2 vuole Rdc e dote a 18enni
Cosa si aspettano i giovani dal prossimo governo e quali sono le loro priorità? Il tema viene affrontato da un sondaggio di Skuola.net, realizzato in vista delle elezioni del 25 settembre, che prova anche a individuare il leader politico più vicino alle aspirazioni dei ragazzi. Il sondaggio si basa sulle risposte di un campione di 1.568 ragazze e ragazzi tra i 18 e 25 anni.
Per i nati tra il 1997 e il 2012, gli appartenenti alla cosiddetta Generazione Z, tra i nomi in campo non ci sarebbe un leader ideale. Per il 44% degli intervistati nessuna figura risulta particolarmente convincente, nonostante il tentativo di leader anziani, come l'ex premier Silvio Berlusconi, di approdare su TikTok. Per l'elettorato più giovane l'unico a godere di fiducia è il leader del M5s Giuseppe Conte, unica eccezione: piace al 16% degli intervistati (percentuale con cui Conte doppia gli avversari). Al secondo posto, con notevole distacco, si trova Emma Bonino, con l'8% dei consensi. Giorgia Meloni, la leader di Fdi, favorita nei sondaggi, e al momento probabile nuova inquilina di Palazzo Chigi, nonché prima premier donna, è solo terza, con il 6% dei voti, a pari merito con Enrico Letta e Carlo Calenda. Nessuno degli altri capi partito riesce a sfondare, secondo il sondaggio di Skuola.net non supererebbero il 3%.
Le preferenze per i partiti: come votano gli under 25
Quale partito sceglieranno gli under 25 nella cabina elettorale? Il 34% non si esprime, ma chi indica una preferenza dice di essere a favore del Partito Democratico (11%); e poi, a seguire, vengono indicati M5s, Azione e Più Europa (tutti all'8%). Tra i più giovani il successo di Fdi non si vede: verrebbe votato solo dal 7% dei ragazzi. Più indietro gli altri: Sinistra Italiana è al 4%, Forza Italia e Lega sono entrambe al 3%, Italia Viva, Impegno civico e Articolo Uno al 2%.
L'agenda politica della Generazione Z
I più giovani hanno priorità molto diverse rispetto ai genitori. Ma questo non significa che siano attenti solo alle questioni che li riguardano più da vicino. Come si vede, in cima alle priorità che i più giovani vorrebbero vedere affrontate dal prossimo governo, oltre alle questioni che riguardano il lavoro – salario minimo, occupazione giovanile – ci sono di diritti civili e i temi etici: Ddl Zan, Ius Scholae, Fine vita, Ambiente sono considerati ugualmente urgenti da 4 ragazzi su 10.
A seguire, emerge l’esigenza di una riforma strutturale del sistema scolastico: a chiederla è un quarto dei giovani (25%). Molto sentito anche il problema del debito pubblico: per il 17% bisogna fare del tutto per ridurlo in tempi rapidi. Mentre per 1 su 10 il programma del governo che verrà dovrebbe concentrarsi anche sulla riforma del sistema sanitario pubblico, sulla riduzione della burocrazia, sulla lotta all’evasione fiscale e su interventi per attirare investimenti in Italia.
Chiaramente la scuola è al centro degli interessi della Generazione Z, che chiede una revisione del modello didattico (25%), una migliore preparazione al mondo del lavoro sin dall’età scolastica (21%), un miglioramento degli standard di qualità e formazione della classe docente (20%). Mentre, sul fronte post diploma, ai più sarebbe molto gradito che il prossimo esecutivo facesse qualcosa sulla Ricerca, aumentando i fondi per arginare la “fuga dei cervelli” (22%), sul Diritto allo studio, individuando più risorse per i meno abbienti (20%), sulle Politiche attive per il lavoro, guidando molti più giovani verso la prima occupazione (15%).
Cosa pensano i giovani di Rdc e dote ai 18enni
Per concludere, è sembrata opportuna una considerazione su due misure politiche molto dibattute in questa campagna elettorale, una attuata e una proposta, etichettate come “pro giovani”: il Reddito di Cittadinanza e la “Dote” in denaro per i 18enni. Entrambe trovano il supporto pieno di 1 giovane su 2. E la dote potrebbe raccogliere ulteriori consensi se fosse destinata solo ai giovani che hanno progetti da sviluppare (17%) o se fosse finanziata in una maniera diversa rispetto al ricorso alla patrimoniale (8%).
Il commento del direttore Daniele Grassucci
"Anche per i giovani elettori, alcuni dei quali per la prima volta chiamati alle urne, sarà complicato trovare uno schieramento o un leader politico che li rappresenti pienamente. E non perché siano disinteressati alla politica – solo il 14% si riconosce in questa affermazione – ma probabilmente perché fanno fatica a ritrovarsi nell’attuale proposta politica: quasi la metà non si riconosce in un leader politico e 1 su 3 in un partito. Giovani che, dal prossimo governo, vorrebbero essenzialmente tre rivoluzioni: un mondo del lavoro capace di includerli con stipendi e stabilità degni di questo nome, una società capace di rispettare l’ambiente e il riconoscimento dei diritti civili", ha detto Daniele Grassucci, direttore di Skuola.net.
"Il che passa ovviamente per una scuola in cui venga rivoluzionata la didattica, il cosa e come si impara, la connessione col mondo del lavoro e la qualità dei docenti. E per un’università capace di sostenere i meno abbienti, con il diritto allo studio, evitando parallelamente che i nostri migliori “cervelli” vadano all’estero. Chi saprà toccare questi tasti, probabilmente, riuscirà a convincere i giovani ad accordargli la propria fiducia", ha concluso.