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Come sta andando la raccolta firme per il Referendum sull’Autonomia differenziata

Dopo aver raggiunto le 500mila firme complessive – online e cartacee – in pochi giorni, il referendum sull’autonomia differenziata ha continuato a raccogliere consensi. Sono ormai quasi 500mila anche le sottoscrizioni digitali, a cui si aggiungono quelle dei banchetti. Per gli organizzatori resta l’obiettivo del milione di firme entro il 30 settembre.
A cura di Luca Pons
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Non si ferma il referendum sull'autonomia differenziata: il quesito presentato dalle opposizioni, che aveva raccolto centinaia di migliaia di firme nel giro di pochi giorni, è oramai arrivato alle 500mila firme online (ne mancano, al momento, poche centinaia). Nel giro di meno di un mese – il via libera alle sottoscrizioni digitali era arrivato il 26 luglio – e per di più nel mezzo dell'estate, per gli organizzatori è un segnale positivo che il livello di firme necessario sia stato raggiunto così in fretta. Considerando che ci sono anche molte firme raccolte di persona, nei banchetti, le 500mila adesioni sono una certezza da tempo.

Il quesito online aveva superato le 350mila firme in meno di una settimana. Nel mese di agosto, quindi, il ritmo delle sottoscrizioni è rallentato. Un fatto tutto sommato normale: si è trattato delle settimane centrali dell'estate, quelle in cui anche il Parlamento si ferma, l'attività politica diventa meno intensa e l'interesse degli italiani verso le questioni politiche, tendenzialmente, tocca i livelli più bassi. Resta il fatto che, in poco più di tre settimane, le 500mila firme digitali sono arrivate.

Come aveva spiegato Angelo Bonelli a Fanpage.it, ora l'obiettivo è di superare il milione di firme complessivo. Non ci sono stime ufficiali per le sottoscrizioni cartacee già raccolte, mentre quelle digitali sono tutte riportate sul portale pubblico lanciato a luglio. Lo stesso Bonelli si era però detto convinto di riuscire a superare le 500mila firme anche "con i banchetti". A questo punto, potrebbe essere sufficiente anche arrivare a un livello più basso per superare il milione.

Oltre che sulla quantità di sottoscrizioni da raggiungere per dimostrare l'interesse della popolazione sul tema, ora i promotori del referendum – tra cui figurano tutti i partiti dell'opposizione – dovranno concentrarsi sul problema principale: raggiungere il quorum quando si andrà a votare. Al netto di eventuali sorprese nel resto dell'iter, il giorno del voto sarà tra metà aprile e metà giugno 2025. Bonelli aveva previsto che sarà necessaria una "mobilitazione capillare nel Paese, dal paesino di 80 abitanti fino ai paesi, piccoli, medi, e grandi, le città". Visto l'alto tasso di astensionismo che si è registrato in tutte le ultime elezioni, la difficoltà prima ancora di vincere il referendum sarà quella di portare la metà degli elettori più uno alle urne. Se questo non avverrà, il risultato non sarà valido.

Da questo punto di vista, potrebbero venire in soccorso delle opposizioni gli altri referendum che potrebbero essere presentati nella stessa data. La Cgil ha già depositato le firme per abrogare alcune norme sul lavoro, che vanno dal Jobs Act, ai ‘licenziamenti facili', fino alla sicurezza e gli appalti. Oggi, invece, +Europa ha fatto sapere che presenterà presto il testo di un referendum su un altro tema molto dibattuto: la cittadinanza e lo ius soli. Un eventuale referendum abrogativo sulla legge sulla cittadinanza – che però dovrebbe sperare di arrivare a 500mila firme entro la fine di settembre – potrebbe portare ulteriore attenzione all'appuntamento con il voto che, come è ormai quasi certo, si terrà il prossimo anno.

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