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Come sono andati i primi 100 giorni di Giorgia Meloni e il centrodestra al governo

Il governo di Giorgia Meloni compie 100 giorni ed è arrivato il momento di fare un bilancio di questi primi mesi in cui il centrodestra si è insediato a Palazzo Chigi.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo di Giorgia Meloni compie 100 giorni. In questi primi mesi non sono mancati gli alti e bassi per il centrodestra a Palazzo Chigi, che si è trovato a esordire con il compito, non semplice, di scrivere la Manovra economica. Un momento in cui la leader di Fratelli d'Italia si è trovata a dover fare i conti con le poche risorse a disposizioni e le tante promesse fatte in campagna elettorale.

Un battesimo di fuoco, insomma. Tra pace fiscale, flat tax e taglio al reddito di cittadinanza, non sono mancati gli scontri con l'opposizione. Così come non sono mancati i richiami dall'Unione europea, ad esempio sul Pos e sull'uso dei contanti. Ma alla fine la legge di Bilancio è stata approvata senza scossoni sul mercato comunitario e senza che lo Spread schizzasse alle stelle. Meloni, al di là di qualche misura di bandiera, ha deciso di mantenere in gran parte l'impostazione tratteggiata dal governo precedente di Mario Draghi, e alla fine ha incassato il via libera di Bruxelles.

La presidente del Consiglio ha scelto proprio la capitale belga, sede delle istituzioni europee, per il suo primo viaggio all'estero. Probabilmente un tentativo di rassicurare e di smentire le accuse di antieuropeismo ricevute tanto da Fratelli d'Italia quanto dalla Lega. I vertici internazionali, tra il G20 di Bali e la Cop27 di Sharm el-Sheikh, hanno subito posto Meloni nelle condizioni di confrontarsi con gli altri leader globali. Lo scontro diplomatico, però, arriva su altro fronte.

C'è l'incidente con la Francia di Emmanuel Macron per la questione della nave Ocean Viking, della Ong Sos Mediterranee, che aveva soccorso oltre 200 migranti nel Mediterraneo e a cui l'Italia si è rifiutata di offrire un porto. Un caso che aveva portato i due leader a rispondersi per le rime, obbligando il Quirinale a intervenire per calmare le acque. Probabilmente proprio quello dell'immigrazione sarà tra i dossier più difficili da affrontare a livello europeo per Meloni, insieme a quello sul Mes, di cui l'Italia rimane l'unico Paese a non aver ratificato la riforma. Il capitolo Pnrr, poi, è un altro terreno che rischia di diventare scivoloso e in cui Meloni dovrà fare i conti con gli impegni presi.

Sul fronte interno, invece, le prime vere difficoltà sono arrivate con il nuovo anno e la fine degli sconti alle accise sulla benzina (decisione presa dal governo in Manovra). I prezzi del carburante schizzati nuovamente in alto hanno fatto traballare per la prima volta il consenso a Meloni e la mobilitazione dei benzinai ha complicato le cose.

A risollevare le cose ci ha pensato l'arresto del boss latitante Matteo Messina Denaro, che Meloni ha descritto come una grande vittoria e ha rivendicato le scelte della maggioranza in tema di Giustizia, in primis quelle sull'ergastolo ostativo. Proprio la riforma della Giustizia e alcune dichiarazioni del Guardasigilli Carlo Nordio sulle intercettazioni hanno però fatto scoppiare le polemiche, anche all'interno dello stesso centrodestra. Ancora una volta ci ha pensato Meloni in persona a calmare le acque, incontrando Nordio e tranquillizzando sugli obiettivi della riforma.

Altre fughe in avanti dei suoi ministri, come quelle sulla scuola di Giuseppe Valditara, hanno rischiato di alzare il livello dello scontro politico. Ma per il momento non c'è ancora stato un vero e proprio problema per Meloni da quel punto di vista.

L'opposizione, del resto, non ha ancora messo veramente i bastoni tra le ruote alla maggioranza. Al di là di qualche scalpito sul decreto Rave e sul reintegro dei medici No Vax in corsia, oltre a un paio di manifestazioni contro lo smantellamento del reddito di cittadinanza, i partiti di opposizione non stanno rendendo le cose troppo complicate per il governo. Tra il Partito democratico in fase congressuale e il Movimento Cinque Stelle che, nonostante stia riuscendo a occupare lo spazio lasciato vacante a sinistra, ha visto dimezzare i suoi parlamentari, il governo ha margine di manovra. Solo i prossimi mesi sapranno dire se questo margine sarà utilizzato coscientemente o se si faranno sentire le fibrillazioni interne.

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