Come saranno le nuove regole sullo smart working
Il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta lo aveva annunciato ieri: "Tra un mese arriverà un vero contratto sul lavoro da remoto" per i lavoratori statali, ed anche il ministro del lavoro, Andrea Orlando, gli ha fatto eco sottolineando che "un accordo quadro nazionale è la via maestra per lo smart working che è un punto di non ritorno da governare". Dunque, a breve saranno reso note le nuove regole sullo smart working in Italia, che non verrà cancellato con il graduale ritorno alla normalità dopo il ricorso massiccio che ne è stato fatto durante la pandemia di Covid-19.
Le "tre fasce" per la Pubblica amministrazione
Lo scorso 15 settembre l’Aran, l'Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni, ha presentato ai sindacati la prima bozza di contratto per il lavoro agile nelle Funzioni centrali (cioè ministeri, agenzie fiscali, enti pubblici non economici) che sarà la base per lo smart working in tutta la Pa. Sulla base di questo testo, l'accordo che dovrebbe essere varato tra un mese sarà individuale e andranno concordati la durata, le giornate di lavoro in smart, il luogo dove lavorare, che non potrà essere al di fuori dei confini nazionali. Tra le novità, come riferisce il Corriere della Sera, il tempo di lavoro sarà diviso in tre fasce: operatività, contattabilità e inoperabilità, durante la quale il lavoratore avrà diritto alla disconnessione completa. L’accesso allo smart working sarà inoltre facilitato per chi si trova in determinate condizioni, come i genitori con figli minori di 3 anni o disabili, o lavoratori con disabilità.
Cosa succede nel privato
Anche nel privato si sta ragionando su come regolamentare il lavoro agile, ormai diventato molto diffuso con la pandemia di Covid-19. "Serve un accordo quadro nazionale sul lavoro da remoto – ha detto il ministro del Lavoro, Andrea Orlando – per questo convocherò le parti sociali per riaprire il discorso perché la contrattazione individuale non può rispondere a fenomeni che si sono sviluppati in questi mesi. Va tenuto conto del tema del diritto alla disconnessione perché sta sfumando la differenza tra tempo di riposo e di lavoro: questo va chiarito. Se ci arriveremo assieme alle parti sociali bene, altrimenti ci si dovrà arrivare attraverso la legge".