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Come sarà la nuova maggioranza politica al Parlamento europeo?

Sono già iniziati i negoziati e le trattative per costruire una maggioranza nella nuova conformazione del Parlamento europeo. Dare le carte, ancora una volta, spetta al PPE.
A cura di Annalisa Girardi
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Ancora una volta spetta al Partito popolare europeo dare le carte per la costruzione di una maggioranza al Parlamento Ue. Questa mattina Ursula von der Leyen, presidente uscente della Commissione europea e ricandidata con il PPE per un secondo mandato, ha incontrato gli eurodeputati del gruppo per fare, tra le altre cose, anche il punto sulle alleanze da stringere. L'appoggio dei Socialisti e dei Liberali – quindi di S&D e Renew – è imprescindibile, avrebbe detto von der Leyen, precisando che però questa volta bisognerebbe puntare a costruire una maggioranza quanto più ampia possibile. Il riferimento qui sembra chiaramente essere ai Conservatori – ECR, il gruppo guidato dalla stessa Giorgia Meloni –  con cui da mesi ormai si parla di possibile alleanze.

"Quello che auspico è un accordo tra popolari liberali e conservatori, è l'obiettivo a cui aspiro. Già nel 2017, quando fui eletto a presidente del Parlamento europeo, quella coalizioni organizzai e fu quella che mi portò a vincere contro i socialisti", ha commentato il ministro Antonio Tajani, ospite di "Non stop news" su Rtl 102.5. Insomma, il vicepremier esclude i Socialisti, forti però della seconda delegazione per numero al Parlamento europeo. "Le trattative devono ancora iniziare. Ieri ho parlato a lungo con il leader dell'Unione cristiano democratica tedesca Friedrich Merz, abbiamo iniziato a pianificare alcune iniziative comuni per prendere delle iniziative come Ppe", ha precisato Tajani.

Meloni, ospite qualche giorno fa della trasmissione Cinque Minuti di Bruno Vespa, da parte sua aveva commentato: "Il candidato presidente della Commissione prima di andare al Parlamento verrà indicato dal Consiglio europeo, quindi dai leader dei 27 Stati membri. A norma di regole l'indicazione spetta al partito che ha avuto più voti, che in questo caso è il Ppe. Quando quella proposta verrà formalizzata la valuteremo perché nel negoziato ci sono diverse questioni che riguardano tutti i ruoli apicali, che riguardano le deleghe dei commissari e quindi anche il commissario italiano e io come sempre decido e scelgo con un unico metro che è quello dell'interesse nazionale italiano, ma sicuramente in questa fase l'Italia sarà protagonista e non spettatrice".

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