Come sarà la Lega 2.0 di Maroni? Con Bossi sempre più in disparte
Il quinto congresso federale della Lega Nord, in programma domani e dopodomani ad Assago, dovrebbe rappresentare davvero la puntata finale dell'era Bossi come leader del Carroccio. Il tema del giorno è la votazione del segretario del partito, che quasi certamente, non sarà più il Senatùr. Sembra scontata la nomina di Roberto Maroni, dopo l'intesa siglata col "capo", in seguito alle dimissioni per lo scandalo dei rimborsi elettorali. Bobo ha già fatto sapere che non ci tiene fare il «segretario dimezzato». Se, come sembra, sarà eletto vuole «pieni poteri», nessun «commissariamento» esterno. Bossi da parte sua non accetta a tirarsi indietro. «Vietato andare in pensione per chi ha dimostrato capacità. Così starò qui io a lavorare». Parole che lasciano trasparire sì l'intenzione di passare il testimone, ma non certo quella di finire nel dimenticatoio. Ma dalle prime indiscrezioni, sembra proprio che sulla favola del Senatùr siano davvero giunti i titoli di coda.
Il nome di Bossi sparirà infatti dal Simbolo della Lega. Come scrive l'agenzie Agi, nella bozza del nuovo statuto del movimento è scritto che il simbolo elettorale del Carroccio sarà rappresentato dalla sagoma del guerriero Alberto da Giussano (con il Leone di San Marco nello scudo e il Sole della Alpi, a destra) sopra la scritta "Padania" e non "Bossi", come avvenuto dalle elezioni politiche del 2008 in poi. E tanto per chiarire, nella bozza, approvata dal consiglio federale del 25 giugno, in vista del passaggio al congresso, è stato aggiunta una precisazione: il simbolo "appartiene al patrimonio" del movimento. E' facile interpretare questa scelta con l'intenzione di mettere a tacere i rumors delle ultime settimane, secondo cui il Senatùr avrebbe avanzato l'intenzione di scendere di nuovo in campo come leader indiscusso del partito, rivendicando il simbolo per dar vita a una nuova Lega.
Quale sarà dunque il ruolo del Senatùr nella Lega 2.0? Nello stesso statuto viene sottolineato come «Umberto Bossi é il padre fondatore della Lega Nord e viene nominato presidente federale a vita, salvo rinuncia». Il presidente inoltre «convoca il congresso ordinario del movimento e il congresso straordinario», ma in assenza del segretario (Maroni) non può presiedere il consiglio federale, come era invece previsto dal vecchio statuto. A Bossi verrà inoltre data l'ultima parola sulle controversie che riguardano le espulsioni. E i provvedimenti saranno «inappellabili», «tranne che per i soci militanti con anzianità di militanza uguale o superiore a 10 anni consecutivi e per i padri fondatori, i quali possono ricorrere al presidente federale».
Ma la partita del Caroccio si giocherà soprattutto sui consiglieri federali, anch'essi eletti domenica come il segretario. E lì che la sfida tra il Cerchio Magico e i Barbari Sognanti troverà sfogo sin da subito a colpi di voti. Ad un mese dai congressi regionali del Veneto e della Lombardia, con le vittorie dei maroniani Flavio Tosi e Matteo Salvini, sembra che anche per le elezioni di Assago a prevalere sia la cerchia del futuro nuovo segretario. Una bella soddisfazione per l'ex capo del Viminale, anche alla luce del fatto che – stando sempre allo Statuto – il Carroccio dovrebbe essere diviso in "nazioni" (ovvero le Regioni) con maggiore autonomia: una mossa prettamente di scuola padana, che darà più potere ai segretari e ai consigli di queste "nazioni", che presumibilmente sarà per la maggiore "barbari sognanti".