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Come sarà il rientro a scuola dal 7 gennaio: orari scaglionati e tamponi prioritari per studenti

Dal 7 gennaio gli studenti delle scuole superiori potranno tornare in classe, ma con una didattica in presenza ridotta al 50%. L’accordo tra governo ed enti locali prevede, comunque, la possibilità di valutare soluzioni diverse in base alle differenti situazioni di ogni singolo territorio. Il ritorno a scuola andrà di pari passo con un rafforzamento del trasporto pubblico, con lo scaglionamento degli orari e con un accesso prioritario ai tamponi per gli studenti.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il rientro a scuola, per gli studenti delle superiori, sarà il 7 gennaio. Ma non per tutti. Dopo le festività natalizie, infatti, si riprenderà solo con il 50% di didattica in presenza, con l’altra metà degli studenti che continuerà a distanza. L’annuncio è stato dato ieri dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha spiegato come il ritorno in classe sarà solo al 50% e non al 75%, come previsto dal dpcm del 3 dicembre. Inoltre non sarà un rientro uguale per tutta Italia, con la flessibilità garantita alle Regioni e la possibilità anche di far rientrare qualche studente in più in città in cui la situazione, soprattutto dal punto di vista dei trasporti, viene ritenuta meno critica. Conte spiega di aver chiesto “un’apertura differenziata scuola per scuola, paese per paese”. L’obiettivo, comunque, è ripartire con la didattica in presenza “almeno al 50% per le scuole superiori, con il massimo di flessibilità”.

La decisione sul rientro in classe il 7 gennaio è stata presa ieri da Governo, Regioni, Province e Comuni. Ora arriverà un’ordinanza che cambierà i termini per la riapertura della scuola, modificando il dpcm di dicembre. Dal 7 gennaio, quindi, si tornerà in classe gradualmente. Poi ci sarà un nuovo dpcm, a gennaio inoltrato, per capire se si può ulteriormente aumentare il numero di presenze in classe, con l’obiettivo di ridurre la didattica a distanza al 25% entro la fine del mese.

Per rientro a scuola più bus e priorità su tamponi

Il rientro a scuola, però, dovrà andare di pari passo con un aumento dei bus e dei mezzi pubblici in circolazione in corrispondenza degli orari di ingresso e di uscita negli istituti. Per i mezzi pubblici le Regioni avranno fondi aggiuntivi, con in cambio l’impegno di evitare, per quanto possibile, l’interruzione della didattica in presenza. Altra accortezza necessaria è quella degli orari scaglionati, così come la necessità di istituire corsie preferenziali per i tamponi per gli studenti. Si pensa anche alla possibilità di ricorrere all’aiuto dei militari per il tracciamento dei contagi tra gli studenti. In più c’è un altro tema in campo: bisogna incentivare lo smart working anche nel privato, per poter tornare in classe.

I tavoli provinciali per gli orari scaglionati

La palla passa ora ai tavoli provinciali convocati dai prefetti: entro lunedì dovranno fornire le indicazioni su ogni singola area per lo scaglionamento degli orari. L’ipotesi che sembra emergere con più probabilità, almeno nelle grandi città, è quella di due differenti turni: uno che potrebbe partire prima delle 8 e l’altro previsto alle 9.30-10. Queste indicazioni saranno fondamentali anche per il potenziamento di bus e treni e quindi per valutare come investire le risorse aggiuntive stanziate per il trasporto pubblico locale.

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