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Come potrebbe cambiare il sistema a colori, le Regioni chiedono di eliminare zona gialla e arancione

Le Regioni spingono per eliminare il sistema a colori, perché superato dai decreti delle ultime settimane. Tra zona bianca, gialla e arancione le differenze sono minime e solo per i non vaccinati.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"È necessario cambiare i parametri di una pandemia che cambia". Il messaggio di Massimiliano Fedriga, presidente del Friuli Venezia Giulia e della Conferenza delle Regioni, è chiarissimo: bisogna rivedere il sistema a colori. "La zona gialla e arancione sono da eliminare, superate dai decreti messi in campo, e penso anche che dobbiamo cambiare modo di approcciare alla pandemia – ha continuato il governatore leghista – serve buonsenso, affrontare la pandemia come due anni fa sarebbe un fallimento". Ora l'obiettivo è "proteggere gli ospedali" e "convincere le persone a vaccinarsi" contro il Covid. Quanto ai test ha sottolineato: "Non sprechiamo la preziosissima forza lavoro sanitaria per fare dei tamponi inutili".

La linea del presidente della Conferenza delle Regioni è abbastanza condivisa: per il sottosegretario Costa, ad esempio, il sistema a colori non ha più senso. Il governo stesso ha aperto alla revisione delle regole, e si sta riflettendo sulla possibilità di non conteggiare i positivi al Covid asintomatici ricoverati in ospedale per altre motivazioni. Nel frattempo, come effettivamente dice Fedriga, il sistema a colori ha perso gran parte della sua utilità, visto che fondamentalmente superato dalle nuove regole messe sul super green pass e green pass base. Ad oggi non ci sono differenze tra zona bianca e zona gialla, mentre tra zona gialla e zona arancione le uniche regole in più riguardano i non vaccinati.

È chiaro che il problema delle Regioni è non finire in zona rossa, visto che in alcuni casi l'occupazione degli ospedali sta salendo velocemente. Per questo arriva la proposta di rivedere anche il conteggio dei positivi asintomatici, che da un lato non sono ricoverati per il Covid ma per altri motivi, ma dall'altro richiedono comunque procedure e percorsi differenziati, visto che non possono stare con gli altri pazienti ricoverati e negativi. "Oggi siamo di fronte a una popolazione vaccinata molto numerosa – ha insistito Fedriga – abbiamo una variante che ha dei numeri di contagio enormi per cui il tracciamento e i tamponi risultano tecnicamente impossibili".

La linea del governatore del Friuli Venezia Giulia è chiara: "Pensiamo che per il vaccinato il contagio si debba trattare come un'influenza, con la quarantena ed evitando di contagiare gli altri ma non possiamo pensare di mettere in isolamento centinaia di migliaia di cittadini italiani al giorno". Ora l'obiettivo è solo uno: "Vanno protetti gli ospedali", ha ripetuto più volte Fedriga.

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