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Come potrebbe cambiare il bollettino Covid quotidiano: chi è a favore e chi è contrario

Si sta parlando molto in questi giorni, dopo la richiesta delle Regioni, di cambiare il bollettino quotidiano sull’emergenza coronavirus. Ecco come potrebbe essere rivista la comunicazione sui contagi e sui ricoveri, chi è d’accordo e chi non lo è.
A cura di Annalisa Girardi
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Si allarga il fronte di chi chiede di rivedere il bollettino giornaliero sulla situazione epidemiologica in Italia. Con l'impennata della curva dei contagi Covid e numeri sempre più grandi comunicati giorno dopo giorno, secondo alcuni si starebbero favorendo ansia e preoccupazione nella popolazione senza restituire un'accurata fotografia della realtà. È l'opinione, ad esempio, del sottosegretario alla Salute Andrea Costa, convinto che un bollettino come quello attuale con focus primario sui contagi stia "alimentando un clima di paura ingiustificato". In un'intervista con La Stampa Costa ha aggiunto che il dato dei nuovi casi "è ormai fine a sé stesso" e andrebbe piuttosto preso in considerazione quello sui pazienti ricoverati e sullo status vaccinale di chi finisce in terapia intensiva.

Come potrebbe cambiare il bollettino Covid, la proposta di Sileri

È pressoché d'accordo anche l'altro sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, secondo cui nel bollettino bisognerebbe fare una serie di precisazioni e dettagli per "capire meglio l'andamento della pandemia, senza creare ansia". Intervenendo a Timeline, su SkyTg24, Sileri ha fatto qualche esempio concreto di come potrebbe cambiare il bollettino: "Per alcuni dati, per esempio sulla mortalità il trend settimanale può dare una idea migliore dell'andamento della situazione. Ma è altrettanto e forse più importante arricchire i dati con ulteriori dettagli, per esempi il numero delle infezioni asintomatiche, in modo da capire meglio la differenza tra malati e casi positivi".

Inoltre, secondo il sottosegretario, potrebbe essere rilevante avere anche informazioni in più sui ricoverati, l'età media e lo status vaccinale, ad esempio. "Il tema non è la periodicità del bollettino, ma l'approfondimento dei dati senza concentrarsi esclusivamente sul numero dei casi positivi che da solo non può essere esaustivo".

Cosa chiedono le Regioni

Le prime ad affrontare l'argomento, suggerendo una revisione dei conteggi attuali, erano state le Regioni. È necessario precisare che sui dati attuali, così come vengono comunicati, dipendono i parametri che determinano il cambio di colore o meno di una Regione. A livello locale, quindi, si era discusso dell'opportunità di non tenere più in considerazione i positivi al Covid completamente asintomatici. Il virologo Matteo Bassetti, invece, aveva proposto di non contare più tra i numeri degli ospedalizzati quei pazienti che, ricoverati per altri motivi, erano stati sottoposti a tampone ed erano risultati positivi.

Chi non è d'accordo con la proposta di rivedere il bollettino

Non tutti sono però d'accordo con la proposta di rivedere il bollettino quotidiano. Il presidente della fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ha sottolineato che sono gli standard dell'Organizzazione mondiale della sanità a richiedere a tutti i Paesi di rendicontare il numero di casi giornalieri durante la pandemia. Lucia Bisceglia, presidente dell'Associazione italiana di epidemiologia, ha aggiunto in un'intervista con il Corriere della Sera che smettere di contare i casi "è come rompere il termometro quando abbiamo la febbre". E infine, il virologo Fabrizio Pregliasco ha puntualizzato: "Eliminare il bollettino quotidiano sarebbe un segnale di liberi tutti mentre la comunicazione quotidiana ha l’effetto di ricordare la situazione in cui siamo"

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