Come potrebbe cambiare campagna vaccinale con lo stop temporaneo di Johnson&Johnson
Johnson&Johnson ha appena annunciato che ritarderà le consegne dei suoi vaccini in Europa. Questa notizia arriva dopo la raccomandazione di una sospensione del siero, in via precauzionale, arrivata dal FDA americano e dai Centers for Disease Control and Prevention, a seguito di 6 casi di trombosi rara su oltre 6 milioni di somministrazioni negli Stati Uniti. Le reazioni avverse si sono registrate tutte in giovani donne, di età compresa tra 18 e 48 anni. Il Food and Drug Administration, l'ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei farmaci negli Stati Uniti, sta esaminando i dati che riguardano questi casi: secondo l'ente si tratta di "eventi avversi che sembrano essere estremamente rari".
Per la Casa Bianca lo stop temporaneo al vaccino Johnson&Johnson non avrà un impatto significativo sul piano di vaccinazioni, perché gli Stati Uniti hanno sufficienti disponibilità di dosi per mantenere l'attuale velocità di vaccinazioni. I cittadini che si erano prenotati per il vaccino Johnson&Johnson verrà messa a disposizione un'alternativa. Gli accordi siglati con Pfizer e Moderna sui vaccini coprono, ha spiegato la Casa Bianca, 300 milioni di americani.
Molti Stati Usa si stanno già adeguando. A New York tutti gli appuntamenti già programmati per il vaccino monodose sono stati confermati, ma ad essere somministrato sarà il vaccino Pfizer. Mentre nel District of Columbia, dove si trova la capitale federale Washington, gli appuntamenti per il vaccino Johnson&Johnson sono stati tutti cancellati in attesa di essere riprogrammati.
Cosa succede in Italia con i ritardi di Johnson&Johnson
Ma i ritardi della casa farmaceutica nelle distribuzioni in Europa avranno delle ripercussioni nella campagna vaccinale italiana, visto che l'arrivo del siero era una delle colonne portanti del piano nazionale. Proprio oggi sono attese nel pomeriggio le prime 184mila dosi all'hub nazionale della Difesa a Pratica di Mare, vicino Roma. Per questo è stata convocata una riunione ‘tecnica' al ministero della Salute, iniziata alle 16, in cui dovrebbe essere presente anche l'Agenzia italiana del farmaco.
Secondo i piani il vaccino Johnson&Johnson avrebbe dovuto velocizzare la campagna vaccinale, anche perché fino ad ora è l'unico farmaco che non necessita di una dose di richiamo per completare l'immunizzazione. Nel Piano vaccinale nazionale, presentato non più tardi di un mese fa dal commissario all'emergenza Francesco Figliuolo, è previsto l'arrivo di 26,57 milioni di dosi di Johnson&Johnson in Italia entro la fine di quest'anno. In dettaglio, come indicato nelle tabelle, 7,31 milioni di dosi nel secondo trimestre, quello appena iniziato, 15,94 milioni nel terzo, 3,32 nel quarto trimestre 2021.
Con l'utilizzo di AstraZeneca consigliato l'uso "preferenziale" per la fascia di popolazione dai 60 anni in su, e con conseguente il calo di prenotazioni e defezioni per il siero di Oxford, che secondo la percezione di molti cittadini sarebbe meno sicuro proprio per il rischio trombosi, il governo pensava di puntare proprio su Johnson&Johnson per immunizzare la fascia di popolazione più giovane, e le categorie essenziali indicate dal piano vaccinale, come militari e insegnanti. Nel Lazio per esempio il governatore Zingaretti aveva vorrebbe destinare il siero Johnson&Johnson in via prioritaria alle carceri. Anche se oggi il premie Draghi ha ribadito alle Regioni che non saranno ammesse fughe in avanti: il criterio che tutti dovranno rispettare, dopo la vaccinazione degli over 80, dei fragili e della fascia dai 60 ai 79 anni e del personale sanitario in prima linea, sarà quello dell'età. E non saranno ammesse deroghe.