Come potranno riaprire palestre e piscine: le regole proposte dalle Regioni
Oggi le Regioni presentano al governo le loro proposte per le riaperture. I governatori spingono per allentare le restrizioni anti-contagio e tornare a breve alla normalità, specialmente per quanto riguarda quelle attività che sono chiuse ormai da diverso tempo e che chiedono di tornare al lavoro. Le Regioni hanno quindi avanzato una serie di linee guida perché possano farlo in tutta sicurezza. Parte di queste riguardano le palestre, chiuse da diversi mesi, ma che secondo le autorità locali potrebbero restare aperte "anche in scenari epidemiologici definiti ad alto rischio" purché assicurino il rispetto di tutte le norme di sicurezza.
Le linee guida per le palestre
Quindi in primis il distanziamento, che però va integrato anche con "strategie di screening periodico del personale non vaccinato". Non solo, ai gestori delle palestre si chiede anche di pianificare il programma di tutte le attività tramite prenotazioni e regolamentando gli accessi in modo da evitare situazioni di assembramento e aggregazione. All'accesso bisognerà sempre verificare la temperatura, impedendo l'ingresso in caso questa sia superiore ai 37,5 gradi. L'elenco delle presenze andrà poi conservato per almeno due settimane, in modo da poter procedere facilmente con il tracciamento dei contatti in caso di positività.
La regola fondamentale, comunque, rimane il distanziamento dal momento che spesso l'attività fisica non è compatibile con l'utilizzo della mascherina. Nel documento delle Regioni si legge: "Organizzare gli spazi negli spogliatoi e docce in modo da assicurare le distanze di almeno due metri (ad esempio prevedendo postazioni d'uso alternate o separate da apposite barriere) anche regolamentando l'accesso agli stessi". La distanza tra le persone deve essere di almeno un metro nel momento in cui non si sta svolgendo attività fisica o, in caso contrario e specialmente per quella intensa, di 2 metri. Vanno poi sempre igienizzati i macchinari dopo l'uso e in generale si raccomanda una frequente pulizia e disinfezione degli ambienti. Infine, bisogna assicurare il ricambio d'aria.
Le linee guida per le piscine
Per quanto riguarda le piscine, invece, andranno garantiti 7 metri quadrati di acqua per ciascun nuotatore. "Per le aree solarium e verdi – si legge nel documento – assicurare un distanziamento tra gli ombrelloni (o altri sistemi di ombreggio) in modo da garantire una superficie di almeno 10 m2 per ogni ombrellone; tra le attrezzature (lettini, sedie a sdraio), quando non posizionate nel posto ombrellone, deve essere garantita una distanza di almeno 1 metro". In base a queste indicazioni, i gestori dovranno poi regolamentare gli ingressi. Anche in questo caso vanno mantenute le distanze e va privilegiato l'ingresso agli impianti tramite prenotazione. Si raccomanda poi una frequente sanificazione degli ambienti.
Le attività collettive, come lezioni di acquabike o acquagym, vanno svolte preferibilmente all'aperto. E si specifica: "Durante le attività collettive, limitare il numero di partecipanti al fine di garantire il distanziamento interpersonale di almeno 2 metri, con particolare attenzione a quelle che prevedono attività fisica più intensa. Negli ambienti interni, attendere almeno 1 ora tra un’attività collettiva e la seguente, arieggiando adeguatamente il locale". Se, ad esempio, una vasca idromassaggio non è possibile rispettare le superfici d'acqua per persona, questa potrà essere utilizzata esclusivamente da un solo bagnante.
Per quanto riguarda invece le strutture termali sono previste particolari e specifiche indicazioni. Oltre al rispetto di 2 metri di sicurezza dalle altre persone, si chiede agli ospiti di "indossare sempre la mascherina nelle aree comuni al chiuso, mentre il personale è tenuto all’utilizzo della mascherina sempre in presenza dei clienti e comunque in ogni circostanza in cui non sia possibile garantire la distanza interpersonale di almeno un metro".