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Come i grillini hanno cambiato idea sugli insulti a Laura Boldrini: “Cascati in fake news”

Lo racconta Flavio Alivernini nel suo libro “La grande nemica”: sono molti gli esponenti del Movimento 5 Stelle ad aver cambiato idea, anni dopo il famoso post di Grillo sulla Boldrini “in macchina”. E qualcuno, come il capogruppo D’Uva, ammette candidamente di essere caduto nelle fake news senza provare a verificare…
A cura di Redazione
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È il 31 gennaio del 2014 quando Beppe Grillo pubblica sul suo blog un post dal titolo "Cosa succederebbe se ti trovassi la Boldrini in macchina?", riprendendo un video "ironico" in cui si raccontava di un viaggio in macchina con "lady ghigliottina", appunto l'allora Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini. I commenti sulle pagine e sul blog dell'allora leader dei 5 Stelle sono decine di migliaia, con l'ondata di odio nei confronti di Boldrini che tracima sui social network. All'operazione contribuiscono più o meno consapevolmente anche tantissimi eletti del Movimento 5 Stelle, che rilanciano e rafforzano la comunicazione di Grillo, con le voci fuori dal coro che restano pochissime e isolate. A distanza di anni, Flavio Alivernini, che da anni si occupa dell'ufficio stampa di Boldrini, è tornato sulla vicenda, in un capitolo del suo libro "La grande nemica" (ed. People). Alivernini interroga alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle proprio in relazione a quel post e alle reazioni che ha determinato, e le risposte che emergono sono estremamente significative.

Quelle dell'attuale capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle Francesco D'Uva, ad esempio, è emblematica. Il deputato grillino ammette che forse "è stata sottovalutata la piazza e quello che ne è scaturito", aggiungendo: "Ad averlo saputo prima che sarebbe successo tutto quel casino, figuriamoci se uno faceva quel post lì". Poi aggiunge: "Però Boldrini ha chiamato ‘potenziali stupratori' gli attivisti del blog di Grillo". E chiama in causa anche un tweet in cui la Presidente della Camera avrebbe "ripreso concetti molto simili". Ecco, come spiega Alivernini, si tratta di due bufale conclamate, visto che il tweet cui si riferisce D'Uva è un fake e che con "potenziali stupratori" Boldrini si riferiva esclusivamente a chi si era reso protagonista di commenti volgari e sessisti. A quel punto, D'Uva ammette di non aver approfondito e chiosa con un emblematico: "Se è una bufala sono vittima di quella bufala".

Diverso, invece, l'approccio di Emilio Carelli, ex direttore di SkyTG24 e parlamentare del M5s: "Ricordo che provai disagio e disappunto nel leggere la domanda posta da Grillo, ma soprattutto le risposte e i commenti osceni degli hater. Pensai che era un modo di fare politica lontano dalla mia sensibilità e che non condividevo".

Alivernini completa il qaudro riportando le parole di Veronica Giannone, parlamentare espulsa dal Movimento: "M5s è stato concausa di questo odio che continua ad aumentare nella società. Ho creduto nello spirito originario dei 5 Stelle, ma mi sono accorta che gettare fango sugli avversari è parte di un progetto sbagliato. Ancora oggi, purtroppo, il M5s continua a utilizzare gli avversari politici attaccandoli in modo sgradevole allo scopo di aumentare i propri consensi. Il M5s cerca così di alimentare la voglia di sfogo dei cittadini, aiutandoli sempre a trovare il colpevole dei loro mali. Tornando a quel post, non avrebbero dovuto farlo, né contro Boldrini, né contro nessun'altra persona".

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