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Come funzioneranno i controlli del Fisco sulla flat tax delle partite Iva

Nelle prossime settimane l’Agenzia delle Entrate accelererà i controlli fiscali – inclusi quelli sulla flat tax riservata alle partite Iva, e in particolare su chi ne approfitta senza averne diritto. L’obiettivo prefissato è recuperare oltre 11 miliardi di euro di evasione.
A cura di Luca Pons
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Finita l'estate, e soprattutto il mese di agosto in cui l'attività del Fisco si è in buona parte fermata, l'Agenzia delle Entrate riprende ora a pieno regime le operazioni di contrasto all'evasione fiscale. Da qui alla fine dell'anno ci sono nel ‘mirino' diverse categorie, e una di quelle considerate più a rischio (perché più propense a evadere) è quella delle partite Iva. Negli ultimi anni il governo Meloni ha allargato l'accesso alla flat tax, permettendo a chi ha una partita Iva di ottenere condizioni decisamente vantaggiose dal punto di vista fiscale. Ma il rischio è che, per approfittare di questi vantaggi, anche chi non ne ha diritto cerchi di ‘infilarsi' nel regime di flat tax.

In particolare, oggi la flat tax del 15% si applica a lavoratori autonomi e partite Iva che incassano fino a 85mila euro all'anno. La novità è stata introdotta a fine 2022 dal governo Meloni, visto che prima la soglia era fissata a 65mila euro. Il 2023, quindi, è stato il primo anno anno in cui la nuova misura è stata in vigore.

Il regime forfettario – ovvero la flat tax al 15% – ha ottenuto quasi due milioni di adesioni. Due milioni di contribuenti, quindi, che hanno pagato un importo di tasse decisamente più basso di quanto avrebbero dovuto se fossero rientrati nel normale regime Irpef, oltre a beneficiare di varie semplificazioni a livello burocratico. E due milioni di persone su cui potrebbe concentrarsi l'attenzione del Fisco. D'altra parte, l'obiettivo dichiarato da raggiungere entro la fine dell'anno è di recuperare almeno 11,1 miliardi di euro dall'evasione.

Così, i dati di chi ha aderito alla flat tax con tutta probabilità saranno verificati. Chi ha pagato meno senza rispettare i requisiti di accesso necessari, così come i requisiti di permanenza, potrebbe ricevere una lettera dall'Agenzia delle Entrate. I controlli coinvolgeranno le fatture elettroniche, diventate obbligatorie. Lo stesso vale per le dichiarazioni dei redditi: chi non è rientrato negli 85mila euro di reddito – oppure chi l'ha fatto ‘sulla carta', non dichiarando tutte le proprie entrate – rischia di andare incontro a sanzioni.

Per le partite Iva, peraltro, questo potrebbe essere un brutto momento per diventare contribuenti ‘inaffidabili' agli occhi del Fisco. Chi riceve le pagelle Isa (Indicatori sintetici di affidabilità) e riceve un punteggio basso, infatti, potrebbe ritrovarsi a pagare molto di più se decide di accedere al concordato preventivo biennale.

La scadenza per inviare la propria adesione è il 31 ottobre 2024. Chi sceglie il concordato preventivo stabilirà con il Fisco la somma da versare in tasse per i prossimi due anni, e in cambio eviterà la maggior parte dei controlli. Ma, se il punteggio Isa è basso, la somma proposta dall'Agenzia delle Entrate sarà parecchio più alto del reddito dichiarato negli ultimi anni, proprio perché il contribuente è ritenuto poco affidabile.

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