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Come funzionerà l’algoritmo che controlla i conti correnti per combattere l’evasione fiscale

L’Agenzia delle Entrate avrà presto a disposizione un nuovo sistema per individuare chi evade le tasse: l’anonimometro, un algoritmo che incrocerà dati bancari e dichiarazioni fiscali.
A cura di Luca Pons
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L'Agenzia delle Entrate si è presa l'impegno con il governo di aumentare di 2,8 miliardi di euro le entrate che lo Stato ottiene dalla lotta all'evasione fiscale, entro il 2025. Il principale strumento per farlo sarà l'analisi dei dati: con strumenti informatici, incrociando le informazioni disponibili – tra movimenti dei conti correnti e dichiarazioni dei redditi, ad esempio – diventerà più facile individuare chi evade.

Per garantire trasparenza, il Fisco ha pubblicato un documento sulla logica che sta alla base del funzionamento dei suoi algoritmi, e anche una serie di Faq che chiariscono i dubbi più immediati. I controlli per valutare il "rischio" di evasione comprenderanno dieci fasi tecniche: dall'individuare il gruppo di riferimento, al definire quale criterio si vuole osservare, fino a identificare i soggetti potenzialmente rischiosi e stilare delle liste per degli eventuali controlli.

L'Agenzia delle Entrate ha già assicurato che ci sarà sempre un intervento umano. Ovvero, non ci potrà mai essere un intervento del Fisco che sia stato dettato unicamente ad un algoritmo: l'ultima parola spetterà a un operatore fisico, che deciderà come intervenire. In più, le liste create con le analisi informatiche non saranno altro che delle indicazioni per verifiche successive.

L'algoritmo si chiamerà "anonimometro". Il nome è dovuto al fatto che si utilizzeranno i dati dell'Anagrafe dei conti correnti, ma senza violare dati personali (così è stata ottenuta l'approvazione del Garante della privacy). Infatti, durante le analisi i dati delle persone coinvolte (nome, residenza, data di nascita…) saranno sostituiti con dei codici inventati e fittizi. Così, se non sarà individuato nessun rischio di evasione, le persone in questione resteranno definitivamente anonime. Se invece dovessero emergere dei rischi, sarà possibile risalire al nome e ai dati reali della persona.

Partendo dai dati dei conti correnti e delle operazioni bancarie, questi potranno essere confrontati con le informazioni comunicate al Fisco. Oppure, viceversa, si potrà partire da una certa categoria di contribuenti (ad esempio tutte le partite Iva in un certo settore che dichiarano una certa somma, magari realisticamente troppo bassa per quel settore) e poi incrociare le incrociare i loro dati con i movimenti dei loro conti correnti.

Le informazioni prese in considerazione saranno piuttosto sofisticate, e non si limiteranno ai movimenti in banca e alle dichiarazioni dei redditi. Ci saranno i dati sugli accessi alle cassette di sicurezza, quanto spesso si aprono o chiudono rapporti, quanti conti correnti sono intestati a una sola persona o attività. Se ci saranno delle anomalie, potrà intervenire la sede locale dell'Agenzia con ulteriori controlli. Le prime operazioni sfruttando il nuovo algoritmo stanno già partendo, e nei prossimi mesi il meccanismo entrerà in funzione a pieno regime.

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