Come funzionerà la riforma del reddito di cittadinanza: tutte le fasi annunciate dal governo Meloni
La riforma del reddito di cittadinanza sarà fatta "per gradi". E il governo non lascerà indietro chi ha bisogno di un sostegno economico, ragion per cui ha pensato per il 2023 una soluzione ponte, prima della revisione a 360 gradi. A dirlo è la ministra del Lavoro, Marina Calderone, in un'intervista al Corriere della Sera, spiegando quali saranno le fasi della riforma del reddito di cittadinanza, annunciata dal governo a guida Giorgia Meloni con la manovra. Il prossimo anno, nel 2023, ci sarà un primo passaggio: un intervento diretto per distinguere chi non può lavorare dai cosiddetti "occupabili", cioè le persone tra i 18 e i 59 anni abili al lavoro (e che non abbiano nel loro nucleo familiare disabili, minori o anziani a carico), e portare questi ultimi a trovare un impiego.
Nel frattempo si dovranno riformare le politiche attive del lavoro e rivedere le misure di lotta alla povertà, ha spiegato sempre Calderone. E dal 2024 mettere in campo un provvedimento completamente nuovo, sia per quanto riguarda il contrasto alla disoccupazione, che sulla tutela dei più vulnerabili a livello economico.
Non si tratta però di un obiettivo semplice. Le stime per il 2023, infatti, parlano di recessione e dopo la pandemia e la crisi economica scatenata dalla guerra il tasso di disoccupazione nel nostro Paese sfiora l'8%. Con picchi per le fasce più giovani della popolazione che arrivano al 23,7%. Difficilmente questi dati verranno stravolti in nemmeno un anno, ragion per cui ci si chiede cosa ne sarà degli "occupabili" che non riusciranno a trovare un lavoro nei primi otto mesi del 2023.
Secondo il piano del governo, infatti, già dal prossimo anno per chi può lavorare il reddito di cittadinanza verrà ridimensionato: non più 18 mesi rinnovabili di sussidio, ma 8 al termine dei quali non si potrà più percepire l'assegno. In questi otto mesi bisognerà frequentare dei corsi di formazione e al primo rifiuto di un'offerta di lavoro si perderà il beneficio. Per chi non può lavorare, invece, per ora non sono previsti cambiamenti, ma dal 2024 entrerà in vigore una riforma completa della misura. E non si sa ancora in che modo verrà rivista per queste persone.