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Elezioni europee 2024

Come funzionerà la par condicio per le Elezioni Europee

L’Agcom ha ignorato le richieste della maggioranza e ha approvato, senza includere le modifiche apportate dal centrodestra in Vigilanza Rai, il regolamento sulla par condicio per le elezioni europee che si svolgeranno a giugno.
A cura di Annalisa Cangemi
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Oggi l'Agcom ha approvato il regolamento sulla par condicio per le tv private per le elezioni europee che si svolgeranno a giugno, senza tenere conto delle modifiche apportate dalla Vigilanza Rai, volute dalla maggioranza. L'approvazione è avvenuta a maggioranza, con il voto contrario della commissaria Giomi. Ci saranno quindi regole di par condicio differenti tra l'emittente pubblica, per cui valgono le regole della commissione di Vigilanza, e le emittenti private, per le quali vigono le regole dell'Agcom.

L'autorità quindi non ha recepito le modifiche introdotte nel testo dalla commissione di Vigilanza Rai per il servizio pubblico da Fdi, Lega e Noi Noderati, in particolare la possibilità per i ministri e la premier di avere più spazio nei talk show evitando i vincoli dei tempi contingentati, allo scopo di "garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative". Si tratta del cosiddetto ‘Lodo Fazzolari', contestato dalle opposizioni e da Forza Italia.

In commissione Vigilanza si è verificato uno scontro su alcuni emendamenti del centrodestra, che per i programmi di approfondimento giornalistico era riuscito a far approvare la norma che va incontro agli esponenti di governo, purché parlino di temi istituzionali.

Oggi è intervenuta appunto l'Agcom, che con una delibera di approvazione e una nota ha sottolineato di aver approvato un testo "sostanzialmente invariato rispetto allo schema trasmesso alla Commissione di Vigilanza" che definisce "i criteri specifici ai quali debbono conformarsi le emittenti radiotelevisive private e definisce per la Rai e per le private il sistema di monitoraggio". Ed è su quell'avverbio, "sostanzialmente" che si gioca tutto, perché il centrodestra lo interpreta a suo favore.

Per la minoranza la posizione espressa dalla nota è una bocciatura delle modifiche apportate dalla maggioranza sui programmi di approfondimento. La maggioranza sostiene invece che quel "sostanzialmente" dimostrerebbe che le modifiche apportate vengono considerate legittime e in linea con la legge.

Che è pure quello sostiene il commissario Agcom, Antonello Giacomelli: "Abbiamo approvato in via definitiva il nostro regolamento sulla par condicio, prendendo atto che il testo è perfettamente sovrapponibile con la delibera adottata dalla Commissione di Vigilanza formulata anch'essa, pur con diverse variazioni lessicali, nel pieno rispetto della regole fissate dalla legge 28 del 2000 e della legge 515 del 1993". Alla fine dunque "i criteri e le valutazioni di Agcom saranno applicati in modo uniforme sia per le tv private che per il servizio pubblico".

Il nuovo regolamento, anche a seguito di alcune sentenze della Giustizia amministrativa, introduce nuovi criteri per garantire la parità di trattamento nell'informazione televisiva. In particolare, l'Autorità sia per i telegiornali, sia per i programmi di informazione, non si limiterà a valutare la quantità di tempo fruita dai soggetti politici nella programmazione, ma considererà le fasce orarie in cui l'esposizione dei soggetti avviene, sulla base degli ascolti registrati dall'Auditel.

Inoltre, nella valutazione dei programmi di informazione, si terrà conto anche della loro periodicità. L'Autorità, si legge ancora nella nota, interverrà tempestivamente in caso di squilibri, mirando ad assicurare un dibattito politico corretto e pluralistico e condizioni di parità di trattamento tra i soggetti partecipanti alla competizione elettorale.

L'Autorità ha specificato che applicherà in modo uniforme per la Rai e per le emittenti private le regole fissate dalla legge e richiamate tanto dalla delibera della commissione di Vigilanza quanto dal proprio regolamento approvato oggi. Prima di adottare qualsiasi decisione, l'Agcom "garantirà un processo di contraddittorio per consentire alle emittenti di presentare le osservazioni e di fornire eventuali chiarimenti sui dati di monitoraggio, che riceveranno settimanalmente". L'intera normativa, i parametri di riferimento, i dati del monitoraggio e le delibere adottate saranno pubblicate sul sito internet www.agcom.it in una sezione dedicata alle elezioni.

Pd: "Agcom conferma no corsie preferenziali per il governo"

"Il voto del consiglio dell'Agcom conferma che la legge sulla par condicio è chiara e non possono essere previste corsie preferenziali per la maggioranza e il governo", ha detto il capogruppo democratico nella commissione di vigilanza Rai, Stefano Graziano.

"Come abbiamo ribadito in vigilanza gli emendamenti approvati erano un modo subdolo per mascherare come istituzionali interventi politici determinando un vantaggio oggettivo alla maggioranza a scapito delle opposizioni. Il voto di oggi, che ci auguriamo non diventi adesso oggetto di polemiche strumentali, mette una pietra tombale su quel maldestro tentativo e rimette ordine su una normativa fondamentale per garantire equilibrio e imparzialità durante la campagna elettorale", ha aggiunto.

"Il fatto che AgCom abbia approvato una delibera sulla Par condicio per le tv private senza le modifiche volute dal centro-destra fa capire quanto grave sia stata la forzatura che la maggioranza ha messo in campo in commissione di Vigilanza. La pronuncia dell'AgCom è uno schiaffo al ‘lodo Fazzolari' – che non si applicherà almeno alle tv private -, e a chi se lo è votato", ha spiegato in una nota il capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai Dario Carotenuto. "È veramente spiacevole però pensare che il servizio pubblico dovrà sottostare nei suoi talk show a regole diverse più permissive per il governo. Hanno ridotto la Rai a una sorta di operatore telefonico pro-governo: minuti illimitati per Giorgia Meloni e per i suoi ministri".

Fratelli d'Italia: "Da sinistra clamorose falsità"

"Grazie all'Agcom sul tema della par condicio è stata fatta definitivamente chiarezza, stroncando tutte le polemiche delle opposizioni e le clamorose falsità della sinistra. È stato ribadito, inoltre, che le regole sono uniformi, tanto per il Servizio pubblico quanto per le reti private, e che sono rimaste sempre le stesse. Quello che è cambiato, invece, è che la sinistra non è più al governo e per questo vorrebbe che le regole, che lei stessa aveva scritto, ora non valessero più. L'ennesima conferma della sua disonestà intellettuale. Dovrebbero, invece, chiedere scusa agli italiani per i decenni in cui hanno occupato la Rai. Altro che TeleMeloni, per gli italiani è chiaro che questa campagna mistificatoria è soltanto l'ennesimo e disperato tentativo di una sinistra che non ha più argomenti e che soprattutto cerca di spostare l'attenzione dagli ultimi scandali che la stanno colpendo'‘, hanno dichiarato i componenti di Fratelli d'Italia nella Commissione Vigilanza Rai.

Gasparri: "Nessuna sconfessione della Vigilanza Rai da parte dell'Agcom"

"Le decisioni della Commissione di Vigilanza Rai e dell'autorità delle comunicazioni in materia di par condicio sono totalmente coincidenti, perché logicamente ispirate alle leggi vigenti del 1993 e del 2000. Che sono state esplicitamente recepite nel testo della delibera della Vigilanza Rai e citate, anche su reiterata sollecitazione di Forza Italia, negli emendamenti approvati nei giorni scorsi dalla Commissione bicamerale. Le regole quindi saranno assolutamente uguali per la Rai e per le emittenti private e ricalcheranno le delibere del passato. Non c'è quindi nessuna sconfessione della Vigilanza Rai da parte dell'Agcom, perché le delibere sono assolutamente sovrapponibili, né ci sono equivoci, anche se la materia per la sua complessità sembra quasi facilitarli", ha commentato il presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri.

"È stata recepita dalla Vigilanza Rai l'innovazione delle fasce di ascolto da valutare diversamente in base al numero degli spettatori ed è stata ribadita la legittimità dell'attività comunicativa degli esponenti del governo, che non viene conteggiata ai fini della par condicio quando riguarda attività strettamente connesse all'azione dell'esecutivo. Il fatto che non ci siano state smentite dimostra che la decisione dell'autorità delle comunicazioni è stata assunta con il voto contrario della consigliera Agcom espressa dai grillini. Forza Italia ha dato nella Commissione parlamentare di Vigilanza, come sempre, un contributo di saggezza, di costruttività e di equilibrio. Le nostre osservazioni sono state decisive per far coincidere il contenuto delle decisioni di due diversi organismi. Letture diverse sono infondate, faziose e arbitrarie", ha concluso Gasparri.

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