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Come funziona il piano del governo Meloni contro le liste d’attesa: le novità nel decreto

Un nuovo decreto presentato dal ministro della Salute Orazio Schillaci mette in campo alcune novità sulle liste d’attesa: tra le altre, una norma “salta fila” per i pazienti se i tempi di visite o esami nella sanità pubblica vanno troppo per le lunghe, e un aumento del tetto di spesa per il personale sanitario (da abolire nel 2025). Critiche le opposizioni, Schlein: “Solo fuffa”.
A cura di Luca Pons
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Il Consiglio dei ministri che si è riunito oggi ha approvato due norme che puntano a ridurre le liste d'attesa nella sanità: "È una questione di risorse, ma anche di organizzazione", ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci presentando il decreto in conferenza stampa. La prima è un decreto legge, che entrerà in vigore appena pubblicato in Gazzetta ufficiale e dovrebbe diventare operativo entro due mesi, dato che servirà un decreto ministeriale per chiarire le modalità pratiche per mettere in atto le nuove regole. La seconda è un disegno di legge, che contiene le novità più costose, e che passerà dal Parlamento con un iter più lento.

Nuova piattaforma e Centri unici regionali per le prenotazioni

Tra le novità inserite nel dl Liste d'attesa c'è la nascita di un'infrastruttura nazionale di intelligenza artificiale per la telemedicina. Si tratta di una piattaforma che dovrà essere realizzata da Agenas: dovrebbe servire ai cittadini per accedere ai servizi sanitari, ma anche ai professionisti sanitari per prendere in carico i pazienti e alle strutture sanitarie per gestire e organizzare le prenotazioni.

Sempre nell'ottica di ‘razionalizzare' le prenotazioni, si spingerà per la creazione di un Centro unico prenotazioni a cui fare riferimento a livello regionale o infraregionale, che includa anche le prestazioni dei privati convenzionati: "Fino ad adesso un sistema simile era presente solo a spot, in alcune Regioni", ha commentato Schillaci. In più, nascerà un ispettorato generale di controllo sull'assistenza sanitaria, per verificare il funzionamento delle liste d'attesa nelle Asl e negli ospedali, anche partendo da segnalazioni dei cittadini.

Visite e esami garantiti entro le scadenze di legge: la norma "salta fila"

Per quanto riguarda le visite e gli esami, tra le novità c'è che ambulatori e laboratori saranno aperti anche di sabato e domenica. E, se ci sono ritardi rispetto ai tempi previsti per legge, le Asl potranno provvedere ricorrendo a professionisti privati che operano in ospedale o ai privati convenzionati, facendo ‘saltare la fila' ai pazienti colpiti dal ritardo: "Va incontro ai veri scontenti delle liste d'attesa, i cittadini", ha detto il ministro. Una norma simile esisteva già dal 1998, ma Schillaci ha affermato che in questo caso funzionerà diversamente perché la responsabilità di indirizzare il cittadino al privato convenzionato in caso di necessità sarà del direttore generale dell'Asl. A proposito dei privati, nel decreto c'è anche un aumento dei fondi a disposizione delle Regioni che vogliono acquistare le loro prestazioni.

Chi prenota una visita e non ci va pagherà comunque il ticket

Nel decreto ci sono anche misure per evitare che un cittadino prenoti una visita o un esame e poi non si presenti: chi non va alla visita senza preavviso dovrà comunque pagare il ticket. In compenso, chi ha un esame o una visita programmato dovrà sempre essere chiamato due giorni prima per confermare la prenotazione. Per di più, nel decreto è entrato anche un taglio delle tasse sugli straordinari degli operatori sanitari: l'orario svolto in eccesso sarà tassato al 15%. Un intervento che costerà circa 250 milioni di euro, secondo le stime del ministro, che invece su altri interventi non ha risposto alla richiesta di far sapere quanto sia il costo stimato.

Si alza il tetto di spesa per il personale, abolito dal 2025

Infine, c'è il punto sul tetto di spesa per il personale sanitario. Questo per il 2024 viene solamente aumentato, per un importo pari al 15% dell'incremento del Fondo sanitario rispetto all'anno precedente (invece del 10%, come è oggi), mentre dal 1° gennaio il tetto di spesa dovrebbe essere abolito: "Definiremo un nuovo sistema per stabilire i fabbisogni minimi e massimi delle strutture sanitarie", ha chiosato il ministro.

Cosa c'è nel disegno di legge che andrà al Parlamento

Ci sono poi le norme inserite nel disegno di legge, che dovranno essere discusse dal Parlamento e potranno arrivare all'approvazione solo con tempi più lunghi. Dovrebbe nascere un Registro nazionale per le segnalazioni dei cittadini sui disservizi nell'erogazione delle prestazioni sanitarie. Alcuni esami per la diagnostica di primo livello (ecografie, elettrocardiogrammi) dovrebbero diventare disponibili anche negli studi dei medici di famiglia, mentre altre prestazioni (prelievi, esami del sangue) dovrebbero essere erogate anche in farmacia.

Sono previsti anche alcuni interventi che riguardano il personale sanitario: un aumento della tariffa oraria per le prestazioni aggiuntive, ma anche l'utilizzo degli specialisti ambulatoriali interni per recuperare delle liste d'attesa, con una tariffa oraria da 100 euro all'ora. C'è poi la possibilità di incarichi di libera professione per gli specializzandi, fino a dieci ore, e l'opzione di usare contratti di lavoro autonomo nelle strutture sanitarie, per contrastare il fenomeno dei gettonisti.

Soddisfatta la Lega, critiche le opposizioni: "Non ci sono fondi, decreto per le elezioni"

"Più fondi per assumere personale, visite mediche anche nel weekend come già succede in alcune Regioni a guida Lega, taglio delle liste d'attesa migliorando il sistema di prenotazione: anche sulla sanità il governo procede con forza e buonsenso, per lasciarci definitivamente alle spalle l'era di Speranza", ha commentato il Carroccio con una nota. Dura invece la risposta delle opposizioni. Elly Schlein, segretaria del Pd, ha attaccato: "Sono felice che ancora prima del voto dell'8 e 9 giugno la nostra campagna sulla sanità pubblica abbia già ottenuto un primo risultato: costringere il governo di Giorgia Meloni che avevamo ragione noi, e cioè che non ci sono risorse sufficienti per abbattere le liste di attesa. Oggi, a quattro giorni dal voto portano in Consiglio dei ministri una norma che peraltro è già stata contestata dalle Regioni della destra, perché in realtà sembra fuffa. Non si affronta il nodo vero: se vogliamo abbattere le liste di attesa bisogna sbloccare il tetto alle assunzioni che il governo Berlusconi – con Meloni ministra – mise nel 2009″.

Anche Giuseppe Conte ha notato la vicinanza delle elezioni: "Siccome siamo in campagna elettorale, il governo fa un decretino, ma per tagliare le liste d'attesa bisogna investire seriamente. Se si guarda alla sequenza storica, ogni premier ha messo miliardi in più, ma ora sento parlare di qualche centinaio di milioni, che è una cosa ridicola".

Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, ha criticato sui social: "Dopo due anni di governo la Meloni scopre le liste d'attesa in sanità a quattro giorni dal voto e finge di volerle tagliare con qualche spicciolo e con i dubbi anche delle Regioni che amministrano: Veneto e Lombardia. Prendono per i fondelli per gli elettori con provvedimenti farlocchi. Un governo senza alcun pudore".

Negativo anche il parere di Alleanza Verdi-Sinistra: "Un decretino inutile ad affrontare l'emergenza delle liste d'attesa", ha detto la capogruppo alla Camera Luana Zanella. L'intervento più concreto per Zanella è quello che "prevede l'aumento per gli anni 2025 e 2026 della quota del Fondo sanitario nazionale che le Regioni possono usare per l'acquisto di prestazioni da privato convenzionato rispetto a quanto già previsto. Dunque, in buona sostanza niente soldi ma quelli che ci sono andranno di più ai privati".

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