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Come funziona e chi riguarda la rateizzazione dell’acconto Irpef di novembre 2023 per le partite Iva

Tra le misure fiscali approvate dal governo c’è anche il rinvio a gennaio 2024 dell’acconto Irpef di novembre per le partite Iva fino a 170mila euro, con la possibilità di rateizzarlo in cinque mensilità.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L‘acconto Irpef di novembre 2023 slitta ufficialmente a gennaio 2024 e arriva anche la possibilità di rateizzare l'importo. Il governo Meloni lo ha deciso ieri, durante il Consiglio dei ministri che ha varato la manovra di bilancio, tra le varie misure fiscali approvate. La novità, già ampiamente annunciata nei giorni scorsi, riguarda una platea di partite Iva leggermente meno ampia del previsto. Inoltre la misura, che fa parte della più ampia riforma fiscale che il governo ha intenzione di completare nei prossimi mesi, al momento è stata approvata per il solo anno prossimo, come spiega lo stesso esecutivo nel comunicato diffuso alla fine del Consiglio dei ministri.

Nel testo diffuso dal governo, si legge:

Si prevede, solo per il 2023 per le persone fisiche titolari di partita Iva che nel periodo d’imposta precedente dichiarano ricavi o compensi di ammontare non superiore a 170mila euro, il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi, con esclusione dei contributi previdenziali, entro il 16 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento, senza interessi. Il versamento può essere dilazionato fino a 5 rate mensili, da gennaio a maggio, con scadenza il giorno 16 di ciascun mese, con applicazione, in tal caso, degli interessi, a partire dalla seconda rata.

In sostanza, per chi ha una partita Iva e fattura fino a 170mila euro, il pagamento di novembre slitta automaticamente al 16 gennaio, senza interessi. La rateizzazione, invece, è facoltativa: possono accedervi sempre le partite Iva con la stessa soglia di reddito, il pagamento può essere spalmato fino a cinque rate – perciò, appunto, da gennaio a maggio – e deve essere portato a termine il 16 di ogni mese. Si può scegliere, quindi, anche di dilazionare il pagamento in due, tre o quattro rate. A partire dal secondo versamento, però, scatteranno gli interessi.

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