Come firmare il Referendum cittadinanza, cos’è e cosa vuole cambiare
Mancano solo nove giorni alla scadenza per la raccolta firme, e non è ancora chiaro se il referendum sulla cittadinanza ce la farà: negli ultimi due giorni il conto delle sottoscrizioni è aumentato velocemente, e ora si è arrivati quasi a quota 150mila. L'obiettivo, come per tutti i referendum, è arrivare a 500mila adesioni entro il 30 settembre. Lanciato a inizio settembre da +Europa insieme ad altri partiti e associazioni, il referendum chiede di abbassare il tempo minimo di residenza in Italia per avere la cittadinanza da dieci a cinque anni: è uno dei risultati politici nati dal dibattito sulla cittadinanza di questa estate, quando Forza Italia è stato il primo partito di maggioranza ad aprire allo Ius scholae.
Da una parte, ora i forzisti sembrano voler prendere tempo: hanno rifiutato la proposta di Azione di inserire la riforma nel ddl Sicurezza, e stando a quanto detto dal leader Antonio Tajani ora formuleranno una proposta di legge, su cui confrontarsi poi con gli alleati del centrodestra, che di cittadinanza non vogliono sentir parlare. Dall'altra parte Pd, M5s e Avs hanno depositato mozioni per impegnare il governo a intervenire sul tema: saranno discusse la prossima settimana alla Camera, e l'opposizione cercherà di spingere Forza Italia a votare contro il resto della maggioranza per essere coerente alle dichiarazioni dell'estate.
Dopo una partenza a rilento, "in un solo giorno sono arrivate più di 50mila firme", ha sottolineato il segretario di +Europa Riccardo Magi. "Serve nei prossimi giorni lo sforzo di tutti per raggiungere quota 500mila", ha affermato, ricordando che hanno aderito "tante personalità del mondo della cultura, dello sport e dello spettacolo, portando a "un'impennata di firme". Anche sul piano politico, negli ultimi giorni è arrivato il supporto più esplicito di molti leader. Elly Schlein ha detto a inizio settimana di aver firmato il referendum: "Le associazioni di nuove italiane e italiani ci chiedono supporto".
Cosa fare per firmare il Referendum cittadinanza
Firmare il referendum è decisamente semplice, da quando il ministero della Giustizia – dopo anni di attesa – ha lanciato quest'estate l'apposita piattaforma online. Per farlo è necessario avere lo Spid, una Carta d'identità elettronica, oppure la Carta nazionale dei servizi. È sufficiente andare sul sito ufficiale, o anche direttamente sulla pagina dedicata al referendum sulla cittadinanza.
Qui, una volta fatto l'accesso con la propria identità digitale, basterà cliccare su "Sostieni l'iniziativa", poi su "Continua" per confermare i propri dati anagrafici, e di nuovo di "Sostieni l'iniziativa" per ultimare la firma. Così, in pochi secondi, la sottoscrizione sarà registrata ufficialmente. In fondo alla pagina si potrà anche leggere a quanto è arrivato il totale delle firme e quante ne mancano.
Cosa cambia con la riforma proposta
Concretamente, il referendum chiede di cambiare la legge esistente sulla cittadinanza, che risale al 1992. Oggi, infatti, può diventare un cittadino italiano solo chi risiede legalmente in Italia da almeno dieci anni. Questo riguarda sia gli adulti che i neo-18enni, che possono fare richiesta e devono dimostrare di essere nel Paese da almeno dieci anni, oltre agli altri requisiti – come la conoscenza della lingua italiana e la possibilità di sostenersi a livello economico. Di fatto, quindi da quando una persona ottiene la residenza in Italia deve aspettare dieci anni per poter diventare cittadina.
Con il referendum, questa soglia si abbasserebbe da dieci a cinque anni, come avviene anche in altri Paesi europei (e come era in Italia fino al 1992). Un cambiamento che può sembrare marginale, ma che in realtà stando alle stime dei proponenti permetterebbe di ottenere la cittadinanza a 2,5 milioni di persone. Questo calcolo include sia gli adulti che i loro figli minorenni conviventi, che se entrambi i genitori sono italiani acquisiscono in automatico la cittadinanza.
Non cambierebbero gli altri requisiti già citati, che rimarrebbero identici. L'unica differenza sarebbe che una persona che già rispetta questi requisiti – parla italiano, è inserito a livello economico e lavorativo, è in regola con le tasse – potrebbe ottenere la cittadinanza dopo aver risieduto in Italia per cinque anni, invece di doverne aspettare dieci.