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Come è nata la rissa alla Camera e cosa è successo dopo, il video completo. Donno (M5s): “Attacco squadrista”

La rissa a Montecitorio è partita quando Leonardo Donno (M5s) ha provato a consegnare al ministro Calderoli una bandiera tricolore, come mostra il video. La tensione era già decisamente alta nel dibattito sull’autonomia differenziata. Oltre ai commessi della Camera, però, sono intervenuti anche molti deputati della maggioranza.
A cura di Luca Pons
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Nella serata di ieri, la discussione alla Camera sulla riforma dell'autonomia differenziata si è trasformata in una vera e propria rissa, che ha portato il deputato M5s Leonardo Donno a lasciare l'Aula in sedia a rotelle. Il video dell'aggressione, fatto circolare su diverse chat, ha mostrato l'origine dell'accaduto: Donno si era avvicinato al ministro Calderoli con una bandiera tricolore, per consegnargliela. Il gesto era un'evidente polemica nei confronti dell'autonomia differenziata, di cui proprio Calderoli è autore, e che è accusata di "spaccare l'Italia" favorendo il Nord e penalizzando il Sud. Diversi deputati della maggioranza, però, hanno raccontato il gesto di Donno come un'aggressione al ministro, mentre lui si è difeso parlando di un "attacco squadrista" ai suoi danni. Questa sera, dopo la seduta pomeridiana, si riunirà l'ufficio di presidenza della Camera per valutare l'accaduto.

Le tensioni prima della rissa

La seduta a Montecitorio era già stata molto tesa fino a quel momento. In precedenza, le opposizioni avevano protestato perché da Fratelli d'Italia il deputato Deidda aveva urlato "Stai zitta" alla capogruppo del Pd Chiara Braga, e la seduta era stata sospesa – come è avvenuto spesso, negli ultimi giorni di dibattito infuocato sull'autonomia. Poco dopo, un altro deputato, questa volta il leghista Furgiuele, era stato espulso dall'Aula dal presidente Fontana per aver fatto una X con le braccia. Un gesto troppo simile a quello usato dal generale Vannacci per fare riferimento alla Decima Mas, corpo militare italiano schierato con i nazisti durante la Seconda guerra mondiale. Anche se Furgiuele si era difeso dicendo che stava imitando un giudice di X Factor, perché nel frattempo il dem Giuseppe Provenzano stava cantando Bella ciao.

La bandiera a Calderoli e l'aggressione

In questo contesto, Donno è entrato in Aula portando una bandiera tricolore e si è avvicinato al ministro Calderoli. Le immagini mostrano il deputato che si avvicina e apre la bandiera, il ministro che si tira indietro, e i commessi che intervengono immediatamente a bloccare Donno, che viene espulso da Fontana. Non è la prima volta che il deputato fa una cosa simile: a fine maggio aveva provato a consegnare al ministro Crosetto una maglietta con la scritta "basta armi", venendo anche in quel caso bloccato ed espulso.

Calderoli ieri ha detto di aver avuto paura: "Se uno vede una macchina che fa? Attraversa o si ferma? Io non so con che intenzioni uno si avvicina". Se da parte di Donno ci fosse un'intenzione di mettere il tricolore attorno alle spalle del ministro, o comunque di toccarlo fisicamente in qualche modo, non è chiaro, ma non c'è stato il tempo perché questo avvenisse.

Pochi secondi dopo, il parlamentare era già circondato dalla maggioranza. I commessi, mentre lo portavano al di fuori, gli hanno dovuto anche fare da scudo. Anche uno di loro, secondo quanto riportato, è stato ferito. Nel video, tra i parlamentari più furiosi c'è il leghista Igor Iezzi – facile da distinguere grazie alla giacca chiara – che supera la ressa per cercare di tirare dei pugni a Donno. Il presidente della Camera Fontana ha già chiesto che tutti i filmati disponibili siano visionati, per prendere i necessari provvedimenti disciplinari.

La maggioranza: "Una sceneggiata", Donno: "Ho dovuto fare l'elettrocardiogramma"

In un'atmosfera ormai incandescente, ci sarebbero stati anche altri scontri. Fabio Pietrella, deputato di FdI, ha detto di aver ricevuto "due stampellate sul petto" da Toni Ricciardi (Pd) mentre cercava di "stemperare gli animi". Ciò che è certo è che Nico Stumpo, sempre del Pd, è stato l'ennesimo parlamentare espulso dall'Aula perché ha tiato una sedia nella direzione dei banchi del governo – anche se la difesa è che non sarebbe stata diretta a una persona, ma si sarebbe trattato di un gesto simbolico senza rischi.

Nelle ore successive ci sono stati duri scambi di accuse. La versione di Iezzi è quella di aver provato a colpire Donno con dei pugni, ma senza riuscirci, e che il deputato abbia fatto una "sceneggiata". "Donno abbracciava il ministro, il suo è stato un gesto violento", ha aggiunto il sottosegretario leghista Massimo Bitonci. Per Federico Mollicone (FdI), "il gesto oltraggioso e irrispettoso è stato quello di Donno".

Lo stesso deputato M5s, parlando a Otto e mezzo, ha poi raccontato: "Ho preso anche un sacco di calci". Oltre a Iezzi, "anche Mollicone, Amich, Cangiano mi hanno aggredito e poi ho ricevuto questo pugno fortissimo nello sterno, non ho capito da chi fosse arrivato". E per quanto riguarda la presunta aggressione a Calderoli: "Se l'aggressione è quella di andare a consegnare la bandiera al ministro…credo che chi sta dicendo queste cose si dovrebbe vergognare per le scene che il Paese ha dovuto vedere". Sempre il deputato ha riportato: "I colpi allo sterno mi hanno tolto il fiato. Sono crollato, faticavo a respirare. Ho avuto paura. Mi hanno dovuto fare sette o otto volte l'elettrocardiogramma". Per poi concludere annunciando il ricorso alle vie legali: "Li denuncerò, è stato un attacco squadrista".

Il leader M5s Giuseppe Conte ha preso le difese del suo deputato: "Giù le mani da noi, giù le mani dal nostro tricolore. Non passerete. Vergogna". La segretaria del Pd Elly Schlein si è unita: "A cento anni dall’omicidio Matteotti non si devono vedere queste immagini, non pensino di fermare i nostri diritti di opposizione contro riforme che stanno stravolgendo l’Italia".

Lo scontro sul verbale: "Non scrivete ‘disordini', è stata un'aggressione"

Alla ripresa dei lavori, questa mattina, le opposizioni – in particolare Pd, M5s e Alleanza Verdi-Sinistra – sono intervenute contestando il verbale della seduta di ieri. In particolare, hanno criticato il fatto che si riportasse che Donno si è avvicinato a Calderoli "con veemenza", e soprattutto che si parlasse di "disordini" e non di "aggressione" nei danni del deputato pentastellato.

Le tensioni non si sono abbassate, al punto che Alfonso Colucci (M5s) si è rivolto direttamente alla maggioranza nel corso del suo intervento gridando: "Siete degli squadristi". Lo ha interrotto il presidente dell'Aula in carica in quel momento (e suo compagno di partito) Sergio Costa, definendo "inaccettabili" le sue parole. Benedetto Della Vedova (+Europa) ha chiesto che l'ufficio di presidenza fosse convocato non questa sera, ma subito, per poter proseguire successivamente con i lavori.

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