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Come è andato il primo anno al governo di Giorgia Meloni, dunque?

Un anno fa Giorgia Meloni vinceva le elezioni politiche. Oggi Fratelli d’Italia dipinge questi mesi come un successo dietro l’altro: ma al di là della narrazione trionfalistica, ci sono un po’ di appunti da fare.
A cura di Annalisa Girardi
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È passato un anno da quando Giorgia Meloni ha vinto le elezioni ed è tempo di bilanci. Per Fratelli d’Italia è stato un anno di successi, che il partito ha messo nero su bianco su un opuscolo chiamato: “Un anno di risultati, come il governo Meloni sta facendo ripartire la Nazione”.

Al di là delle narrazioni trionfalistiche, però, qualche appunto da fare c’è.

Giorgia Meloni ha sempre sottolineato come con lei al governo l’economia crescesse più di quella degli altri Paesi europei e che l’occupazione fosse tornata a livelli record. In realtà gli ultimi dati ritoccano le stime a ribasso e ci dicono che il Pil non sta crescendo quanto previsto. E per quanto il tasso di occupazione sia aumentato – questo è vero -ma  siamo sempre ai livelli più bassi d’Europa, con un mercato del lavoro che troppo spesso non garantisce tutele e stipendi dignitosi a tutti quanti.

Di immigrazione si potrebbe parlare per ore. Negli ultimi anni la destra ha fatto la propria fortuna politica sul binomio migrazioni e sicurezza, addossando spesso e volentieri ai migranti la colpa della mancanza di lavoro, della criminalità, del traffico di droga, del disagio sociale e di molto altro. Andando al governo, partiti come Lega e Fratelli d’Italia promettevano soluzioni a portata di mano e una vera e propria rivoluzione della gestione dei flussi migratori. Spoiler: non c’è stata. Il governo ha presto dimenticato il blocco navale – per fortuna – e di fatto sta riproponendo strategie che conosciamo da anni, cioè la strada degli accordi con i Paesi del Nordafrica (già battuta dal Partito democratico, per quanto oggi i dem la condannino) che si è già dimostrata fallimentare in mille modi.

Inoltre, il piano Mattei per l'Africa è rimasto uno spot elettorale, visto che gli investimenti in cooperazione e sviluppo rimangono bassi. Quindi, al di là dei toni duri, nulla di nuovo e nessun “successo strabiliante” nemmeno su questo fronte.

C’è molto altro ancora nell’opuscolo di Fratelli d’Italia sui successi che il governo avrebbe avuto nel suo primo anno di vita. C’è ad esempio la questione energetica: si dice che il tetto al prezzo del gas in Europa sia  stato ottenuto da Meloni, che avrebbe così messo fine alle speculazioni. Ma in realtà sappiamo che le trattative su questa misura sono iniziate ben prima che Meloni vincesse le elezioni e che rincari e speculazioni non si sono certo conclusi. Basta guardare alle pompe di benzina in queste settimane.

E poi molto altro ancora: gli arresti dei mafiosi, il rilancio del Made in Italy, lo stop ai rave party, la sovranità alimentare. Sicuramente il governo Meloni ha i suoi successi da esporre in una teca, ma a un anno dalle elezioni è evidente che ci sia anche molta retorica in questa narrativa trionfalistica.

Attenzione però. Questo non significa che concretamente non sia cambiato nulla. Perché slogan, retorica e propaganda hanno comunque un forte impatto sul piano culturale. Oggi abbiamo ministri che sostengono teorie complottiste e lanciano l’allarme sulla sostituzione etnica ai danni dei migranti. Ministre che negano che l’aborto sia un diritto. Dio, patria e famiglia (tradizionale) come stella polare dell’azione di governo. La narrativa del merito da un lato e quella dei divanisti che pretendono il reddito di cittadinanza dall’altro.

Tutto questo ha un impatto. Amplia o restringe tanto gli spazi dell’inclusività e della giustizia sociale, quanto quelli della discriminazione e delle diseguaglianze. Rispetto a un anno fa la concezione di diritti e opportunità è cambiata. Forse è troppo presto per dire che l’Italia stia diventando un Paese diverso. Ma che dei cambiamenti sono in atto è innegabile. E l’impronta del governo in questo processo è evidente.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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