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Come è andato il Consiglio Ue sui migranti e perché non è stato raggiunto un accordo

Il Consiglio Ue non è riuscito a trovare l’accordo sulle modifiche al Patto immigrazione e asilo: non solo Polonia e Ungheria non sono d’accordo, ma anche l’Italia ha frenato. Il problema sarebbero alcune proposte della Germania, che ha chiesto tutele per le Ong che soccorrono i migranti nel Mediterraneo.
A cura di Andrea Miniutti
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Siamo ad un nuovo stallo: la discussione sul nuovo patto per la migrazione e l'asilo che si è tenuta ieri a Bruxelles si è conclusa (di nuovo) in un nulla di fatto. Il Consiglio Affari Interni dell'Unione non ha trovato un accordo per superare l'impasse che si era creata a luglio, nonostante i tentativi di mediazione da parte della Spagna, presidente di turno per il secondo semestre dell'anno. Continuano a essere fermamente contrarie alla proposta sia Ungheria che Polonia, ma anche l'Italia – rappresentata dal ministro Matteo Piantedosi – ha espresso i suoi dubbi. Soprattutto a causa di alcune richieste della Germania, che avrebbe spinto per tutelare maggiormente la flotta civile che soccorre i migranti nel Mediterraneo.

Cos'è successo durante la riunione di ieri

Il Consiglio che riunisce tutti i ministri degli Interni dei Paesi Ue  si è riunito a Bruxelles per discutere delle modifiche al patto per la migrazione e l'asilo, cioè un "nuovo sistema è concepito per fornire certezza, chiarezza e condizioni dignitose alle persone che arrivano nell'UE".

Dopo che a luglio la Germania non era rimasta soddisfatta dal lavoro svolto fino a quel punto – i Verdi tedeschi sostenevano che non tutelasse a sufficienza i diritti di chi arrivava nel nostro continente -, durante la riunione di ieri sono stati presentati gli emendamenti di Berlino. Tra i passaggi si legge: "le operazioni di aiuto umanitario, secondo gli standard europei, non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non vi è l'obiettivo di destabilizzare l'Unione o uno Stato membro". Traduzione: le operazioni delle Ong non devono essere intralciate.

Una proposta che non è piaciuta a Piantedosi. Anche perché nel frattempo è arrivata la notizia dell'arrivo di sette navi umanitarie dirette verso Lampedusa: a quel punto Piantedosi ha abbandonato la riunione "per impegni domestici" e sostenendo che servisse del tempo per fare delle valutazioni giuridiche sugli emendamenti proposti.

Il rinvio della discussione ha ricevuto supporto anche dalla città di Berlino, dove Antonio Tajani era impegnato in un incontro con la sua omologa tedesca: "Abbiamo aspettato gli altri per mesi, se si aspetta un'ora l'Italia non succede niente, non mi pare sia uno scandalo, un delitto di lesa maestà". Invece, Fernando Grande-Marlaska Gómez, ministro degli Interni spagnolo, ha voluto tranquillizzare: il raggiungimento dell'accordo "è questione di giorni". Ha poi ribadito quanto sia importante giungere presto ad una soluzione, perché "gli eventi di Lampedusa confermano che il Patto sui migranti oggi più che mai è irrinunciabile e necessario".

Per approvare il patto servirà la maggioranza qualificata, cioè il sistema di voto che si basa su due condizioni: che sia d'accordo il 55% degli Stati membri (15 su 27) e che questi rappresentino almeno il 65% della popolazione europea.

Tajani da Berlino: "Forse qualcuno vuole impedire che ci sia un accordo"

Nel frattempo, nella capitale tedesca si sono incontrati i ministri degli Esteri di Italia e Germania. Durante la conferenza stampa, Antonio Tajani ha commentato gli ultimi aggiornamenti provenienti dal Mediterraneo: "La notizia di sette navi di Ong, alcune battenti bandiera tedesca, altre no, che vanno verso Lampedusa conferma la nostra preoccupazione e la nostra analisi". Ciò che ha generato lo scontro tra Roma e Berlino è stato l'annuncio da parte della Germania di voler finanziare alcune organizzazioni umanitarie che operano in Italia. Per Palazzo Chigi è stata l'occasione di ribadire la teoria secondo la quale le Ong sarebbero un pull-factor per i migranti, cioè una sorta di calamita per gli sbarchi, anche se è stato più volte dimostrato che non c'è correlazione tra la presenza di navi umanitarie in mare e il numero di persone che arrivano nelle nostre coste.

Dall'altra parte, la ministra e leader dei Verdi Annalena Baerbock ha cercato di abbassare i toni, invitando a trovare una soluzione diplomatica: "Il nostro obiettivo comune è che le persone non partano nemmeno su quelle barche traballanti, quindi dobbiamo lavorare con i Paesi di provenienza". Tuttavia, al termine dell'incontro, parlando con Repubblica il leader forzista Tajani ha rilanciato la proposta di Piantedosi di affidare l'accoglienza dei migranti salvati agli Stati di cui le Ong battono bandiera, evidenziando poi le sue perplessità per le coincidenze temporali “Mi pare veramente strano, preoccupante. Nel giorno in cui si avanza una proposta (al Consiglio Ue, ndr), si fanno arrivare tutte queste navi. È una coincidenza? Cosa c’è dietro?”.

I leader degli Stati mediterranei (Med9) si riuniscono oggi

Malta oggi ospita il Med9, un incontro tra i leader dei Paesi dell'Ue che si affacciano sul Mediterraneo per parlare di migranti. Il summit si svolge il giorno dopo che l'Onu ha reso noti i dati sulle morti nel "mare nostrum": nel 2023 sono stati più di 2500. Questo vertice sarà anche l'occasione per trovare una maggiore intesa tra Italia e Francia, in particolare in seguito ad alcune dichiarazioni di Emmanuel Macron nei giorni scorsi: "Non possiamo lasciare soli gli italiani", aveva detto il capo dell'Eliseo.

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