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Come cambierà il green pass dal primo maggio e dove sarà ancora obbligatorio

Dal primo maggio l’Italia dirà praticamente addio al green pass, ma ci sono alcuni luoghi in cui la certificazione verde servirà ancora fino alla fine dell’anno: si tratta degli ospedali e delle Rsa.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'Italia si prepara a dire addio al green pass. A partire dal primo maggio – salvo novità dell'ultimo minuto – l'obbligo di presentare la certificazione verde decadrà praticamente in tutte le attività. A differenza di quanto sta accadendo con le mascherine al chiuso, sulle quali c'è un dibattito in corso ed è attesa una decisione la settimana prossima che potrebbe andare nella direzione di una proroga dell'obbligo in alcuni luoghi, non ci dovrebbero essere passi indietro sull'eliminazione del green pass. Il piano, perciò, resta l'originale, deciso con l'ultimo decreto Covid varato dal governo alla fine di marzo, che prevede il percorso di graduale eliminazione di tutte le restrizioni per contrastare la pandemia.

Dal primo maggio la certificazione verde non sarà più necessaria sul lavoro, nei bar e nei ristoranti, nei cinema e nei teatri, negli stadi e nei palazzetti. Il green pass non sarà più richiesto neanche nelle palestre e nelle piscine, nei centri sociali e culturali, nelle discoteche e per le feste. Niente più certificazione verde anche sui mezzi di trasporto, compresi quelli a lunga percorrenza come treni, aerei e navi.

La certificazione verde, sostanzialmente, sarà eliminata ovunque dal primo di maggio, ma ci sono alcune occasioni in cui verrà richiesta ancora fino alla fine dell'anno. È il caso dei lavoratori del comparto sanitario, negli ospedali e nelle residenze sanitarie assistenziali. Per chi sarà sprovvisto scatterà la sospensione dal lavoro e dallo stipendio fino al 31 dicembre 2022. Il super green pass sarà richiesto anche a chi farà visita a parenti e amici ricoverati negli ospedali o nelle Rsa, anche in questo caso l'obbligo è in vigore fino alla fine dell'anno. Insomma, l'Italia si prepara seriamente a dire addio alla certificazione verde. Nella speranza – condivisa da tutti – che non sia un arrivederci.

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