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Manovra 2024

Per chi aumentano gli stipendi con la manovra del governo Meloni tra taglio del cuneo e riforma Irpef

Conferma del taglio del cuneo fiscale da una parte e riforma dell’Irpef dall’altra, mentre il governo si prepara anche al rinnovo dei contratti collettivi del settore pubblico. Con la legge di bilancio per il 2024, gli stipendi dovrebbero vedere degli aumenti soprattutto per alcune fasce di dipendenti.
A cura di Luca Pons
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Il governo Meloni presto dovrà presentare la sua nuova legge di bilancio per il 2024, e il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha già chiarito quali saranno le priorità al suo interno: taglio del cuneo fiscale, riforma dell'Irpef, rinnovo dei contratti pubblici e misure per la natalità. Le prime due potrebbero avere già da gennaio un effetto sulle buste paga di molti, ovvero tutti i dipendenti che hanno un reddito al di sotto dei 35mila euro (per il taglio del cuneo) oppure al di sopra dei 15mila euro (per la riforma Irpef). La terza, cioè il rinnovo dei contratti collettivi, sarà invece un'operazione che richiederà più tempo, e stando alle dichiarazioni del governo dovrebbe dare una particolare attenzione al personale medico-sanitario.

Il taglio del cuneo fiscale dovrebbe essere confermato per tutto l'anno con le stesse condizioni attuali: riduzione dei contributi da versare a carico dei dipendenti, del 7% per chi prende fino a 25mila euro all'anno e del 6% per chi arriva fino a 35mila euro annuali. Concretamente, questo porterà fino a 100 euro lordi in più un busta paga. Attenzione però: se il taglio sarà confermato, da gennaio non ci saranno dei soldi in più nello stipendio. Semplicemente, saranno confermate le condizioni in vigore quest'anno, quindi non ci sarà un calo e le cifre resteranno le stesse degli ultimi mesi.

Con la riforma dell'Irpef, invece l'intenzione del governo è di unire le prime due aliquote dell'Irpef, portandole in totale da quattro a tre. Questo significa che mentre adesso chi ha un salario fino a 15mila euro annuali paga il 23% di Irpef, e chi va fino a 28mila euro paga il 25%, entrambe queste fasce pagherebbero solo il 23%.

I contribuenti con un reddito dai 28mila euro in su sarebbero comunque beneficiati perché l'Irpef si paga in modo progressivo, ovvero il 23% sui ‘primi' 15mila euro di reddito, poi il 25% sugli introiti successivi fino a 28mila euro, il 35% fino a 50mila euro e il 43% oltre i 50mila euro. In sostanza quindi non cambierebbe nulla per chi prende meno di 15mila euro, che resterebbe con la stessa aliquota, fissata al 23%. I risparmi, sarebbero di circa 60 euro all'anno per chi si trova subito al di sopra di questa soglia, di circa 100 euro per chi prende 20mila euro all'anno, e fino a 260 euro all'anno dai 28mila euro di reddito in su.

Infine c'è la questione dei contratti collettivi, che però sarà più lunga e articolata. Il governo vuole adottare un primo decreto, già nelle prossime settimane, con 3,2 miliardi di euro che serviranno in parte anche per i contratti pubblici. Da gennaio dovrebbero quindi ripartire le contrattazioni per rinnovare gli accordi per il triennio 2022-2024. Nel corso degli ultimi due anni sono stati in buona parte rinnovati i contratti pubblici che erano scaduti nel 2021. Per recuperare i ritardi che coinvolgono i circa 3,2 milioni di dipendenti pubblici, i soldi stanziati dal governo saranno il primo passo. Con la legge di bilancio dovrebbero arrivare altri fondi: la richiesta del ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, sarebbe di 6 miliardi di euro, ma è probabile che la cifra finale sarà più bassa.

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