Come cambiano le bollette con il tetto al prezzo del gas deciso dall’Unione europea
Il tetto al prezzo del gas (o price cap) europeo è arrivato ieri, dopo mesi di trattative. Il Consiglio dei ministri dell'Energia ha fissato il tetto a 180 euro al megawattora, la misura entrerà in vigore il 15 febbraio 2023. Da quel momento, se il prezzo del gas supererà la soglia stabilita per 3 giorni consecutivi, e la differenza rispetto al prezzo del gas naturale liquido (Gnl) negli altri principali mercati internazionali sarà superiore ai 35 euro, si applicherà il tetto deciso dall'Unione. Si tratta di un limite piuttosto alto e con dei criteri stringenti, quindi l'effetto sulle bollette sarà probabilmente limitato.
Il risultato raggiunto è sicuramente più basso di quello da cui si era partiti inizialmente: a fine novembre la Commissione europea aveva proposto un tetto al prezzo del gas di 275 euro al megawattora, da applicare se la cifra veniva superata per almeno due settimane. Anche con la soglia a 180 euro, però, i consumatori non vedranno cambiamenti immediati.
Innanzitutto perché la misura non sarà attiva fino a metà febbraio, quindi le bollette di gennaio non saranno influenzate. Secondo il presidente di Arera (l'Autorità di regolazione per l'energia) Stefano Besseghini, anzi, i prezzi "risentiranno del fatto che adesso entriamo nella parte vera dell’inverno in cui le temperature sono più rigide e la domanda è più alta". A inizio 2023, quindi, potrebbe esserci un aumento delle bollette, perlomeno per quanto riguarda il metano.
Anche quando il tetto al prezzo del gas entrerà in vigore, poi, gli effetti sulle bollette saranno scarsi. La cifra di 180 euro al megawattora è molto alta rispetto alla media del prezzo del gas negli anni precedenti alla crisi energetica (quando oscillava tra i 20 e i 30 euro), e negli scorsi mesi è stata superata con continuità solo in un periodo tra agosto e settembre, quando i prezzi hanno raggiunto un picco sopra i 300 euro al mese.
Attualmente, il prezzo è poco al di sopra dei 100 euro al megawattora. Il tetto a 180 euro "rimane alto rispetto ai prezzi industriali", ha commentato Besseghini. "Vediamo come reagisce il mercato e che effetti si determineranno nel medio periodo. Certamente in qualche maniera gli scambi verranno mitigati". Un effetto diretto sulle bollette, però, si potrebbe vedere solo in caso di prezzi decisamente alti per molto tempo.
Il price cap, una volta attivato, durerà per almeno 20 giorni lavorativi, ma sono previsti dei casi in cui sarà disattivato automaticamente. Se le forniture di gas saranno messe a rischio, ad esempio con un aumento troppo forte della domanda, il tetto smetterà di essere applicato. Lo stesso succederà se l'importazione di Gnl caleranno in modo significativo, o se i volumi di gas scambiati al Ttf (il mercato europeo di riferimento) scenderanno troppo. Un altro limite è che il price cap non si applicherà agli scambi Over the counter, cioè quelli effettuati fuori dai mercati regolamentati, con accordi diretti tra produttori e acquirenti.
Oltre alla decisione sul tetto al prezzo del gas, i ministri dell'Energia dell'Unione europea hanno anche stabilito che le società energetiche dei vari Paesi dell'Ue dovranno acquistare in comune almeno il 15% dei propri stoccaggi di energia. In più, entro il 31 marzo 2023 l'Agenzia per la cooperazione tra i regolatori nazionali dell'energia dovrà decidere un nuovo parametro di riferimento dei prezzi per sganciare il prezzo dell'energia elettrica dal prezzo del gas.
Questo sulla carta potrebbe aiutare a contenere il prezzo delle bollette, non del gas ma della luce. Finora, infatti, quando i prezzi del metano aumentavano salivano automaticamente anche quelli dell'elettricità, a prescindere che l'energia elettrica fosse prodotta utilizzando il gas o no. Sganciando i due prezzi, si dovrebbe evitare l'effetto ‘volano'. Questo dipenderà, comunque, dai nuovi criteri che verranno stabiliti nel 2023.