Come cambia lo stipendio in busta paga nel 2024 con la riforma dell’Irpef e il taglio del cuneo
Con la manovra per il 2024, Giorgia Meloni ha chiarito più volte che l'obiettivo del governo è quello di tutelare chi ha dei redditi bassi. Per questo, ha detto, la maggior parte dei fondi (quasi 15 miliardi su 24) sono dedicati a due misure: la conferma del taglio del cuneo fiscale e la riforma dell'Irpef. Entrambe avranno un effetto, più o meno visibile, sulle buste paga del prossimo anno. I benefici maggiori saranno per chi ha un reddito attorno ai 28mila euro annuali, cioè circa 2.200 euro lordi per tredici mensilità.
Che effetto avrà il taglio del cuneo fiscale
Innanzitutto, il taglio del cuneo fiscale. Questa misura resterà in vigore nel 2024 esattamente come nella seconda parte del 2023. I contributi che vengono versati ogni mese dal lavoratore saranno ridotti di sette punti percentuali per chi ha un reddito fino a 25mila euro, e di sei punti per chi prende fino a 35mila euro all'anno.
Il rinnovo vale per un solo anno, quindi a fine 2024 il governo dovrà trovare altri soldi se vorrà confermare la misura. Per il momento comunque il taglio resta, e il suo effetto sulle buste paga sarà invisibile. Infatti, dato che il taglio è uguale a quello attualmente in vigore, da dicembre 2023 a gennaio 2024 non ci saranno differenze nello stipendio.
Numeri alla mano, comunque, la retribuzione sarà più alta di quanto lo sarebbe se il taglio non ci fosse. In media, se il governo non avesse riconfermato il taglio, i lavoratori interessati si sarebbero trovati in media con quasi 100 euro in meno nello stipendio.
Chi ci guadagna con la riforma dell'Irpef 2024
Per quanto riguarda la riforma dell'Irpef, si tratta sostanzialmente di una riduzione del 2% per chi ha un reddito tra i 15mila e i 28mila euro. Infatti, attualmente l'aliquota più bassa dell'Irpef è fissata al 23% e riguarda tutti coloro che guadagnano meno di 15mila euro. La seconda aliquota invece è per chi prende tra i 15mila e i 28mila euro, ed è al 25%. Con la riforma, queste due fasce saranno accorpate e l'aliquota resterà al 23%.
Come si quantifica il guadagno con questa nuova divisione? In sostanza, ci sarà uno sconto pari al 2% del proprio reddito imponibile, ma solo per la parte che supera i 15mila euro (dato che su questa tutti pagavano il 23% già prima). Quindi i vantaggi sono nulli per chi ha un reddito sotto i 15mila euro e sono piuttosto contenuti per chi è di poco più in alto. Ad esempio, chi prende 20mila euro lordi all'anno avrà uno sconto fiscale di 100 euro all'anno.
Il livello più alto sarà per chi si trova al di sopra dei 28mila euro di reddito, che risparmierà circa 260 euro all'anno di Irpef. La somma resterà la stessa dai 28mila euro in su, fino alla soglia dei 50mila euro annuali. Infatti, il governo ha previsto che lo sconto Irpef sia cancellato per i contribuenti che guadagnano più di 50mila euro, tagliando 260 euro dalle loro deduzioni fiscali.
In sintesi quindi quello che si vedrà in busta paga da gennaio non sarà un aumento, ma lo stesso stipendio di prima, che invece rischiava di scendere. Poi, quando si pagherà l'Irpef, chi guadagna tra i 15mila e i 50mila euro potrà risparmiare una somma che va fino a 260 euro rispetto a quest'anno.