Come cambia l’imposta di successione con il nuovo decreto e chi ci guadagna
Cambia l'imposta di successione in Italia. Oggi, alle ore 11.15, si riunisce il Consiglio dei ministri per discutere una serie di provvedimenti, tra cui anche il Documento di economia e finanza. In esame preliminare, arriverà anche un decreto legislativo legato alla riforma fiscale, che modificherà le regole per quanto riguarda le tasse da pagare sull'eredità. Come detto, si tratta di un esame preliminare, quindi le nuove norme non entreranno immediatamente in vigore: andrà alle commissioni del Parlamento, che dovranno dare dei loro pareri, e poi tornerà in mano al governo per il via libera definitivo.
Via a dichiarazione precompilata e autoliquidazione della tassa di successione
Sul piano tecnico, alcune procedure vengono semplificate e rese teoricamente più rapide. La dichiarazione di successione dovrà essere presentata sempre per via telematica, con un modulo che sarà fornito dall'Agenzia delle Entrate. Una misura che oggi esiste solo in via sperimentale: una sorta di precompilata, come avviene già per la dichiarazione dei redditi, che richiederà anche meno dati (non sarà più necessario fornire gli estratti catastali sugli immobili, per esempio). La dichiarazione andrà mandata entro dodici mesi, e l'imposta andrà versata entro i successivi novanta giorni. Solo chi è residente all'estero potrà ancora inviare la dichiarazione per raccomandata, o comunque con altri metodi di spedizione (purché risulti la data di spedizione).
Un'altra novità che vale per tutti è l'autoliquidazione dell'imposta. Proprio come per la dichiarazione dei redditi, chi riceve l'eredità e compila la dichiarazione potrà poi versare subito il dovuto, senza aspettare che l'Agenzia delle Entrate invii un avviso.
I vantaggi per chi lascia un'azienda o quote di una società
Ci saranno dei guadagni per chi lascia in eredità un'azienda o una società. I trasferimenti effettuati ai discendenti o al proprio coniuge di aziende o rami di aziende, o anche di quote di società o di azioni, non dovranno pagare l'imposta di successione: "I benefici si applicano solo se si trasferisce una quota di controllo, cioè se si trasferisce il 51% delle azioni. La peculiarità è che il beneficio non riguarda solo la trasmissione del 51%, ma anche quei casi in cui un parente ha già il 51% e con l'eredità incrementa il suo controllo", ha dichiarato Leo.
Se si parla di aziende, comunque, l'ereditiere dovrà impegnarsi formalmente a proseguire l'attività e detenere il controllo dell'impresa per almeno cinque anni. In caso contrario, dovrà pagare l'imposta. Se invece assume questo impegno e poi non lo mantiene, scatteranno sanzioni.
Come cambiano le regole sui trust
Ci sono poi diversi aspetti che beneficeranno chi ha un trust, o ne istituisce uno con il proprio testamento. Innanzitutto, si definiscono le cosiddette regole di territorialità. Se chi dispone il trust è residente in Italia nel momento della morte, gli ereditieri dovranno pagare l'imposta di successione per tutti i beni e i diritti che vengono trasferiti agli ereditieri. Invece, se la persona muore mentre è residente all'estero, l'imposta deve essere pagata solo per i beni e i diritti che si trovano in Italia: "Abbiamo messo ordine, dando certezza con quelle che finora erano prassi e decisioni della giurisprudenza", ha spiegato il viceministro all'Economia Maurizio Leo.
Nel caso dei trust testamentari, cioè quelli che vengono creati tramite il testamento, l'imposta di successione può essere versata in anticipo, quando si presenta la dichiarazione di successione o quando vengono conferiti i beni. Si eviterà il coinvolgimento dell'Agenzia delle Entrate senza tassazioni aggiuntive. Leo ha concluso: "Il contribuente potrà valutare la strada più vantaggiosa, il pagamento anticipato porta benefici all'erario ma evita anche che maggiori valori possano essere sottoposti a tassazione successivamente".