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Covid 19

Come cambia la campagna vaccinale: quante dosi arriveranno in Italia e quando

A giugno l’Italia dovrebbe ricevere circa 20 milioni di dosi di vaccini, da sommare alle ultime forniture previste per maggio (oltre 8 milioni), per un totale che si avvicina ai 30 milioni. L’accelerazione della campagna vaccinale prevista per l’ultimo mese del primo semestre dipende, però, dall’effettivo rispetto delle consegne previste: vediamo quando e come potrebbero arrivare i vaccini anti-Covid.
A cura di Stefano Rizzuti
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In questi giorni l’Italia riceverà 8,5 milioni di dosi di vaccini anti-Covid. Già in queste ore “stiamo distribuendo 3,5 milioni di Pfizer”, annuncia il commissario straordinario per l’emergenza Coronavirus, Francesco Paolo Figliuolo. Parliamo di dosi – in entrambi i casi – che dovevano essere consegnate per maggio e che completeranno il quadro delle consegne previste per questo mese, pari a circa 17 miliardi. Le 3,5 milioni di dosi Pfizer appena arrivate in Italia, quindi, rientrano in quelle che l’azienda farmaceutica aveva promesso per maggio. E non è detto – sottolineano fonti della struttura commissariale – che nelle prossime settimane Pfizer continui a inviare così tante dosi ogni settimana. Si tratta di un “carico importante”, precisano, ma che non necessariamente verrà confermato nelle prossime settimane. Resta, però, un sostanziale ottimismo di base in vista del mese di giugno, quello della “spallata” per la campagna vaccinale. Tra le 8,5 milioni di dosi di questi giorni (quelle finali di maggio) e le 20 milioni previste a giugno, infatti, l’Italia disporrà di quasi 30 milioni di dosi nelle prossime quattro-cinque settimane. Per le 20 milioni di dosi di giugno, quindi, la struttura commissariale conferma solo il macro-dato, senza specificare quali saranno i singoli vaccini – quelli approvati al momento sono quattro – che verranno consegnati in Italia.

Le dosi consegnate e quelle previste in Italia

Fino ad ora in Italia sono state consegnate: 24,31 milioni di dosi Pfizer, 7,42 milioni di AstraZeneca, 3,73 di Moderna e 1,22 di Johnson & Johnson. Siamo ancora, però, molto lontani rispetto alle consegne previste dal piano vaccinale italiano (aggiornato a fine aprile). Per Pfizer, per esempio, si deve arrivare a un totale di 41,46 milioni di dosi entro fine giugno. Per AstraZeneca a 14,15 milioni, per Moderna a 5,98 milioni e per Johnson & Johnson a 7,30 milioni. In più sono previste le 7,31 milioni di dosi di Curevac, vaccino non ancora approvato dall’Ema e che potrebbe non arrivare prima di fine giugno. Per raggiungere gli obiettivi fissati dalla campagna vaccinale, quindi, mancano ancora più di 30 milioni di dosi. In particolare ne mancano 17,15 milioni di Pfizer (vanno, in realtà, detratte le 3,5 arrivate oggi), 6,73 di AstraZeneca, 2,25 di Moderna e 6,08 milioni di Johnson & Johnson. A cui aggiungere anche quelle di Curevac.

Le consegne di maggio e come cambia la campagna vaccinale

Sulla base dei dati forniti dal governo sulle consegne dei vaccini, a maggio l’Italia ha ricevuto 14,05 milioni di dosi (alcune di queste, comunque, sono tra quelle che erano previste per aprile e arrivate, invece, nei primi giorni di maggio). In particolare nella settimana dal 25 al 31 maggio sono arrivate 3,07 milioni di dosi, nella settimana 18-24 maggio sono state 3,48, nella settimana 11-17 maggio 2,71 milioni, nella settimana 4-10 maggio 2,63 milioni. Inoltre dal 27 aprile al 3 maggio sono arrivate 4,56 milioni di dosi. In tutto il mese di maggio, nello specifico, sono arrivate 8,65 milioni di dosi Pfizer, 2,57 AstraZeneca, 1,77 Moderna e 1,04 di Johnson & Johnson. A giugno, però, le consegne dovrebbero aumentare. Se dovessero realmente arrivare 20 milioni di dosi a giugno vorrebbe dire una media di circa 4,5 milioni di consegne di vaccino a settimana. Se pensiamo che al momento l’Italia riesce a somministrare – e questo è il livello record– 3,5 milioni di dosi a settimana, non è comunque detto che l’aumento delle consegne comporti un immediato incremento delle somministrazioni. Nella migliore delle ipotesi, però, le dosi somministrate potrebbero aumentare di circa un milione a settimana. Sempre che le aziende farmaceutiche rispettino davvero gli impegni sulle consegne.

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