Come cambia la campagna vaccinale con l’eterologa e il taglio delle dosi Pfizer
La decisione di ricorrere alla vaccinazione eterologa, ovvero la somministrazione della seconda dose di un vaccino anti-Covid a Rna messaggero dopo la prima di AstraZeneca, potrebbe complicare la campagna vaccinale italiana. Soprattutto in funzione del taglio delle dosi di Pfizer annunciato negli scorsi giorni. A parlarne è stato il commissario straordinario, Francesco Paolo Figliuolo: “Le consegne di dosi di Pfizer del mese di luglio, preventivate alle Regioni, sebbene siano leggermente inferiori all'auspicato sono sostanzialmente in linea con le previsioni”. Una riduzione, quindi, solamente rispetto a giugno, ma non rispetto alle previsioni per luglio. Figliuolo spiega che queste consegne “non vanno confrontate con quelle di giugno che comprendevano anticipi di forniture. Per questo la quantità complessiva di vaccini disponibile entro settembre consentirà comunque di raggiungere l’obiettivo di immunizzare nei tempi previsti l'80% della platea dei vaccinabili”.
Le consegne del vaccino Pfizer a luglio
In particolare si parla di una possibile consegna di 11 milioni di dosi Pfizer a luglio, un dato al ribasso rispetto a quello di giugno. Basti pensare che quando il mese deve ancora finire le dosi arrivate sono state 9,37 milioni, considerando il periodo dal primo al 21 giugno. Una cifra destinata ad aumentare con le prossime consegne. A maggio, invece, le dosi di Pfizer consegnate in Italia sono state 8,66 milioni. Il dato di luglio, quindi, sarà comunque superiore, anche se meno delle aspettative. Incertezza, invece, sulle consegne di Moderna: a maggio sono state 1,78 milioni, a giugno (fino al 21) siamo a 797mila. E la speranza è che queste cifre possano salire a luglio, ma per ora dalla struttura commissariale non arrivano conferme.
Le dosi necessarie per la vaccinazione eterologa
Il dato su cui concentrarsi e che potrebbe cambiare le carte in tavola è quello della vaccinazione eterologa. Sono circa 900mila i richiami da effettuare per le persone con meno di 60 anni che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. Cifre che sembrano non preoccupare i presidenti di Regioni, anche quelli che denunciano una carenza di dosi a luglio dei vaccini a mRna. Il taglio, però, c’è, come spiega il presidente del Veneto, Luca Zaia: secondo cui siamo a un -25% a luglio per Pfizer e addirittura -65% per Moderna. Dosi di vaccino a mRna che, invece, sarebbero fondamentali proprio per non avere problemi con i richiami di chi ha fatto AstraZeneca. Nel terzo trimestre, nel complesso, l’Italia dovrebbe ricevere 31 milioni di dosi Pfizer e 14 di Moderna. Peraltro Figliuolo continua a ribadire che le dosi potrebbero essere in totale 54 milioni, più del previsto.
Sulle dosi che verranno consegnate non ci sono numeri precisi né cifre ufficiali, come conferma la struttura commissariale. Però non sembrano esserci rischi per le secondi dosi di chi ha già ricevuto la prima, considerando anche che l’Italia ha in frigo 1,3 milioni di dosi Pfizer e oltre 600mila di Moderna, che sarebbero più che sufficienti per completare la vaccinazione eterologa di tutti gli under 60. L’unico possibile rischio è la mancata accelerazione delle vaccinazioni dei più giovani: la campagna potrebbe essere rallentata a luglio rispetto alle previsioni, ma non si tratterebbe di una frenata clamorosa: il numero di vaccini potrebbe presto risalire, continuando a somministrare più di 500mila dosi al giorno. D’altronde, ripete Figliuolo, raggiungere l’80% degli italiani vaccinabili entro fine settembre è un obiettivo alla portata, anche con il taglio delle dosi Pfizer.