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Come cambia il Superbonus senza cessione del credito e sconto in fattura: tutte le novità

Il governo Meloni ha modificato il Superbonus, cancellando lo sconto in fattura e la cessione del credito. Così l’unico modo di recuperare i soldi diventa la detrazione fiscale in più anni. Vediamo come cambia il bonus.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il Superbonus edilizio cambia ancora. Con l'ennesima modifica in tre anni – mediamente ogni tre mesi sono arrivati dei piccoli aggiustamenti per decreto – il governo Meloni ha riscritto le regole dell'incentivo alla ristrutturazione ideato dal Conte bis per rilanciare l'Italia dopo la pandemia di Covid. La novità più importante è lo stop alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura, i metodi con cui si evitava ai cittadini che decidevano di utilizzare il Superbonus di anticipare il costo dei lavori all'azienda recuperandolo poi con le detrazioni fiscali. In sostanza lo sconto veniva ceduto alla ditta che faceva il lavoro o a una banca, permettendo di anticipare molti meno soldi.

Chi può utilizzare ancora sconto in fattura e cessione del credito

Perciò, a partire da ieri – data in cui è entrato in vigore il nuovo decreto legge – l'unico metodo disponibile per recuperare i soldi spesi per le ristrutturazioni edilizie è quello della detrazione fiscale: dopo aver anticipato i soldi i cittadini potranno recuperarli anno dopo anno dalla dichiarazione dei redditi. Ma attenzione: i proprietari che hanno già iniziato i lavori di ristrutturazione e chi ha già inviato la Cila potranno usufruire ancora della cessione del credito e dello sconto in fattura. Lo stop riguarda i nuovi lavori.

Perché il governo ha deciso di modificare ancora il Superbonus

Il governo non ha praticamente toccato le regole del Superbonus in sé, ma solamente quelle sul rimborso economico da parte dello Stato. Il motivo è molto semplice: il ministro Giorgetti ha lamentato più volte come la misura fosse estremamente dispendiosa – ha parlato di duemila euro a testa per ogni italiano, in media – e del fatto che fosse necessario fermare la cessione dei crediti che accelera le tempistiche di rimborso da parte dello Stato. Insomma, così il Superbonus diventa una roba da ricchi: chi può anticipare decine di migliaia di euro per poi rientrare in dieci anni della spesa nella dichiarazione dei redditi? Va anche precisato che, secondo le stime delle associazioni, ci sono oltre 25mila imprese a rischio, tra edilizia e ditte collegate. Il che significa decine di migliaia di lavoratori che potrebbero finire presto in cassa integrazione. E quello sempre un costo a carico dello Stato resta.

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