Come cambia il Superbonus 110% nel 2024: chi lo può ottenere, i requisiti e cosa succede ai crediti
Il superbonus 110% è tornato al centro del dibattito politico, dopo che Giorgia Meloni lo ha definito una "tragedia contabile" in vista della sua seconda manovra finanziaria, dal Movimento 5 stelle sono arrivate risposte dure: "L'unica vera tragedia è una presidente del Consiglio che mente spudoratamente al Paese", ha detto a Fanpage.it la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone. Ma come funziona oggi l'incentivo dedicato agli interventi edilizi di efficientamento energetico, e come cambierà nel 2024? Le norme attuali prevedono che la percentuale di rimborso scenda decisamente, dal 110% fino al 70%, mentre di recente è stata approvata una proroga del 110% fino al 31 dicembre 2023 per alcune abitazioni. In più, i crediti fiscali possono essere ceduti solo se risalgono al 2022, oppure se i lavori sono partiti prima del 17 febbraio 2023.
Come funziona oggi il Superbonus 110%
Quest'anno i requisiti del superbonus 110% sono cambiati diverse volte. A inizio agosto, il governo Meloni ha dato una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2023 per quelle abitazioni unifamiliari (ad es. le villette a schiera) che alla data del 30 settembre 2022 avevano completato almeno il 30% dei lavori.
La stessa deroga si applica anche ai condomini che avevano deliberato in assemblea il via libera ai lavori entro il 25 novembre 2022, e alle case plurifamiliari con massimo quattro unità residenziali che entro il 25 novembre 2022 avevano inviato la Cilas. Infine, per gli edifici in zone terremotate dal 2009 in poi e in zone alluvionate (purché l'intervento sia legato ai danni causati da terremoto o alluvione), e per gli edifici Iacp (le vecchie "case popolari") in cui i lavori erano almeno al 60% alla data del 30 giugno 2023. In questi casi è ancora possibile accedere al rimborso del 110%.
Come cambia il Superbonus edilizio nel 2024: le novità
Al momento, la legge stabilisce che al 31 dicembre 2023 scadrà la possibilità di accedere al superbonus 110%. Dal 2024, la quota di rimborso scenderà invece al 70%, e poi ancora al 65% nel 2025. Già da quest'anno, diverse categorie di immobili possono accedere solo al superbonus 90%, con un criterio di reddito fissato a 15mila euro.
Ci saranno alcune eccezioni anche nel 2024. Gli edifici colpiti da terremoti dal 2009 in poi potranno approfittare del 110% fino al 2025, mentre quelli in zone alluvionate potranno usarlo fino a dicembre 2024.
Non è escluso poi che il governo intervenga con ulteriori proroghe e cambiamenti alla norma, che in più occasioni è stata modificata negli ultimi anni. Al momento, però, non ci sono ipotesi certe. È quasi sicuro che le eventuali nuove scadenze e sconti prevederebbero comunque un requisito di reddito, per accedervi. D'altra parte, numerosi altri bonus in ambito edilizio sono già attivi e alcuni lo resteranno anche nel 2024.
Cessione e sconto in fattura, cosa si può fare con i crediti incagliati
I crediti d'imposta eventualmente accumulati che sono derivati dal superbonus e sono relativi a spese del 2022 possono essere ceduti fino al 30 novembre 2023. Sarà comunque necessario pagare una sanzione di 250 euro per il ritardo, nel momento in cui si cedono i crediti a banche, assicurazioni o altri intermediari finanziari.
Per quanto riguarda i crediti d'imposta accumulati nel 2023, invece la cessione del credito e lo sconto in fattura sono riservati a chi ha presentato la Cilas (o la delibera assembleare, per i condomini), dal 1 gennaio al 16 febbraio 2023 (compreso). Si tratta, però, di persone che ricevono il superbonus ridotto al 90%, che prevede dei criteri particolari.
Chi non rispetta questi criteri non può cedere i propri crediti, quindi dovrà riscuoterli direttamente tramite la propria dichiarazione dei redditi Irpef. I crediti si possono diluire in dieci anni in parti uguali – ad esempio chi deve riscuotere 80mila euro di crediti può detrarre 8mila euro all'anno per dieci anni dalla propria dichiarazione dei redditi – ma bisogna tenere conto della propria capienza fiscale.
Per legge, infatti, non si può dedurre più di una certa quota dell'Irpef. Ad esempio, se una persona ha il diritto a scalare ogni anno 8mila euro grazie al superbonus, ma quella persona in un anno paga solo 5mila euro di Irpef, evidentemente non potrà detrarre l'intero ammontare di 8mila euro. I soldi in eccesso andranno persi, e non si potranno recuperare nemmeno negli anni successivi.