video suggerito
video suggerito
Superbonus 110, le ultime notizie

Come cambia il Superbonus 110% nel 2024: chi lo può ottenere, i requisiti e cosa succede ai crediti

Il superbonus 110% nel 2023 è stato cambiato più volte, e oggi spetta solo ad alcune categorie di immobili con cantieri già avviati. L’anno prossimo l’aliquota scenderà al 70%, con alcune eccezioni. Ecco le ultime notizie su come cambia il bonus nel 2024 e cosa si può fare con i crediti d’imposta incagliati.
A cura di Luca Pons
58 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Il superbonus 110% è tornato al centro del dibattito politico, dopo che Giorgia Meloni lo ha definito una "tragedia contabile" in vista della sua seconda manovra finanziaria, dal Movimento 5 stelle sono arrivate risposte dure: "L'unica vera tragedia è una presidente del Consiglio che mente spudoratamente al Paese", ha detto a Fanpage.it la vicepresidente del Senato Mariolina Castellone. Ma come funziona oggi l'incentivo dedicato agli interventi edilizi di efficientamento energetico, e come cambierà nel 2024? Le norme attuali prevedono che la percentuale di rimborso scenda decisamente, dal 110% fino al 70%, mentre di recente è stata approvata una proroga del 110% fino al 31 dicembre 2023 per alcune abitazioni. In più, i crediti fiscali possono essere ceduti solo se risalgono al 2022, oppure se i lavori sono partiti prima del 17 febbraio 2023.

Come funziona oggi il Superbonus 110%

Quest'anno i requisiti del superbonus 110% sono cambiati diverse volte. A inizio agosto, il governo Meloni ha dato una ulteriore proroga fino al 31 dicembre 2023 per quelle abitazioni unifamiliari (ad es. le villette a schiera) che alla data del 30 settembre 2022 avevano completato almeno il 30% dei lavori.

La stessa deroga si applica anche ai condomini che avevano deliberato in assemblea il via libera ai lavori entro il 25 novembre 2022, e alle case plurifamiliari con massimo quattro unità residenziali che entro il 25 novembre 2022 avevano inviato la Cilas. Infine, per gli edifici in zone terremotate dal 2009 in poi e in zone alluvionate (purché l'intervento sia legato ai danni causati da terremoto o alluvione), e per gli edifici Iacp (le vecchie "case popolari") in cui i lavori erano almeno al 60% alla data del 30 giugno 2023. In questi casi è ancora possibile accedere al rimborso del 110%.

Come cambia il Superbonus edilizio nel 2024: le novità

Al momento, la legge stabilisce che al 31 dicembre 2023 scadrà la possibilità di accedere al superbonus 110%. Dal 2024, la quota di rimborso scenderà invece al 70%, e poi ancora al 65% nel 2025. Già da quest'anno, diverse categorie di immobili possono accedere solo al superbonus 90%, con un criterio di reddito fissato a 15mila euro.

Ci saranno alcune eccezioni anche nel 2024. Gli edifici colpiti da terremoti dal 2009 in poi potranno approfittare del 110% fino al 2025, mentre quelli in zone alluvionate potranno usarlo fino a dicembre 2024.

Non è escluso poi che il governo intervenga con ulteriori proroghe e cambiamenti alla norma, che in più occasioni è stata modificata negli ultimi anni. Al momento, però, non ci sono ipotesi certe. È quasi sicuro che le eventuali nuove scadenze e sconti prevederebbero comunque un requisito di reddito, per accedervi. D'altra parte, numerosi altri bonus in ambito edilizio sono già attivi e alcuni lo resteranno anche nel 2024.

Cessione e sconto in fattura, cosa si può fare con i crediti incagliati

I crediti d'imposta eventualmente accumulati che sono derivati dal superbonus e sono relativi a spese del 2022 possono essere ceduti fino al 30 novembre 2023. Sarà comunque necessario pagare una sanzione di 250 euro per il ritardo, nel momento in cui si cedono i crediti a banche, assicurazioni o altri intermediari finanziari.

Per quanto riguarda i crediti d'imposta accumulati nel 2023, invece la cessione del credito e lo sconto in fattura sono riservati a chi ha presentato la Cilas (o la delibera assembleare, per i condomini), dal 1 gennaio al 16 febbraio 2023 (compreso). Si tratta, però, di persone che ricevono il superbonus ridotto al 90%, che prevede dei criteri particolari.

Chi non rispetta questi criteri non può cedere i propri crediti, quindi dovrà riscuoterli direttamente tramite la propria dichiarazione dei redditi Irpef. I crediti si possono diluire in dieci anni in parti uguali – ad esempio chi deve riscuotere 80mila euro di crediti può detrarre 8mila euro all'anno per dieci anni dalla propria dichiarazione dei redditi – ma bisogna tenere conto della propria capienza fiscale.

Per legge, infatti, non si può dedurre più di una certa quota dell'Irpef. Ad esempio, se una persona ha il diritto a scalare ogni anno 8mila euro grazie al superbonus, ma quella persona in un anno paga solo 5mila euro di Irpef, evidentemente non potrà detrarre l'intero ammontare di 8mila euro. I soldi in eccesso andranno persi, e non si potranno recuperare nemmeno negli anni successivi.

58 CONDIVISIONI
144 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views