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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Come cambia il Reddito di Cittadinanza nel 2020: ecco le novità

Dopo le critiche ricevute dal Reddito di Cittadinanza per il fatto che solo una minima parte dei beneficiari abbia effettivamente trovato un impiego, arrivano le novità alla misura cardine del Movimento Cinque Stelle: con un decreto del ministero del Lavoro, si è infatti stabilito che chi riceve il RdC dal 2020 avrà un nuovo obbligo, quello di svolgere i cosiddetti Puc, i progetti utili alla collettività, presso il proprio Comune di residenza.
A cura di Annalisa Girardi
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Cambiamenti in vista per il Reddito di cittadinanza, misura cardine del programma di governo del Movimento Cinque Stelle. Sono molte le critiche arrivate sia dagli ambienti del centrodestra che dagli alleati dem di governo circa l'efficacia del provvedimento pentastellato: l'ultima risale solo a questa mattina, quando la sottosegretaria al Lavoro Francesca Puglisi (Pd) ha affermato che il reddito disincentiva la ricerca di un lavoro. Ma non si tratta solo di dichiarazioni dalla sfera politica: anche i dati mettono in evidenza le difficoltà legate alla misura. Secondo gli ultimi numeri pubblicati dall'Istat i beneficiari del reddito sarebbero 2,3 milioni: tra loro gli occupabili sono circa 791mila. Tuttavia, al 10 dicembre scorso, solo 28mila persone avrebbero trovato un impiego, appena il 3,6% del totale. Una percentuale esigua che non rispecchia nemmeno i risultati direttamente legati all'incentivo economico, in quanto prende in considerazione le assunzioni avvenute da prima che cominciasse la fase due, quella che ha attivato i centri per l'impiego.

Mentre si potrebbe quindi pensare a delle modifiche, lo scorso 8 gennaio, intanto, è già arrivata una novità in Gazzetta Ufficiale. Con un decreto del ministero del Lavoro, si è infatti stabilito che chi riceve il reddito di cittadinanza dal 2020 avrà un nuovo obbligo. Cioè quello di svolgere i cosiddetti Puc, i progetti utili alla collettività, presso il proprio Comune di residenza. In altre parole, si tratta di svolgere lavori socialmente utili e a beneficio dell'intera comunità come nuova clausola del patto per il lavoro e per l'inclusione sociale.

I beneficiari del sussidio devono garantire la propria disponibilità alla partecipazione nei Puc, pena la perdita dell'assegno di cittadinanza. I progetti saranno individuati a partire dalle esigenze di ogni Comune in ambito sociale, culturale, ambientale e artistico. Si tratta di attività non retribuite che comunque non possono andare a sostituirsi al lavoro dei dipendenti comunali: il percettore del reddito non può, dunque, svolgere le mansioni del personale dipendente dell'ente pubblico. L'impegno minimo richiesto è di 8 ore settimanali: quello massimo arriva fino a 16 ore alla settimana. Le 8 ore settimanali possono essere concentrate in un giorno o essere distribuite nell'arco della settimana. I Comuni dovranno tenere un registro in cui saranno elencati i partecipanti ai Puc, segnando le presenze giornaliere e le ore di lavoro svolte.

Sono esentati dalla partecipazione obbligatoria ai lavori socialmente utili gli occupati con un reddito da dipendente superiore agli 8.145 euro o da lavoratore autonomo maggiore di 4.800 euro; gli studenti; i percettori di pensione di cittadinanza; gli over 65; le persone con disabilità; i componenti del nucleo familiare che hanno incarichi di cura verso minori o disabili.

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