Decreto Lavoro 2023, le ultime novità e cosa cambia dopo l’approvazione in Senato
Il governo di Giorgia Meloni ha sempre detto di voler rimettere al centro dell'azione politica il lavoro. E attraverso il decreto approvato lo scorso primo maggio, ora atteso alla Camera dopo aver ricevuto il via libera del Senato, introduce una serie di novità per il mondo del lavoro, tra cui modifiche ai contratti a termine, proroga dello smart working e fringe benefits. Per prima cosa, però, il governo è intervenuto su chi un lavoro non ce l'ha, modificando il reddito di cittadinanza, che verrà sostituito con l'assegno di inclusione.
Come cambia il Reddito di cittadinanza con il dl Lavoro 2023
L'assegno di inclusione sarà destinato a tutti quei nuclei familiari con Isee non superiore a 9.360 euro dove sono presenti disabili, minori o over 60: avrà un importo di 500 euro al mese, a cui aggiungere un contributo per l'affitto di 280 euro mensili. Se tutti i componenti della famiglia hanno però più di 67 anni o sono disabili gravi queste cifre possono aumentare. Tra le novità dell'ultimo minuto ci sono alcuni cambiamenti alla scala di equivalenza per il calcolo degli importi, che danno maggiore peso alla presenza di componenti non autosufficienti all'interno del nucleo familiare.
Il supporto per la formazione e il lavoro dal primo settembre 2023
Dal primo settembre arriverà anche il supporto per la formazione e il lavoro, cioè una misura di politica attiva del lavoro prevista per coloro che hanno dai 18 ai 59 anni e si trovano in una condizione di povertà assoluta (con Isee inferiore ai 6 mila euro annui) e che non hanno i requisiti per ricevere l'assegno di inclusione: si tratta di un beneficio economico di 350 euro al mese che riceveranno coloro che stipuleranno un patto per la formazione presso il servizio per il lavoro competente.
Incentivi per le imprese che assumono i percettori dell'assegno e i Neet
Nel decreto Lavoro sono stati anche inseriti incentivi alle imprese che assumono i percettori dell'assegno di inclusione o i cosiddetti Neet, cioè giovani che non studiano e non lavorano. Per queste aziende sarà prevista una decontribuzione fiscale del 100%, per un massimo di 8mila euro all'anno, per 12 mesi.
Come cambiano i contratti a termine con il Decreto Lavoro 2023
Il provvedimento interviene anche sui contratti a termine, allentando la stretta del decreto Dignità (voluto dal governo gialloverde). Di fatto si introducono nuove causali con cui si possono rinnovare i contratti a tempo determinato dopo il primo anno: nei casi in cui lo prevede il contratto collettivo di riferimento, in presenza di un patto individuale tra datore di lavoro e lavoratore per esigenze tecniche o organizzative, e per la sostituzione di altri lavoratori.
Il taglio del cuneo fiscale
C'è poi il taglio del cuneo fiscale per abbassare le tasse in busta paga per quei lavoratori nelle fasce più basse di reddito. Si arriva in totale a un taglio di sette punti tra luglio e novembre per i redditi sotto i 25 mila euro e di sei punti per quelli tra i 25 e i 35 mila euro.
Le novità sui fringe benefits e la proroga dello Smart working
Novità anche per quanto riguarda i fringe benefits, che saranno completamente detassati fino a 3 mila euro per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Arriva anche la detassazione per quanto riguarda il lavoro notturno e festivo per i dipendenti di alcuni settori, cioè quello turistico, ricettivo e termale tra il primo giugno e il primo settembre.
Infine, il decreto Lavoro comprende anche una proroga fino al 30 settembre dello smart working per i dipendenti pubblici fragili. Nel settore privato invece sia per quanto riguarda i lavoratori fragili che quelli con figli minori di 14 anni, la proroga arriverà fino alla fine del 2023.