Come cambia il congedo parentale, si può chiedere per i figli fino a 12 anni
Via libera da parte del Consiglio dei ministri agli schemi di decreto legislativo che hanno l'obiettivo di promuovere le condizioni di lavoro, da un lato, e l'effettiva parità di genere quando si parla di genitorialità, dall'altro. "Entra pienamente a regime la nuova tipologia di congedo paternità obbligatorio di 10 giorni, aumenta da 10 a 11 mesi congedo genitore solo, aumenta da 6 a 12 anni età bambino per cui usufruire del congedo parentale, esteso diritto a indennità di maternità per lavoratrici autonome e libere professioniste, anche per gli eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio", si legge in una nota del ministero del Lavoro.
Ecco quindi tutte le novità. In primis, è a tutti gli effetti in vigore a pieno regime il congedo di paternità obbligatorio e della durata di 10 giorni lavorativi (di cui usufruire tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto). Viene poi aumentata da 10 a 11 mesi la durata del congedo del genitore solo: la relativa indennità è del 30% dell'attribuzione. Nel caso in cui vi siano due genitori la durata del congedo è di tre mesi ciascuno (sei mesi totali) e può essere trasferibile e fruibile in alternativa tra loro. Può aggiungersi un periodo di altri tre mesi e si parla di un'indennità sempre pari al 30% della retribuzione.
Inoltre, viene alzata da sei a dodici anni l'età del bambino i cui genitori possono richiedere i congedi appena descritti. E infine si estende il diritto all'indennità di maternità anche alle lavoratrici autonome e alle libere professioniste, anche per gli eventuali periodi di astensione anticipati per gravidanza a rischio.
"Il secondo schema di decreto legislativo recante l'attuazione della direttiva UE 2019/1152 del parlamento europeo e del consiglio del 20 giugno 2019, è relativo a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'unione europea, consentendo di adeguare l'ordinamento nazionale a quello comunitario nel settore degli obblighi di informazione dei lavoratori rispetto alle proprie condizioni di lavoro e stabilire nuove tutele minime per garantire che tutti i lavoratori, inclusi quelli che hanno contratti non standard, beneficino di maggiore prevedibilità e chiarezza in materia di trasparenza delle informazioni sul rapporto di lavoro e sulle condizioni di lavoro", si legge ancora nella nota del ministero.