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Come Berlusconi è diventato Berlusconi, la storia della discesa in campo e l’eredità politica del Cavaliere

Silvio Berlusconi è morto un anno fa, il 12 giugno del 2023, all’età di 86 anni. Fondatore di Forza Italia e ideatore del centrodestra, l’ex presidente del Consiglio guidò quattro governi – tra cui i due più longevi della storia della Repubblica. La sua carriera politica nacque nel 1994, con l’ormai celebre “discesa in campo”.
A cura di Luca Pons
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Oggi, 12 giugno, è l'anniversario della morte di Silvio Berlusconi, avvenuta il 12 giugno 2023 dopo numerosi ricoveri a seguito di una leucemia mielomonocitica cronica: l'ex presidente del Consiglio aveva 86 anni. Nato il 29 settembre 1936 a Milano, Berlusconi passò l'infanzia a Saronno e – dopo l'occupazione tedesca del Nord Italia – a Lomazzo, in provincia di Como. Poi la famiglia tornò a Milano. I suoi genitori erano Luigi Berlusconi, impiegato di banca che fu anche procuratore della Banca Rasini, e Rosa Bossi, ex segretaria e casalinga. Dopo aver studiato al liceo classico salesiano Sant'Ambrogio di Milano, Berlusconi si laureò nel 1961 in Giurisprudenza, poi fu dispensato dal servizio militare obbligatorio. Dopo alcune esperienze lavorative estemporanee, Berlusconi fondò una società immobiliare nel 1961.

Pochi anni dopo, con la società Edilnord iniziò la sua espansione nel settore dell'edilizia, dalla costruzione di Milano 2 fino alla nascita di Fininvest nel 1975. Berlusconi allargò poi la sua attività imprenditoriale alla televisione – con l'acquisto di Telemilano, poi Canale 5, nel 1976 – e allo sport, comprando il Milan nel 1986. Si avvicinava il momento della famosa "discesa in campo" di Silvio Berlusconi nel 1994 e della nascita della cosiddetta Seconda Repubblica: il leader di Forza Italia sarebbe stato la figura centrale di tutta la politica italiana per quasi trent'anni, facendo sentire la sua influenza sia negli anni di governo che in quelli all'opposizione.

La "discesa in campo" di Berlusconi nella politica italiana

Fin dagli anni Settanta Silvio Berlusconi aveva avuto buoni rapporti con diversi esponenti del mondo politico, in particolare con il segretario del Partito socialista italiano Bettino Craxi. Il primo governo Craxi negli anni Ottanta aveva favorito la liberalizzazione della televisione, sostenendo così le reti private di Berlusconi. Nel 1993, con l'avvicinarsi delle elezioni, si facevano sentire gli effetti politici delle inchieste giudiziarie di Tangentopoli. Si era creato un vuoto: la Democrazia cristiana e il Partito socialista, che raccoglievano il cosiddetto ‘voto moderato', erano quasi spariti dal punto di vista elettorale. Spinto anche dal timore di un successo elettorale del centrosinistra, l'imprenditore decise quindi di impegnarsi direttamente.

L'intento, secondo quanto poi avrebbe raccontato, era quello di impedire la vittoria dei ‘comunisti': "Nel 1994 scesi in campo perché gli eredi dei comunisti stavano per prendere il potere dopo aver scardinato la democrazia con l'uso politico della giustizia", avrebbe detto nel 2005. Dal 1991 il Partito comunista italiano si era sciolto ed era nato il Partito democratico della sinistra. Gli schieramenti di sinistra per le elezioni si erano uniti nell'Alleanza dei progressisti. Il 26 gennaio 1994, a due mesi dal voto, Berlusconi annunciò la sua "discesa in campo" e la nascita del suo partito, Forza Italia, con un messaggio registrato divenuto poi celebre.

La campagna elettorale fu relativamente breve, ma ebbe successo. Forza Italia si presentò nelle Regioni settentrionali in alleanza con la Lega Nord di Umberto Bossi, e al Centro-Sud con il Movimento sociale italiano, partito neofascista guidato da Gianfranco Fini che si stava trasformando nel più ‘moderato' Alleanza nazionale (ma lo sarebbe diventato definitivamente solo nel 1995). La campagna elettorale fece discutere anche perché, non esistendo ancora regole sulla par condicio, Berlusconi sfruttò in modo esplicito e senza remore le sue reti televisive per promuovere il proprio partito.

Le elezioni del 1994 e la nascita della Seconda Repubblica

Le elezioni del 1994 furono le prime con un sistema elettorale maggioritario. Questo portò i partiti a presentarsi in grandi coalizioni: il Polo delle libertà (al Nord, con Forza Italia e Lega tra gli altri) e il Polo del buon governo (al Centro e Sud, con Forza Italia e Msi) guidati da Silvio Berlusconi, l'Alleanza dei progressisti guidata dal segretario del Pds Achille Occhetto, e il Patto per l'Italia dell'ex parlamentare della Dc Mariotto Segni. Il nuovo sistema elettorale e il nuovo panorama dei partiti in corsa – soprattutto a seguito dello scandalo Tangentopoli e l'inchiesta Mani pulite – hanno portato a considerare queste elezioni come un momento simbolo della rottura tra la cosiddetta Prima Repubblica e la Seconda Repubblica.

A vincere le elezioni fu lo schieramento di Berlusconi. Forza Italia ottenne il 21% dei voti, superando di poco il Pds, e insieme al 13% del Msi e all'8% della Lega Nord la coalizione sfiorò il 43% dei consensi. I partiti del centrosinistra si fermarono al 34%. Dopo le elezioni nacque il primo governo Berlusconi, che però restò in carica solo dal maggio 1994 al gennaio 1995. Furono comunque mesi tormentati, con enormi proteste di piazza di fronte a una riforma delle pensioni che avrebbe tagliato di molto la spesa pubblica per la previdenza. A portare alla caduta dell'esecutivo fu l'uscita della Lega Nord, a seguito anche di una nuova inchiesta su Berlusconi. A dicembre il Carroccio presentò una mozione di sfiducia e portò alle dimissioni del presidente del Consiglio pochi giorni prima di Natale.

Ne seguì il governo Dini, in carica fino al maggio 1996: fu un governo tecnico, il primo del suo genere. Lamberto Dini era stato direttore generale della Banca d'Italia e ministro del Tesoro nel governo Berlusconi, e tra i suoi ministri non c'era alcun parlamentare. Formalmente fu sostenuto dal Pds, la Lega Nord e il Partito popolare, anche se le maggioranze variarono. Fu il governo che varò la riforma retributiva delle pensioni. Nel 1996, poi, si tornò a elezioni anticipate.

La campagna elettorale del 1996 e il ruolo dall'opposizione

Le elezioni del 1996 videro alcune novità rispetto alle precedenti. La Lega Nord corse in autonomia, la sinistra si presentò con l'Ulivo guidato da Romano Prodi, mentre Berlusconi formò il Polo per le libertà con Forza Italia, Alleanza nazionale e il Centro cristiano democratico. La campagna elettorale fu nuovamente segnata dalle inchieste giudiziarie sul mondo politico, con duri attacchi di Forza Italia e di Berlusconi nei confronti dei magistrati. Vinse l'Ulivo, portando alla nascita del governo Prodi con l'appoggio esterno del Partito della rifondazione comunista di Fausto Bertinotti: le tensioni tra i due avrebbero caratterizzato molte delle crisi politiche degli anni successivi. Per Berlusconi, invece, furono anni di opposizione. Il primo governo Prodi cadde nel 1998, seguito da due governi D'Alema e dall'esecutivo di Giuliano Amato. Gli italiani tornarono a votare nel 2001, e per allora il centrodestra aveva cambiato strategia.

La nascita della Casa delle Libertà e la vittoria del 2001

Cinque anni dopo la sconfitta, il centrodestra tornò a presentarsi alle urne compatto. La nuova formazione si chiamava la Casa delle libertà. Con Forza Italia e Alleanza nazionale tornò anche la Lega Nord, oltre a vari partiti di centro e il Partito socialista. Negli anni successivi si sarebbero poi unite anche formazione di estrema destra come Fiamma tricolore. La campagna elettorale verso le elezioni del 2001 vide invece un centrosinistra diviso, venuto da una legislatura con quattro governi diversi, anche a causa dell'instabilità nei rapporti tra le correnti più moderate e Rifondazione comunista.

La campagna elettorale fu segnata anche dagli interventi critici verso Berlusconi in programmi condotti da Enzo Biagi, Daniele Luttazzi e Michele Santoro, che proprio da Berlusconi sarebbero poi stati allontanati dalla Rai l'anno dopo le elezioni con il cosiddetto "editto bulgaro". A pochi giorni dal voto, il leader di Forza Italia lanciò la fortunata formula del "contratto con gli italiani": in televisione, si impegnò a intervenire su diversi temi e a non ricandidarsi in futuro se non avesse mantenuto la maggior parte di queste promesse. I cinque obiettivi erano: una riforma dell'imposta sul reddito con due sole aliquote (che non fu mai attuata), il tasso di disoccupazione dimezzato, numerose opere di edilizia pubblica, l'aumento delle pensioni minime e un calo dei reati. Come ampiamente previsto dai sondaggi, la Casa delle libertà vinse le elezioni in modo netto.

Berlusconi capo del governo fino al 2006

Nacque il secondo governo Berlusconi, che sarebbe rimasto in carica per tre anni e dieci mesi: si tratta ancora oggi dell'esecutivo più duraturo nella storia della Repubblica italiana. I suoi primi mesi in carica furono quelli dei fatti del G8 di Genova, e solo alcune settimane dopo avvenne l'attentato alle Torri gemelle negli Stati Uniti. Il governo appoggiò gli Stati Uniti nella guerra in Afghanistan e in quella in Iraq del 2003, pur intervenendo militarmente solo più tardi e su mandato dell'Onu.

Fu il governo che varò la legge elettorale Calderoli, poi soprannominata Porcellum, per un ritorno al sistema proporzionale. Si abolì l'imposta sulle successioni e le donazioni. L'esecutivo approvò la riforma delle norme sull'immigrazione con la legge Bossi-Fini, in quegli anni si sospese il servizio militare di leva e si varò la riforma Moratti della scuola. Fu anche il periodo in cui Berlusconi favorì l'avvicinamento dell'Italia alla Russia. Un noto esempio è l'incontro a Pratica di Mare che coinvolse i leader della Nato e il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente di Forza Italia si attirò anche moltissime critiche, tra gaffe diplomatiche e interventi fuori luogo. Una fra tante quando, nel 2003, disse al parlamentare europeo tedesco Martin Schulz: "So che in Italia c'è un produttore che sta montando un film sui campi di concentramento nazisti: la suggerirò per il ruolo di kapò. Lei è perfetto".

Nel 2005, dopo alcune sconfitte della Casa delle libertà alle elezioni regionali, Berlusconi diede le dimissioni, pur mantenendo la maggioranza in Parlamento. Si trattò di una mossa deliberata, per comporre un nuovo esecutivo fino alla fine della legislatura. Infatti, ricevette di nuovo l'incarico per formare il governo per un ultimo anno prima delle nuove elezioni.

Dalla nascita del Popolo della Libertà alle dimissioni da presidente del Consiglio nel 2011

Alle elezioni del 2006 l'opposizione di centrosinistra si presentò con una coalizione compatta chiamata l'Unione e guidata ancora da Romano Prodi. Il risultato del voto fu incerto fino alla fine dello spoglio, ma vinse il centrosinistra e nacque il secondo governo Prodi, destinato a restare in carica per poco meno di due anni, prima delle elezioni anticipate. Già a fine 2006, Berlusconi iniziò a ventilare l'idea di unire tutte le forze che componevano la Casa della libertà in un unico partito.

La nascita del Popolo della libertà come lista elettorale venne annunciata nel novembre 2007, in vista delle elezioni di aprile, con lo scioglimento di Forza Italia e l'ingresso di Alleanza nazionale in una sola compagine politica. Alle elezioni del 2008 Pdl, Lega Nord e Movimento per l'autonomia presero quasi il cinquanta per cento dei voti, staccando nettamente il centrosinistra di Walter Veltroni e ottenendo, grazie alla legge elettorale Porcellum, la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento. Nel marzo 2009 il Popolo della libertà divenne ufficialmente un partito. Nel frattempo, era nato il quarto e ultimo governo Berlusconi.

Si trattò del secondo governo più longevo della storia della Repubblica, durato tre anni e sei mesi. A mettere fine all'esecutivo furono le difficoltà politiche, anche internazionali, e la durissima crisi finanziaria iniziata nel 2011 e mal gestita dal governo. Il 12 novembre 2011, subito dopo che il Parlamento ebbe approvato la legge di stabilità per il 2012, Berlusconi diede le dimissioni da presidente del Consiglio. Per succederlo, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano diede a a Mario Monti l'incarico di formare un governo tecnico.

Le condanne, i processi e la seconda discesa in campo con Forza Italia

A ottobre del 2012, Berlusconi fece sapere di non avere intenzione di ricandidarsi per le elezioni dell'anno successivo. Dopo l'annuncio, il centrodestra iniziò i preparativi per le primarie mirate a scegliere il nuovo candidato. A dicembre, però, Berlusconi cambiò idea e le primarie furono cancellate. Fu in questa fase, peraltro, che alcuni esponenti lasciarono il Pdl e fondarono un partito più vicino all'estrema destra, Fratelli d'Italia. Tra di loro c'erano Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa.

Alle elezioni del 2013 il Pdl perse – seppur di poco – contro il centrosinistra di Pier Luigi Bersani, ma l'impossibilità di trovare un accordo tra il Pd e il Movimento 5 stelle portò alla necessità di un governo di larghe intese sotto il presidente del Consiglio Enrico Letta. Sempre nel 2013, Berlusconi annunciò l'intenzione di rifondare Forza Italia, e con FI passò all'opposizione.

Nell'estate di quell'anno per l'ex presidente del Consiglio arrivò anche la condanna in via definitiva per frode fiscale. Per effetto della cosiddette legge Severino del 2012, con un voto favorevole del Senato, il 27 novembre 2013 Berlusconi decadde da senatore. Fu poi interdetto per cinque anni dai pubblici uffici, senza possibilità di candidarsi. Nonostante ciò anni dopo, alle elezioni del 2018 Forza Italia si presentò con la scritta "Berlusconi presidente" nel simbolo. In campagna elettorale Berlusconi firmò un "nuovo contratto con gli italiani". Ma dopo il voto, con il netto successo della Lega di Matteo Salvini, divenne chiaro che non era più l'ex presidente del Consiglio a guidare il centrodestra.

La morte del Cavaliere e l'eredità politica di Silvio Berlusconi

Riabilitato dal Tribunale di sorveglianza di Milano, Berlusconi si è poi ricandidato sia alle europee del 2019 (venendo eletto e diventando, a 82 anni, l'europarlamentare più anziano della legislatura) sia alle elezioni politiche del settembre 2022, ottenendo nuovamente l'incarico senatore. Non sono mancate screzi con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nei primi mesi della legislatura, quando ancora una volta Berlusconi si è ritrovato ad avere un ruolo secondario nel centrodestra.

A partire da marzo del 2023, i controlli medici per il leader di Forza Italia si sono intensificati. Dopo diversi ricoveri, il 12 giugno del 2023 Berlusconi è morto all'età di 86 anni. Il 14 giugno si sono svolti a Milano i suoi funerali di Stato.

Nei giorni e nelle settimane successive alla morte, tutti gli esponenti della sua area politica hanno riconosciuto all'ex presidente del Consiglio il merito di aver avuto l'intuizione di creare il centrodestra, ammettendo anche gli ex neofascisti dell'Msi e la Lega, e averlo reso un soggetto politico coeso, in grado di governare per anni e di dettare anche ai suoi avversari i temi e le narrazioni politiche. Molti, nel centrosinistra e non solo, hanno invece sottolineato il modo personalistico in cui Berlusconi gestì il potere politico e guidò il suo partito e i suoi governi – con leggi ad personam, forti conflitti d'interesse, una marcata mancanza di rispetto per le donne e il coinvolgimento in numerosissimi casi giudiziari.

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