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Clima, Rutelli a Fanpage.it: “La rivoluzione verde spaventa, bisogna spiegare i vantaggi concreti”

L’ex sindaco di Roma ed ex ministro Francesco Rutelli, intervistato da Fanpage.it, ha parlato del suo ultimo libro, Il secolo verde. Al centro del libro c’è il dibattito su come affrontare la crisi climatica: la soluzione è puntare sul lavoro e far capire a tutti i vantaggi concreti della transizione verde.
A cura di Redazione
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Negli ultimi anni la comunità internazionale si è fissata diversi obiettivi per combattere la crisi climatica, e gli obiettivi sono "necessari" , ma "i dati ci dicono che non saranno rispettati" e che gli effetti di questa mancanza sono "insostenibili". Sono problemi che "spaventano le persone normali", perché "dicono: e che possiamo fare? Posso non mangiare un hamburger, o fare un viaggio aereo in meno, ma intanto partono centinaia di centrali a carbone, per esempio".

Francesco Rutelli, ex sindaco di Roma ed ex ministro, ha raccontato a Fanpage.it il suo ultimo libro, Il secolo verde. Il "secolo verde" è il periodo tra il 1970 – "anno del primo Earth day, giorno della Terra, e lì inizia tutta la mobilitazione e la coscienza ecologica" – e il 2070, perché "da qui ad allora l'India, il Paese più popoloso del mondo, dovrà arrivare ad emissioni zero, cosa molto difficile". A metà di questo percorso, come si trova oggi il pianeta, "bisogna capire se andiamo verso un secolo verde o un secolo nero, come il petrolio e la pece", ha detto Rutelli.

Puntare sui posti di lavoro che nascono con la transizione green

Il rischio, se non si trova il modo di comunicare nel modo giusto la crisi, è che nasca "un'alleanza tra quelli che vogliono lasciare tutto com'è, perché portatori di interessi, e il cittadino medio che si sente poco affascinato dalle prediche". Perciò, per Rutelli, "ci vogliono proposte pratiche e concrete" su diversi ambiti, soprattutto "il lavoro. Cioè spiegare come, quanti nuovi buoni posti di lavoro scaturiscono dalla rivoluzione verde".

Quella contro la crisi climatica è la causa "più importante del mondo, ma declinata in modo ammonitorio non crea l'alleanza delle persone". Questi argomenti vanno "calati nella vita della persone", altrimenti "avremo solo la vittoria delle polemiche, dei no e della sfiducia". Invece, "i posti di lavoro si possono e si debbono creare", quindi bisogna "dire quali, dove, quanti, quando, e formare le persone a farli", ha chiosato l'ex ministro.

In caso contrario, l'Europa "rischia di rimanere tagliata fuori e presa in mezzo nella corsa all'industria sostenibile", e l'Italia "ancora più in mezzo". Se si continua con "compromessi al ribasso" nella transizione ecologica, infatti, l'Italia resterà "in seconda linea, perché così si indirizzano l'industria sostenibile e gli incentivi altrove".

L'esempio dell'idroelettrico "è clamoroso: in Italia abbiamo più acqua di tutti, ma quando piove il 96% dell'acqua se ne va. È tempo di svegliarsi, di piantarla di disperdere – con acquedotti obsoleti – quantità enormi di acqua potabile, di mettere i bacini in sicurezza e ripulire le dighe". Tutti passi che porterebbero "lavoro, buona manutenzione del territorio, buon equilibrio tra agricoltura, allevanti, vita delle persone, forestazione…".

Rutelli ha evidenziato quattro proposte su cui si potrebbe agire subito: "Abbattere il metano, che si può fare con effetti ottimi. Abbattere i super inquinanti. Investire fortemente nella ricerca. Quarto, rafforzare anche con la tecnologia la capacità della natura – oceani, suoli, foreste – di assorbire le emissioni".

L'ambientalismo oggi rischia di sembrare per addetti ai lavori privilegiati

Oggi "è inutile" dare le colpe a movimenti ambientalisti o parti politiche per ciò che hanno fatto o meno negli ultimi anni: "Pensiamo a cosa si può fare oggi. I Verdi tedeschi, che sono al governo un po' ovunque, seguono una logica di avanzamenti e compromessi: la capacità di portare dei risultati che la gente poi vede".

Per quanto riguarda le mobilitazioni di Ultima generazione, che si sono fatti notare per atti pubblici che hanno colpito con della vernice alcuni luoghi di potere e di cultura, Rutelli ha sottolineato: "Rispetto davvero chi, consapevole della gravità di questi fatti, decide di fare qualcosa di clamoroso per attirare l'attenzione". Il rischio, però, "è che questi gesti sembrino ancora di più da addetti ai lavori privilegiati, che non andare incontro all'aspettative delle persone comuni".

Il libro di Rutelli è dedicato a "un ragazzo o ragazza dai sedici ai trent'anni" ipotetici, perché "tocca a loro". A Fanpage.it ha raccontato di quando aveva 26 anni: "Con un pretesto mi sono fatto arrestare e sono stato tre giorni in carcere per ottenere la chiusura di una centrale nucleare che era molto pericolosa. Non me l'aveva detto nessuno". Oggi c'è una nuova generazione "consapevole che siamo in bilico tra secolo nero e secolo verde", quindi la speranza è che riescano a "pendere in mano" la situazione.

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