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“Classi da 10 studenti e aumento di stipendio ai prof”: le nuove promesse del ministro Valditara

Il ministro dell’Istruzione e del Merito annuncia un aumento di stipendio per gli insegnanti e propone di formare classi da dieci studenti nei contesti difficili. Di fondi, però, non ce ne sono.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Stipendi più alti per i professori, meno studenti per classe nei contesti difficili. A chi non piacerebbe la scuola che promette il ministro dell'Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Intervistato da Repubblica il titolare di viale Trastevere risponde sui suoi progetti, sui fondi investiti nella scuola e sulle polemiche che lo hanno riguardato nelle ultime settimane. "Penso a quanto realizzato nelle banlieue in Francia – dice Valditara parlando dell'abbandono scolastico – mi incontrerò presto con il ministro francese per sperimentare anche da noi classi da 10 alunni invece che 20-25 nei contesti più difficili".

Il ministro, criticato anche per la lettera inviata alle famiglie, si difende: "Devono essere informate per fare scelte consapevoli, basta con narrazioni politicanti, non vedo che male ci sia nel far conoscere le prospettive lavorative di un percorso". E sulle trenta ore di orientamento previste aggiunge: "Non sono una nuova materia. Alle medie e nel biennio delle superiori potranno anche essere corsi al pomeriggio, nel triennio, coi più grandi, saranno 30 ore curriculari per ogni anno". L'orientamento, però, è in primis un compito degli insegnati secondo Valditara, che poi annuncia che saranno pagati di più: "Sì e le risorse ci sono, sarà materia di contrattazione coi sindacati".

Sul divieto di utilizzare il cellulare in classe, invece, il ministro non fa nessun passo indietro. Anche se, di fatto, ha sostanzialmente confermato una regola che già esisteva: "Io voglio una scuola seria – dice Valditara – se l'insegnante spiega, lo si ascolta". E racconta che il figlio oggi ventenne gli diceva sempre che "chattavano in classe". Sul paragone tra il cellulare e la cocaina, invece, il ministro insiste: "Quello è un giudizio politico di una commissione parlamentare che non mi interessa, nella circolare io non vieto il cellulare nella didattica e ho citato solo le conclusioni a cui arrivano gli esperti auditi dalla commissione sulla capacità di concentrazione e memoria".

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