Civati: “Questo risultato è frutto dell’ostilità di Renzi, il nastro non si può riavvolgere”
"I segnali di smottamento c'erano tutti, noi lo avevamo detto". Pippo Civati, contattato da Fanpage.it, commenta le dimissioni di Matteo Renzi, all'indomani della debacle subita dal centrosinistra e dal suo partito, Liberi e Uguali. "Renzi aveva annunciato che sarebbe rimasto, e invece, come sempre, ha fatto il contrario". Il leader di Possibile lo dice con un sorriso amaro. "È un gesto politico importante da parte sua, di responsabilità, perché è un momento difficile per molti di noi a Sinistra, declinando questo termine in tutte le sue diverse gradazioni. Spero che questo voto apra una riflessione, che non c'è stata in questa campagna elettorale. In questi anni è mancato un confronto con il Pd, ma ci è sempre stato rimandato al mittente. Ma perché cambi qualcosa nel nostro dialogo con il Partito Democratico non basteranno le dimissioni di Renzi. Ci vuole una nuova linea politica. Però il passo indietro di Renzi è già un bel messaggio".
Questo è il risultato degli appelli al voto utile? "Che il Pd non fosse in salute lo dicevamo da tempo – ci dice Civati – e venivamo presi in giro e tutto veniva annacquato nella provocazione. Il problema esisteva, e se adesso si avviasse una fase di analisi della sconfitta, in modo non meramente rituale, penso che ne gioverebbe tutta la politica italiana. E noi come LeU non ci possiamo sottrarre a nostra volta, perché evidentemente non siamo per niente soddisfatti del risultato che ci portiamo a casa. Per anni ho cercato di spiegare l'insensatezza degli gli appelli al "voto utile". Ora è tardi, il nastro non si può riavvolgere, ma questo è il frutto di un atteggiamento ostile mostrato dal Pd".
Civati, leader di Possibile, sarà sicuramente fuori dal Parlamento: "Non è una tragedia, farò politica lo stesso". E adesso bisognerà capire quali scenari si aprono per il futuro di LeU. "L'idea è quella di proseguire con il progetto di LeU, però il percorso deve essere più largo, più partecipato, per raggiungere anche quelle persone che non siamo riusciti a coinvolgere, durante quella che è stata una campagna elettorale difficile, e che per noi è stata troppo breve". L'elettorato non è si è sentito più rappresentato, nemmeno da un partito che aveva come ideale quello di ricostruire una Sinistra: "Come gruppo Possibile ha una sua autonomia e decideremo come posizionarci, e se dovrà essere messa in discussione anche la mia figura a questo punto. Siamo tutti alle prese con un momento di pausa, che servirà per capire dove andremo a parare".