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Elezioni europee 2024

Cinque (M5s): “Ponte sullo Stretto? Non ce lo chiede l’Ue, Salvini pensi ai Comuni siciliani senz’acqua”

Ex sindaco di Bagheria, Patrizio Cinque è candidato per il M5s alle europee nelle Isole. Intervistato da Fanpage.it, dice che si impegnerà per combattere le attuali leggi europee su agricoltura e pescatori. “Con queste regole l’Europa affossa il nostro Made in Italy, non si raggiunge la sostenibilità penalizzando la pesca artigianale”. Il Ponte sullo Stretto? “Non è vero che ce lo chiede l’Europa. In Sicilia ci sono Comuni costretti a razionare l’acqua, Salvini si occupi di questo”.
A cura di Luca Capponi
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Patrizio Cinque è candidato con il Movimento 5 Stelle nella circoscrizione Isole alle elezioni europee dell'8 e 9 giugno. Dal 2014 al 2019 è stato sindaco di Bagheria, in provincia di Palermo, finendo anche al centro di un'inchiesta giudiziaria per una presunta rivelazione di notizie riservate: in quell'occasione si è autosospeso dal Movimento ed è stato assolto in appello. Di quell'esperienza, oggi Cinque rivendica "l'impenetrabilità dagli interessi delle cosche, confermata dalle parole intercettate di noti boss mafiosi". Tra i suoi obiettivi per le elezioni europee dell'8 e 9 giugno, mette al primo posto la difesa del Made in Italy e la tutela di agricoltori e pescatori dalle attuali leggi europee. "Serve parità di trattamento", spiega a Fanpage, sostenendo che l'accordo con il Marocco sulle importazioni agricole comporti una concorrenza sleale con i lavoratori italiani. Infine, smentisce il ministro Salvini sul Ponte sullo Stretto: "L'Europa non ce lo chiede, anzi, semmai dobbiamo potenziare le reti ferroviarie e marittime che già ci sono".

Lei è stato il candidato il più votato alle primarie del M5S nella circoscrizione Isole. Quali sono le urgenze per i cittadini di Sardegna e Sicilia che lei intende far valere in Europa, se venisse eletto?

La questione prioritaria da affrontare è certamente quella della insularità e della continuità territoriale. È un tema che riguarda in eguale misura sia Sicilia che Sardegna. Il deficit insulare a carico di queste Regioni è stimato in circa 15 miliardi di euro annui. Questo è un tema che si collega, per ovvie ragioni, allo sviluppo infrastrutturale che purtroppo è fortemente deficitario nelle Isole. Per noi deve trovare piena attuazione la risoluzione sulle isole dell'UE e la politica di coesione, votata dal Parlamento europeo nel 2022, che chiede di non considerare come aiuti di stato quei fondi concessi alle imprese che investono per ridurre il gap legato proprio all’insularità. Chi vive in Sicilia e Sardegna deve avere le stesse opportunità di chi vive nel resto d’Italia, finora purtroppo non è stato così.

Cosa si porta dietro dei suoi anni da sindaco di Bagheria? 

Di quell’esperienza porto con me tante soddisfazioni, raggiunte insieme ad un grande e faticoso lavoro di squadra. Rivendico con orgoglio l’impenetrabilità – confermata dalle parole intercettate di noti boss mafiosi – dell’operato della mia giunta ad interessi affaristici e mafiosi. È stato con la mia amministrazione che la casa appartenuta al boss Guttadauro, costruita in una zona di inedificabilità assoluta e poi illegittimamente sanata con la complicità di altre istituzioni che dovrebbero sovrintendere il territorio, è stata demolita. Ho guidato e voluto fortemente la stabilizzazione di molti dipendenti che, dopo anni di precariato, hanno finalmente avuto certezze sul proprio presente e futuro.

La normativa europea sulla pesca impone requisiti stringenti, necessari per la tutela dell’ecosistema. I pescatori italiani ritengono però che le regole siano troppo stringenti. Quale soluzione proponete?

I pescatori vanno sostenuti attraverso politiche di sostegno per la transizione verso una pesca più sostenibile. Questo include incentivi per aggiornare le attrezzature, soprattutto le reti, e un meccanismo più agile per l'accesso ai fondi del FEAMP (il Fondo europeo per la pesca, ndr). È fondamentale promuovere la pesca artigianale, combattere la pesca illegale, migliorare l'etichettatura dei prodotti e incentivare le pratiche sostenibili. Inoltre, è importante investire nella formazione e nella ricerca per sviluppare tecniche innovative e sostenibili. Se salvaguardiamo il mare assicuriamo anche un futuro al settore della pesca.

Lei si è detto molto contrario all’accordo Ue-Marocco sulle importazioni agricole dal paese africano. Ci spiega perché?

Questa politica europea di liberalizzazione dei prodotti agricoli affossa il nostro Made in Italy, portando con sé conseguenze economico-sociali enormi. Ad affrontare le conseguenze più gravi sono le regioni italiane votate alla produzione agrumicola e dell’ortofrutta, come ad esempio la Sicilia. Occorre abbattere la concorrenza sleale che pesa sui nostri imprenditori, i quali devono essere dotati di tutti gli strumenti necessari per concorrere nel mercato ad armi pari. È chiaro, ad esempio, che non possiamo chiedere agli agricoltori il rispetto di una normativa comunitaria che impone stringenti regole sui pesticidi, e allo stesso tempo consentire l’accesso di qualsiasi tipo di prodotto in assenza di qualsivoglia regola agricola e sanitaria. Serve parità di trattamento altrimenti i nostri produttori continuerebbero a essere penalizzati.

La rete “TEN-T” sui trasporti, che la Commissione europea considera uno “strumento chiave” per le nuove infrastrutture, prevede anche un corridoio che da Helsinki si estende fino a Palermo. È un’apertura “europea” nei confronti del Ponte sullo Stretto?

No, nonostante il ministro Salvini continui a sostenerlo, il Ponte sullo Stretto non ce lo chiede l’Europa perché non rientra tra le infrastrutture chiave del corridoio Scandinavo Mediterraneo. Il piano delle infrastrutture europee prevede, questo sì, che il Corridoio Scandinavo-Mediterraneo attraversi lo Stretto di Messina, visto che arriva a Palermo, ma non prevede mai che il collegamento tra la Sicilia e la penisola sia realizzato in forma stabile, e cioè attraverso un ponte. Chiede, semmai, di potenziare le reti ferroviarie e marittime esistenti. Invece il governo cosa fa? Il ministro Fitto, con la rimodulazione dei fondi del PNRR, ha eliminato dal finanziamento numerosi investimenti destinati al potenziamento delle linee ferroviarie. Come Movimento 5 Stelle diciamo basta a opere faraoniche, che potrebbero compiacere qualche lobby, e sosteniamo invece le piccole opere che servono ai cittadini. Nella mia Sicilia, per esempio, molti Comuni sono costretti a razionare l’acqua. Il Ministro Salvini si occupi di questo.

Un’altra questione che viene richiesta dall’Europa è la messa a gara delle concessioni balneari. Qual è la vostra posizione e come impatterebbe sulle spiagge di Sardegna e Sicilia?

Il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittime le proroghe generalizzate delle concessioni balneari. Non si può continuare a rinviare la soluzione di questo problema e illudere famiglie e imprese, come sta facendo il governo. Le gare vanno fatte e come Movimento 5 Stelle chiediamo da tempo un trattamento equo per il settore.

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