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Cinema e teatri, Franceschini: “Ho chiesto di aumentare la capienza per gli spettacoli, fino al 50%”

Durante il question time di oggi alla Camera il ministro della Cultura Dario Franceschini ha spiegato di aver chiesto al Cts di aumentare la capienza prevista per il pubblico in sala per cinema e teatri in zona gialla: “Ad oggi è prevista la possibilità di avere una capienza del 20% dei posti, massimo 200 persone al chiuso, 400 persone all’aperto. Io ho chiesto che sia prevista una capienza al 50%, fino a 500 persone al chiuso, e fino a 1000 persone all’aperto”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il ministro della Cultura Dario Franceschini ha risposto a una interrogazione presentata da Gabriele Toccafondi (Iv) sulle iniziative che il governo intende mettere in capo per far ripartire il settore dello spettacolo dal vivo. "Il lockdown ha messo in ginocchio il settore dello spettacolo. Numerose le manifestazioni a testimonianza del grave disagio di tutto il comparto. Ma il miglioramento delle condizioni epidemiologiche e l'imminente arrivo della stagione estiva permetterebbero la riapertura dei luoghi della cultura in sicurezza, in presenza. Ci chiediamo se non intenda mettere in campo tutte le azioni necessarie in accordo con il Cts garantire una ripartenza del mondo della cultura con una data certa, con regole condivise anche con i rappresentanti degli operatori dei settori di categoria ", ha detto la deputata Giuseppina Occhionero (Iv), cofirmataria dell'interrogazione.

"Intendo fare tutto il possibile per garantire una riapertura – ha risposto il ministro – Il settore è stato colpito duramente. Stiamo lavorando per consentire le riaperture nella misura massima possibile. Mi fa molto piacere che gli artisti che stanno occupando oggi il Globe Theatre abbiano detto che il tema non è solo riaprire subito ma riaprire in condizioni di sicurezza avendo degli elementi certi per garantire una programmazione. Come stanno oggi le cose? È già in vigore una norma che prevede che in zona gialla si possano riaprire musei e cinema e teatri con protocolli di sicurezza molto dettagliati".

"Ho incontrato due giorni fa il Comitato tecnico scientifico e in una lettera ho chiesto che in zona gialla sia ampliata la capienza dei locali. Ad oggi è prevista la possibilità di avere una capienza del 20% dei posti, massimo 200 persone al chiuso, 400 persone all'aperto. Io ho chiesto che sia prevista una capienza al 50%, fino a 500 persone al chiuso, e fino a 1000 persone all'aperto, con la possibilità data alle Regioni di dare deroghe per luoghi particolari che consentano di avere una capienza maggiore. Ho precisato oggi che qualora venga prevista la riapertura degli stadi per partite di calcio se nello stesso luogo si svolgono concerti le regole devono essere identiche, non ci possono essere differenze, perché non si va in base all'importanza dell'evento, ma le regole devono essere uguali per tutti".

"Grazie per le sue parole, abbiamo letto la sua lettera al Cts, diciamo finalmente. Si è chiuso forse troppo e troppo a lungo", ha detto il deputato di Italia viva Mattia Mor.

Circa una sessantina i membri di una rete composta da collettivi di lavoratori dello spettacolo e della cultura, che si sono prima sottoposti a test anti Covid, hanno occupato il Globe Theatre a Roma, il teatro elisabettiano nel cuore di Villa Borghese a Roma, creato da Gigi Proietti, per chiedere udienza ai ministri Franceschini e Orlando.

Una protesta organizzata allo scopo di "rimettere al centro dell'attenzione, dopo un anno in cui ci siamo trovati contro un muro di gomma, i lavoratori di questo settore, ma non solo – ha detto in conferenza stampa David, uno dei rappresentanti dell'Occupazione, promossa fra gli altri da Autorganizzati Spettacolo Roma, C.l.a.p – Camere del lavoro autonomo e precario, Il campo Innocente, presidi Culturali Permanenti – Non chiediamo le riaperture subito. Dobbiamo cambiare radicalmente il settore, per ripartire tutti in sicurezza con una riforma che dia a tutti più tutele anche economiche. Serve un reddito che ci liberi da precarietà e sfruttamento che troppo spesso si subiscono nei luoghi di lavoro".

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